MEETING “OBIETTIVO GIOIA” TRA LUCI ED OMBRE -foto-
“Tutti per Gioia – Gioia per tutti”, tre giorni intensi in cui ogni associazione ha potuto esprimere finalità ed obiettivi attraverso workshop, tavole rotonde, seminari, attività ludiche, musica, spettacolo, visite guidate ed altro ancora. La partecipazione di 24 diverse realtà associative sulle 77 riconosciute e registrate all’albo, è già un dato su cui riflettere.
Sulle singole e reali motivazioni del loro “esserci”, è oggettivamente difficile esprimere un parere. A tutte è stata data l’opportunità di dialogare, confrontarsi e allestire una propria “vetrina”, sia essa uno stand o un evento di piazza (o meglio di piazzale, essendo Piazza Plebiscito invasa e monopolizzata dai concessionari auto, nonostante la brochure la indicasse quale location di diversi appuntamenti).
Nei workshop del 18 giugno è racchiusa l’essenza dell’iniziativa organizzata dalla neonata associazione “Obiettivo Gioia” di cui sono mattatori il tenente colonnello Donato Colacicco, Annamaria Longo e Piero Romanazzi.
Apre i lavori alle 9.30 “Donare il sangue nell’era di Facebook”, incontro organizzato dalla Fidas co
n un relatore d’eccezione: Francesco Pira. Nel pomeriggio l’atteso laboratorio sulla donazione in videocomunicazione e ben tre incontri, due alla stessa ora (sport e cittadinanza attiva attirano utenti diversi) ed uno quasi contestuale: “Tendere la mano con un sorriso” moderato da Annamaria Longo, “Crescere nello Sport” affidato a Piero Giannico e “Protagonisti noi cittadini” moderato da Patrizia Nettis, nel corso del quale Fra’ Ettore Marangi ha conquistato l’uditorio, decisamente più critico nei confronti degli altri “protagonisti”, Vito Micunco, Vito Vinci e Franco Giannini, tacciati di aver “inquinato” lo spirito dell’iniziativa scivolando su tematiche politiche.
In “Istituzioni ed Associazioni”, tavola rotonda iniziata con più di un’ora di ritardo, il sindaco Piero Longo ha dato il meglio di sé: propositivo, assertivo, indignato quanto basta e solo se necessario, pronto a rispondere con serenità alle domande di Patrizia Nettis e “deviare” gli strali di Nicola Romanelli dell’associazione “Libera” e di Vincenzo Capozzi di Legambiente. Una prima incrinatura sulla patina di assertività è apparsa nel rievocare il rapporto non sempre idilliaco con talune associazioni (WWF, Arci, Legambiente), ma è Dina Montebello, come sempre appassionata e sincera, ad averlo letteralmente “disarmato” con il suo accorato intervento
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Procedendo con ordine, la prima domanda di Patrizia è prettamente giornalistica: “Nella pagina dedicata alle 77 associazioni i comunicati stampa sono fermi al 2010. A che punto è e che tipo di comunicazione c’è tra associazioni e Comune?”.
Il sindaco non ha incertezze: si sentirebbe molto più a suo agio seduto tra il pubblico, dati i trascorsi associazionistici con “Ezra Pound”, ma nel rispetto del ruolo di “sindaco di tutti” deve dar conto alla città. La responsabilità è, a suo avviso, di un megaprogetto costoso quanto inutile, ovvero quello di Murgianet. Il sito è in fase di “restyling”, a tal proposito è previsto un incontro il 23 giugno ed il portale a breve conterrà delibere, determine ed una sezione riservata alle associazioni. E’ già attiva una pagina dedicata al calendario mensile delle iniziative culturali in aggiornamento dinamico. Longo suggerisce, quindi, che le associazioni colloquino attraverso una consulta e tentino di consorziarsi, essendo difficile “mettere insieme varie esigenze e realtà”, rimarca quindi il felice esperimento che ha visto un comitato intersettoriale interagire con il teatro. Ispirato dal titolo del meeting, solo apparentemente banale, Longo si chiede in quale evento potrebbero identificarsi tutte le associazioni per poi operare insieme… la festa patronale, la sagra della mozzarella? Do
vendo in bilancio “tagliare” di 680mila euro la spesa pubblica, la mannaia non può che amputare le risorse destinate alla cultura e allo spettacolo. Ingiuste, a suo dire, le accuse di sperperi in feste e sagre… personaggi come Valerio Scanu e i Tiro Mancino fanno crescere l’economia dell’indotto.
