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L’APOCALISSE IN “EXIT MUNDI”, PRIMA MONDIALE

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Sabato 17 settembre alle 21.00 il Petruzzelli sarà palcoscenico ideale di un evento straordinarioenzo_quarto_rai: la prima assoluta di Exit Mundi la “Cantata per soprano, tenore, baritono, voce bianca, pianoforti, percussioni, coro ed orchestra” su musica di Giovanni Tamborrino e liriche di Enzo Quarto ispirate al Vangelo ed all’Apocalisse di Giovanni.tamborrino_giovanni

Dirigerà l’Orchestra della Fondazione Petruzzelli il maestro Vito Clemente, maestro del Coro della Fondazione Petruzzelli Franco Sebastiani. Soprano Sarah Allegretta, tenore Danilo Formaggia, baritono Giuseppe Naviglio, voce bianca Ilaria Paolicelli. Al pianoforte Elisabetta Fusillo e Claudia Minieri, alle percussioni il Symbola Percussion Ensemble composto da Gabriele Maggi, Nunzio Pietrocola, Tommaso Cotrufo, Michele D’Urso, Alberto Semeraro.

Biglietti in vendita al Botteghino del Teatro Petruzzelli e online su www.bookingshow.com

Informazioni: 080.975.28.40.

Note degli autori.

Exit mundi è un latinismo anglosassone, che letteralmente può essere tradotto in “conclusione della vita del mondo”. Da qualche anno sul web c’è ancheexit_mundi_logo_web un sito (www.exitmundi.nl), che rappresenta gli scenari ipotetici della fine del mondo. Il 21 dicembre 2012, inoltre, la predizione dei Maya vorrebbe la fine del mondo. In questo “vociare” di credenze abbiamo pensato la nostra cantata: una risposta cristiana alla confusione dell’uomo di fronte al grande mistero di Dio, della natura, della vita e della morte.

Con Exit mundi, vogliamo porre l’accento non sul buio e la paura evidenziata da profeti di sventura, ma sulla luce, la speranza, la semplicità,  che ci vengono dall’avere  fiducia in Dio, nella convinzione capocalissehe la fine del mondo possiamo favorirla solo noi con la  nostra brama di possesso e con il nostro delirio di onnipotenza.

Stanno sempre più circolando le teorie relative al transumanesimo, anche se è il versante “tecnico – scientifico” che si potenzia, mentre l’interiorità umana, la spiritualità dell’uomo, non fa progressi. Il transumanesimo è per noi un antiumanesimo.

In realtà, la domanda che l’uomo si pone, consciamente o inconsciamente, dalle origini della sua esistenza terrena, tecnologia o non tecnologia, è: cosa mi aspetta dopo la morte? Dove alloggerà il mio spirito fuori dalla carne?

Queste domande se irrisolte aumentano l’ansia. Mentre la certezza di tornare ad un Padre di tutte le cose assicura serenità. Già in questo, evidentemente, c’è una risposta.

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