OSCAR ROSAMORA: VINCITORI IN… SORDINA
Tre articoli e undici racconti in concorso per l’Oscar “Rosamora”, conquistato nella serata del 9 aprile da Silvia Pietroforte e Petra La Volpe, studentesse del Liceo Classico P.V. Marone.
A premiare le due scrittrici i giornalisti Lino Patruno e Gianni Spinelli. Impeccabile il coordinamento del padrone di casa, Gennaro Durante, lettore appassionato e profondo conoscitore delle dinamiche del mondo giovanile, di cui apprezza sempre più spontaneità e coerenza.
Davvero alto il livello degli elaborati su tema libero, rivelatisi sin dalle prime battute “impegnati”. “Violenza sui bambini: da vittime ad aggressori” di Erika Girardi affronta “in cronaca” un argomento di attualità con sana indignazione. Intensa e drammatica la storia di Claire, fragile diciassettenne protagonista del racconto “Dalla parte sbagliata” di Antonia Donvito, un incubo “metropolitano” che nel finale si macchia di sangue.
Indimenticabile il ritratto di Judith in “Poison Inside”, “un vestito sporco di impurità… occhi nel vuoto ed ogni parte di sé ormai divenuta colpevole” per aver negato al suo bimbo la vita, opera “anonima” candidata all’Oscar.
Droga e violenza nel racconto senza titolo di Silvia Pietroforte, premiato con targa e con i libri “Palloni e palloncini” di Gianni Spinelli e “Terroni alla riscossa” di Lino Patruno, donati da Gennaro Durante a tutti i partecipanti in concorso.
“Amo scrivere sin da quando ero piccola, scrivevo persino sulla carta delle gomme da masticare. La mia è una scrittura intima – confessa con emozione Silvia – la condivido con me stessa e mi rileggo per trarre ispirazione. Scrivere mi aiuta ad esprimere le emozioni, a tirar fuori ciò che non può restar dentro… è catarsi!”.
Petra La Volpe, quindici anni, un sorriso dolcissimo ed un racconto – ”Il ritrovo di Nicole” – sulla scoperta di un’adozione e la ricerca della verità. Un tema non nuovo eppur fresco, dall’intreccio composito, curato nei dettagli e felicemente discorsivo. Colpi di scena, fraseggi romantici ed una prosa promettente, rendono il testo gradevole ed originale.
Opere che confermano spessore, profondità, interesse ed amore per la “scrittura”, anche in un’era vocata al digitale.
“I ragazzi meritano fiducia, sono maturi, vanno aiutati a realizzare i loro sogni – sostiene con convinzione Gennaro Durante – il fatto che siano qui e non a vedere “Amici” o altri programmi di quel genere, ci dà ragione.”
Tra gli articoli “Una simpatica intervista” di Vanessa Desimini, “Sogno di una discarica in mezzo al parco” di Michele Di Donato, “Shakespeare in love” di Valeria Dimola.
“Gli articoli si presentano ancora “acerbi” nella forma e nei contenuti – afferma Gianni Spinelli – ma la qualità e la profondità dei racconti è sorprendente. In particolare “Ma può resuscitare” scritto di Irene Galatola sulla Giustizia, è uno scritto maturo sotto ogni aspetto. Denota tecnica ed esperienza in un mix dal taglio giornalistico che non si sottrae all’opinione, con le connotazioni di un racconto. Una contaminazione che rende il pezzo “da giornale”, ma difficile da “inquadrare” in una delle categorie in concorso”.
Divertente ed autoironico “Single” di Giovanna Lodato, esilarante “Storielle di paese” di Mayra Mastromarino, tuffo nel fantasy in “Viaggio nell’inferno” di Filippo Tolentino, amore materno e poesia in “La mia unica stella” di Mariagrazia Leone, “Ghiaccio salato negli occhi” in “L’amore che strappa i capelli è perduto ormai”, anch’esso a firma “anonima”.
Lino Patruno non ha dubbi: per scriver bene occorre leggere tanto ed anche… copiare!
“Tutto ciò che leggiamo lascia traccia di sé, anche se non ce ne rendiamo conto. Specchiarsi in una bella frase, aiuta a scrivere meglio – suggerisce il giornalista, già direttore della Gazzetta del Mezzogiorno e scrittore affermato – copiatele e rileggetele, ne trarrete ispirazione!”.
Numerosi i consigli elargiti ai ragazzi. “Scrivere un racconto è più semplice che scrivere un articolo. Occorre adottare tecniche e strategie comunicative. La capacità di attenzione di un lettore non supera i venti secondi – precisa Patruno – se non lo si avvince nei primi righi, non arriverà a fine articolo.”.
“I periodi devono essere brevi – puntualizza Spinelli – con pochi aggettivi. L’enfasi deve essere resa dalle azioni. Conta molto il finale. Un buon articolo deve lasciare aperto uno spiraglio alla discussione”.
“Prima di scrivere un racconto – continua Gianni – occorre metter giù un progetto, organizzare il pensiero, la successione degli eventi…”.
“Ogni capitolo – precisa Patruno – deve incuriosire, tener viva l’attenzione, invitare a proseguire la lettura.”.
Un evento, quello dell’Oscar Rosamora Caffè”, vissuto in “compresenza” con lo spettacolo “Briganti” della Compagnia Edon’è, in scena nel teatro. Il sottofondo musicale, a tratti anche piacevole, appena attutito dai pesanti tendaggi, ha comunque penalizzato l’incontro “passato in sordina” nel vero senso della parola, pur se “bandito” e preannunciato da oltre un mese.