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UTE FESTEGGIA DECENNALE CON UNA “CRISI D’IDENTITÁ”

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G.-Viterbo-e-Martielli2Decima candelina sulla torta per l’Università della Terza Età e del Tempo Libero, che ha avviato ufficialmente l’A.A. 2011/2012 con la conferenza dal titolo “L’identità: inesauribile risorsa per vivere bene anche con gli altri”, tenuta dal prof. Giacomo Martielli presso il Chiostro Comunale, sabato 29 ottobre. Docente di discipline psicologiche presso l’Università degli Studi di Bari, Martielli, introdotto dal Presidente UTE Giovanna Viterbo, ha incuriosito l’uditorio con una riflessione sulla comunemente definita “crisi d’identità”, dalla quale “dipendono molti malesseri esistenziali”.

La crisi d’identità implica la percezione di un senso di disagio che impemartielli-identita-relaziondisce all’individuo di star bene con se stesso e, di conseguenza, anche con gli altri. Come evitarla? “Aggiornare continuamente la propria identità personale e sociale”, sostiene Martielli, “predispone al dialogo e alla relazione” con l’altro. Diversa dall’identità, che rende l’uomo consapevole di chi è e del comportamento che deve adottare per essere accettato da terzi, è il senso d’identità, che è l’idea che un individuo si è costruito di sé, talvolta non corrispondente alla realtà.

Pochi, ma fondamentali, i passi da compiere durante il complessmartielli-ute-legalitao processo di formazione della propria identità, che prevede innanzitutto l’acquisizione di una giusta dose di fiducia e autonomia, la prima intesa come “consapevolezza delle proprie possibilità e risorse”, la seconda, nel suo grado più elevato, come capacità di decidere autonomamente.

Poiché la costruzione dell’identità inizia fin da bambini, Martielli si rivolge ai genitori: “se volete che i vostri figli diventino ottimisti, non risolvete martielli-identita-pubblicoi loro problemi. Attivatevi affinché siano loro a trovare una soluzione”. Il professore illustra inoltre i criteri con cui confrontarsi per individuare la solidità o, al contrario, la fragilità della propria identità.

Basilare, ad esempio, è definire i propri valori, ossia “quegli ideali da porre a fondamento della propria esistenza e con cui confrontarsi sistematicamente”. Aiuta anche “considerarsi un modello di comportamento per gli altri” e “saper sorridere”. Sottolinea infatti Martielli: “il sorriso è un messaggio di apertura e martielli-e-identitaaccettazione dell’altro”.

La costruzione di una solida identità personale e sociale, dunque, è la “condizione per star bene con se stessi”, presupposto fondamentale per sviluppare una identità condivisa, che permette all’uomo di vivere in relazione con altri. “Relazione”, precisa Martielli, non “rapporto”, che è quel legame visibile esistente fra due o più persone. “La relazione si fonda su valori condivisi”.

martielli-identita-2pubblicAnche questa, però, può degenerare in “relazione strumentale”, se si abusa dell’altro, o in “relazione di modellamento”, se si induce l’individuo a realizzare un progetto di vita che un altro ha pianificato per lui. “La vera relazione”, conclude Martielli, “è nella modalità di immedesimazione”, che presuppone la capacità di una persona di sapersi mettere nei panni dell’altro.

Riconoscere l’altro come persona SPA53201(alterità), sviluppare una solida identità e, infine, essere disponibili a prendersi cura degli altri (generatività), sono quindi i passi da compiere nel cammino verso la saggezza.

La conferenza è stata occasione di festeggiamento dei dieci anni compiuti dall’UTE dalla sua fondazione. Un attestato di riconoscimento è stato consegnato dal Presidente Giovanna Viterbo ad ogni docente e corsista che, gratuitamente, si è costantemente impegnato nella crescita dell’associazione in tutti questi anni.

(foto: Marzia Mirizzi)

 

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