“MILLE BACI DA VERI UOMINI E VERE DONNE”
Il Liceo Classico “P.V.Marone” è ancora una volta sede di interessanti e quanto mai accattivanti incontri con scrittori del nostro tempo, persone che scrivono di ogni argomento che si rendono disponibili a incontrare i ragazzi.
Il 23 marzo si è tenuto un incontro con
La conferenza si è svolta in maniera forse inusuale, poiché
Per chi ha frequentato il liceo classico, il titolo può sembrare una chiara e sicura reminiscenza catulliana, in effetti è così. Infatti Catullo è il poeta d’amore per eccellenza e si presta con straordinaria facilità a introdurre l’argomento.
Il libro si incentra sull’amore dalle mille (proprio come i baci chiesti da Catullo) sfaccetature: virile, concreto, vanaglorioso, scandaloso. La virilità, per un romano, era la massima virtù, al punto che l’educazione dei giovani era fondata sull’assoggettamento e il dominio, nella politica come nell’amore e nel sesso. Ed ecco come si spiegano le celebrazioni di Priapo, dio del fallo, o le iscrizioni murali scandalose che esaltano le qualità virili degli uomini e la loro capacità di sottomettere la donna.
La sessualità presso i romani è alquanto complessa e per spiegarla al suo pubblico l’autrice si è servita di numerosi esempi: Catone e Marzia,
Il libro, poi, è diviso in tre sezioni:amori dovuti, possibili e proibiti. Gli amori dovuti sono quello tra coniugi o tra genitori e figli, gli amori possibili sono tra un uomo e una donna o tra due uomini (ricordiamo la pratica della pederastia ampliamente diffusa in ambiente classico), mentre quelli proibiti son ovviamente quelli tra donne e di conseguenza gli amori omosessuali in genere.
Parlare più ampliamente di “Dammi mille baci” sarebbe un vero delitto, si toglierebbe il piacere di immergersi in un aspetto sicuramente poco esplorato del mondo romano, quello della sessualità vista a 360°.
E’ inutile negarlo, quando si pensa a Roma, la nostra mente inevitabilmente va a Cesare o Augusto, alle battaglie che ha sostenuto, ma mai al mondo sentimentale latino. Ecco il perché della bellezza di questo libro che riesce a illustrarci un faccia dell’universo romano senza diventare un banale libro di storia.