IN MEMORIA DI 19 VALENTI E “COSTRUTTIVI” ARTIERI
Sabato 17 aprile alle ore 11.00, nella sala consiliare del Municipio di Gioia del Colle, l’Amministrazione comunale ha indetto una cerimonia celebrativa perseguendo il desiderio di voler onorare e ricordare degnamente i nostri concittadini che durante il loro vissuto si sono distinti singolarmente nella professione. Questo è il motivo per cui l’attuale Amministrazione ha deliberato di intitolare ai più noti artieri del passato le strade che attraversano la nuova zona industriale di Gioia del Colle.
Consapevole dell’importanza di cui si avvalgono i tratti storico-sociali della toponomastica locale, Rocco Fasano ha portato a termine, mediante benemerite collaborazioni, una ricerca dettagliata, minuziosa e curiosa di questi artigiani delineandone i profili e le storie di volti ancora vivi nelle menti di chi li ha incontrati.
Il correlatore, definito dal Sindaco Piero Longo “mestiere delle parole”, ha riposto la sua attenzione e il suo studio su 19 dei 32 personaggi che hanno prestato il proprio nome a queste strade. I mestieri e i nomi citati sono associati al prestigio e allo svolgimento di un lavoro elevato talvolta a vette artistiche e di esportazione.
Fasano sottolinea come senza l’operato dei nostri progenitori non ci sarebbe stata cittadinanza costruttiva, un servizio del cittadino alla cittadinanza. Quelle che ci ha mostrato sono documentazioni di uomini che hanno avuto la volontà di andare a scuola negli anni del dopoguerra in cui nessuno lo faceva, proprio per avvicinarsi all’“arte del mestiere” come orgoglio tale da rappresentarli.
Tra i nomi citati: Cristoforo Castellaneta, grande artefice – che vede il prolungamento della sua arte attraverso i due figli, Nicola e Pietro, due artieri anche loro -, maestro del ferro battuto e più comunemente definito “ferraio”, un mestiere essenziale all’epoca, che in questo caso però ha superato l’essere manovale tramutando il suo operato in arte realizzando grandi cose; Camillo Tancorre, motorista di motociclette; Nicola Persico, elettricista; Giuseppe Vinci, intagliatore, che ha frequentato la scuola di disegno e che da tale è divenuto scultore, e infine insegnante del suo mestiere nella Scuola d’arte; Giovanni Larizza, era ebanista e diventa maestro dell’ente meridionale di cultura; Domenico Procino era scultore su legno e su pietra, frequenta la scuola d’arte a Venezia e grande artista nel suo campo; Giuseppe Paradiso, maestro di aratri; Francesco Marchitelli, calzolaio; Vito Antonio Grippa, meccanico d’auto; Oronzo Vito Guida, esimio caposcuola cementista; Michele Iacobellis, sediaio; Giacinto Fortunato, tipografo stampatore; Filippo Gisotti, marmista e scultore; Francesco P. Fasano, bottaio; Paolo Brescia; muratore e costruttore degno di nota; Gaetano Donatone, il realizzatore delle volte mercato del mercato coperto che dietro di se aveva seminato vittime non riuscite nell’impresa; Filippo Donvito, imbianchino; Luigi D’Apolito, sellaio e Giovanni A. Mastrovito, mastellaio.
La cerimonia si è conclusa con la consegna ufficiale delle targhe di merito ai familiari degli artieri alla presenza del Sindaco Piero Longo e dell’Assessore alle Attività Produttive Franco Giordano.