Alla domanda sul perché, pur avendo portato in campagna elettorale l’ideazione della consulta, dopo tre anni non vi è neanche un suo concetto embrionale, Longo risponde affermando che di fatto già opera, essendo ben tre le associazioni che curano la stagione teatrale, ovvero “Le ombre”, “Il Sipario” e “l’Associazione Lobefaro”, chi non si è avvicinato ha comunque avuto il teatro quando chiesto e si è lavorato molto con le scuole.
Terza provocazione della Nettis: “Il Comune è presente e favorisce le iniziative, ma manca la spinta affinché riescano, si viene sballottati di qua e di là per le richieste…”.
Longo ne prende atto ed invita i richiedenti a rivolgersi direttamente a lui, porta come esempio di buone prassi “Petali di Pietra”, l’Associazione “Amici della musica”, il Comitato Pro – Montursi…
Donato Colacicco suggerisce la stampa di una sorta di vademecum, un manuale di “istruzioni” per l’organizzazione di eventi, idea subito accolta da Piero Longo che si dichiara disponibile a integrarlo con un disciplinare per l’utilizzo delle strutture e un regolamento a tutela dei beni utilizzati.
A fine intervista si apre il dibattito. Primo ad intervenire Pino Romano il quale sottolinea lo scollamento tra associazioni ed istituzioni e le ancor più deleterie duplicazioni. Davvero interessante la sua proposta: il Comune dovrebbe individuare e designare una struttura fisica ad hoc per ospitare tutte le associazioni a condizione che, dopo un aiuto iniziale, siano in grado di sostenersi utilizzando strutture e attrezzature comuni. Per esemplificare, si potrebbe investire nell’acquisto di un videoproiettore e nell’allestimento di una sala proiezione ad uso comune, fruibile da tutti calendarizzando gli appuntamenti con un regolamento di accesso. Strutturando l’organizzazione con consigli di amministrazione per settori (musica, sport, arte…), si potrebbe dar vita a una “Casa dei gi
ovani e della cultura”.
Il sindaco apprezza la proposta e sottolinea l’opportunità di condividere gli spazi comuni che già si hanno, ricorda la sua scelta di ospitare nei locali a ridosso della biblioteca la Proloco risparmiando tremila euro di fitto annuo e le trattative in atto per poter gestire la struttura annessa al Convento dei Riformati, che a breve vedrà scadere il contratto di assegnazione alla comunità “Fratello Sole”.
“Realtà simili già sono esistite – dichiara Longo –un tempo palazzo San Francesco ospitava la biblioteca, una sala da scherma, il tiro a volo, la palestra di judo… persino il portone veniva usato come vespasiano”.
Nicola Romanelli afferma che ogni associazione deve contribuire alla crescita della città partecipando attivamente. “Non va bene che si debba chiedere, il ruolo dell’associazione deve essere propositivo, di stimolo… piuttosto è l’Amministrazione che deve chiedere collaborazione al mondo associazionistico!”.
Quindi rimarca l’esperienza positiva della collaborazione tra associazioni con finalità comuni, ovvero Libera, Emergency, Arci, WWF, Legambiente, per poi tentare un affondo sulla delega alla trasparenza, di fatto mai attuata nonostante la designazione del consigliere Falcone e la mancanza di risposte in merito alla campagna ”Corrotti” cui l’Amministrazione aveva garantito il proprio appoggio.
Accorata la difesa del sindaco: “Facciamo chiarezza. Se si pretende trasparenza la si deve dare, c’era il mio impegno per non mortificare quel ruolo, abbiamo voluto responsabilizzare un consigliere. In merito alla campagna “Corrotti” il provvedimento doveva passare al vaglio del Consiglio comunale, che invece si occupa di ben altro e non dei problemi della città.” Quindi invita tutti ad assistere ai consigli comunali e a presidiarli per farsi un’idea di ciò che accade.
Orietta Limitone, responsabile del Presidio del Libro, propone una rete tra le associazioni, la costituzione di una consulta autonoma, con proprio presidente e direttivo e chiede che il calendario possa essere aggiornato in tempo reale direttamente dagli associati, con l’utilizzo di una password, per meglio calendarizzare gli eventi evitando spiacevoli sovrapposizioni.
La rappresentante del Centro di Ascolto “Dal silenzio alla parola” sollecita l’istituzione di un regolamento sulla banca del tempo e invita tutti a ritirare l’agenda sul mondo associazionistico redatta dal Centro.
