GIOIA DEL COLLE, CENTRO RIVOLUZIONARIO DELLA PUGLIA
Durante quei fermenti rivoluzionari che scossero tutta l’Italia nel 1860, la città di Gioia del Colle rappresentò un importante centro per i ribelli pugliesi. Uno dei rivoltosi più attivi infatti fu Padre Eugenio Covella che si unì al progetto rivoluzionario del leccese Giuseppe Libertini, allora in carcere a Potenza, il quale voleva che la Basilicata e la Puglia insorgessero contemporaneamente per avere la meglio sui Borboni.
Padre Eugenio, coadiuvato dai gioiesi Giovanni Buttiglione, Padre Vincenzo da Noci e dall’abate Vito Leonardo Taranto, la cui partecipazione attiva alle rivoluzioni fu notevole, dopo un intenso scambio di lettere con codici segreti contenenti istruzioni da Potenza, riuscì a incontrare a Trani altri ribelli pugliesi per gettare le basi per un’ampia cospirazione provinciale che avrebbe dovuto poi coinvolgere il resto della Puglia.
Data la particolare ubicazione di Gioia del Colle, le riunioni dei liberali di tutta la Puglia che facevano parte del Comitato insurrezionale di Terra di Bari e del più ampio Comitato Centrale dell’Ordine avvenivano presso la casa del gioiese Vito Nicola Resta. Fu proprio lì che nella riunione del 20 maggio 1860 i capi liberali insieme a Padre Eugenio, Vito Leonardo Taranto, Giovanni Buttiglione e ai gioiesi Vito Prisciantelli e Antonio Taranto, firmarono l’atto che dichiarava decaduta la dinastia borbonica, considerato poi l’atto di maggior coraggio compiuto in Puglia.
La restante parte dei liberali di Gioia, di cui si ricordano soprattutto Giuseppe Ciquera, Vincenzo Castellaneta, Filippo Giove e Tommaso Giordano, non presenziò a quella riunione in quanto ebbe il pericoloso incarico di vigilare sui movimenti della Polizia borbonica. Da quel momento in poi si dilagò per la Puglia l’azione rivoluzionaria.
Il sindaco Carlo Rosati fu costretto a dare le dimissioni e a cedere il suo posto al liberale Don Filippo Taranto. La riunione che delineò le azioni di insurrezione si ebbe a Gioia il 17 luglio 1860 e il 30 agosto, subito dopo l’arrivo dei garibaldini, venne creato un Governo Provvisorio ad Altamura tra i cui dirigenti vi furono Vito Leonardo Taranto e Padre Eugenio.
Nel settembre dello stesso anno, per evitare turbamenti per il passaggio di governo, venne creata una Giunta insurrezionale, il cui segretario fu il gioiese Carlo Soria, Procuratore Generale della Corte d’Appello delle Puglie, imparentato col martire Emanuele De Deo, massone, giacobino e patriota italiano condannato a morte a soli 22 anni.
Gioia del Colle fu completamente slegata dal vecchio regime con il plebiscito avvenuto il 21 ottobre 1860. Fu così che la città risorse realmente crescendo economicamente e divenendo moderna.
(Giovanna Vasco, V Ginnasiale sez C)