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Cultura

“LA POESIA PUGLIESE DEL NOVECENTO”

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Son maturato tardi. È la smaniavittorio-bodini

di vivere troppo presto che m’ha tradito.

Non dar tempo al tempo. Vedere

la bellezza soffrendo

di non poterla usare.

Ho imparato tardi ad accordare

al mormorio del ruscello i moti del cuore,

a ammettere la natura fra i miei pensieri

come un ospite da lasciare a suo agio.

Ed è con questa poesia di Vittorio Bodini, poeta ed anche critico pugliese, che il professor e poeta Giacomo Leronni ha iniziato la conferenza intitolata “La poesia pugliese del 900” che si è tenuta il 26 aprile 2010, nell’Aula Magna del nostro Liceo Classico Virgilio, ed organizzata dall’Università della Terza Età.

DSCN4148Vorrei fosse un incontro di arricchimento per i partecipanti. In sole due ore non potrò presentare un quadro del tutto esauriente … Il mio intento è quello di riuscire a dare qualche coordinata guida. […] La poesia pugliese è una poesia importante, tuttora in fieri. Eviterò, quindi, di fare un punto fermo su una situazione che è in continuo movimento”, così in apertura si esprime il professor Leronni.

E tiene anche a precisare che se da una parte è giusto rivendicare l’appartenenza e che, quindi, ci troviamo davanti ad una poesia scritta a Sud, che risente delle sue radici culturali; dall’altra bisogna sempre tener presente che non esiste una poesia se non quella dell’umanità, e che bisognerebbe evitare delle banalizzazioni.

Inoltre, secondo il professore, il citato Bodini funge un po’ da nome tutelare, ma non può e non deve risultare l’unico esponente, poiché la cosiddetta poesia pugliese vale più di quanto generalmente si possa credere. Non è stata riconosciuta a livello nazionale per molteplici motivi, “i poeti sono delle strane creature, hanno delle concrete difficoltà nel mettersi insieme […]”, così dice sorridendo il professor Leronni.

DSCN4147E continua: “In altre regioni, però, sono riusciti a capire quanto potesse significare il creare una scuola”. Ad aggravare il tutto il fatto che mancano delle case editrici di spessore, eliminata la Laterza che pubblica in maggior misura trattatistica, saggistica e narrativa.

Infine non ci sono grandi premi letterari e c’è stato e, probabilmente, continua ad esserci l’assenza di un’attenzione critica da parte dei ricercatori e studiosi pugliesi. Per sopperire tale mancanza ci indica tre manuali che fungono da punti di riferimento: il recente “Puglia in versi” edito Gelso Rosso e curato da Pegorari e Angiulli che è una sorta di guida turistica dove ogni autore sceglie un posto e lo canta in versi; “I lirici pugliesi del 900” edito Adriatica e curato da Ulivi che è un’antologia canonica; ed infine “La letteratura  del 900 in Puglia” edito Progedit e curato da Catalano, un testo molto importante perché “testimonia il fatto che il panorama della letteratura del Novecento è un panorama estremamente ampio e diversificato”.

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A condire il tutto la lettura di alcune poesie, e degli interludi musicali dati da Titti dell’Orco, moglie di Giacomo Leronni.

La scelta cade su dei brani del Novecento molto singolari e piacevoli, del resto come lei stessa afferma: “[…] la musica del Novecento è un caleidoscopio di idee!”. Si conclude in termini di speranza sia con il professor Leronni e sia con il professor Giannini – curatore della conferenza – che si augurano che la poesia in genere ed anche la poesia pugliese possa diventare di largo respiro.

La poesia tocca le corde del cuore […]”, così affermano i due professori, ed in un mondo così materializzato a volte sarebbe bello ed auspicabile farsi prendere dai tremori dell’animo, dai “moti del cuore”, detta alla maniera del nostro Bodini.

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