Dina Montebello esorta a far chiarezza sul significato delle parole e del fare rete, che non significa solo riempire il calendario di date, di eventi e manifestazioni, ma intendersi e condividere obiettivi e percorsi comuni.
“Le associazioni nelle loro specificità – dichiara la Montebello – devono confluire in omogenei raggruppamenti di specie e condividere finalità, programmi e percorsi d’insieme utili alla crescita ed al benessere della collettività. Lo slogan suggerito dal manifesto significa esattamente questo. E se il fine è rappresentato da quanto detto, è chiaro che la ricaduta risulterà tangibile e positiva.”
“In tal modo i fondi non saranno dispersi in tanti rivoli – continua la professoressa – e potranno essere utilizzati in maniera mirata, più cospicua e quindi più efficace, inoltre si eviterà la disastrosa piaga della distribuzione dei fondi per affari clientelari!”
Per Colacicco o si ha un progetto o anche con la consulta non si andrà da nessuna parte. Le associazioni devono proporlo, l’amministrazione deve attuarlo, utilizzando le risorse umane e materiali affinché la comunità ne tragga beneficio.
Vincenzo Capozzi ricorda l’esperienza della consulta per l’ambiente “buoni i propositi, ma regole strane”, a suo parere i giovani vedono le istituzioni chiuse, né ci sono spazi in cui dialogare e operare, nello stesso settore sportivo l’accesso alle strutture si presenta litigioso e clientelare.
Il sindaco riesuma ricorsi in giudizio, mancati inviti e ringraziamenti ad opera di Legambiente e WWF. Messo alle strette da Patrizia Nettis, assume infine un impegno concreto: via libera alla banca del tempo, al vademecum e al coordinamento del sito.
Nella terza e ultima giornata, domenica 19 giugno, musica, spettacolo e partecipazione attiva da parte di tutte le associazioni: A.So.Tu.Dis., ANSPI, ARCI Lebowsky, Centro di Ascolto, Comunità Fratello Sole, C.R.M.G. Onlus, Eduform Onlus, Emergency, Fondazione Antonio Arcano, Legambiente, Lega Tumori, Libera, Libertà e Giustizia, Lions Club Monte Johe, Obiettivo Gioia, Osservatorio dell’Ospedale Paradiso, Gioia Soccorso, Padre Semeria, Petali di Pietra, Polifonie, Teatralmente Gioia, Vincenziane e WWF.
Di fronte alla Mazzini i volontari di “Gioia Soccorso” hanno simulato un incidente in moto, efficace e professionale il soccorso, spiegato passo per passo dal vicepresidente Rino Stea.
“Teatralmente Gioia” ha proposto letture di Rodari a cura di Augusto Angelillo, Marco Addati e Maria Paola Sacino e poesie interpretate da tre eccezionali mini – attori: Maria Elisabetta Buono, Giulia Catucci e Pasquale Buompane, accompagnati alla chitarra da Angelica Mastromarino (brava come il suo papà!) e Luca Pavone, simpatica la scenografia con albero di cartone, giocattoli e peluche.
In anteprima, presentata da Piero Romanazzi una delle danze proposte dal “Laboratorio del movimento” di Mirella Resta nel saggio “La Divina Commedia”, in scena il 21 e 22 giugno al teatro Santa Lucia dopo la melodica esibizione degli “Scomodamente – Tribute band Negramaro” in formato ridotto, con Massimo Pellicoro (voce e chitarra) e Giuseppe Cramarossa alla tastiera, ed infine il bravissimo Checco Recchia, accompagnato dalla magica “cassa” da percussione di Napoleone Pavone, un mix di simpatia, professionalità e verve che meriterebbe ben altri e più prestigiosi scenari.
A rallegrare i presenti una esibizione fuori programma di uno dei più affezionati fan di Checco: il mitico Petrosino, scatenatosi in una sorta di danza tarantolata, parodia dell’Hip Hop di Osa, davvero esilarante, che dà l’idea di quanto la musica possa terapeuticamente offrire anche nel sociale.
A “riflettori spenti” la parte meno entusiasmante di ogni evento … smontare tutto e mettere a posto le sedie… Anche questo spetta ai volontari, data la penuria di operai comunali e “straordinari” in busta paga, motivo per cui saranno sempre più il mondo associativo e il volontariato (spesso a costo “zero” e nella migliore delle ipotesi virtualmente ripagati attraverso una scontata visibilità) a “sopperire” alle deficienze istituzionali, con o senza un progetto condiviso.