DAL “CENTRO CIVICO 121”, PIERO LONGO LANCIA LA SFIDA-foto
Un locale angusto riscaldato dalle voci bianche di una piccola rappresentanza della corale di Antonella Gisotti per augurare “Buon Natale” ai presenti che Piero Longo – nel corso della benedizione del presepe di Centro Civico 121 affidata a don Giuseppe Di Corrado – ha definito “veri amici”.
Un presepe costruito all’interno di una scala che sale verso il nulla, in bianca pietra leccese, scolpita nei dettagli, con case, antri, archi, ogive e castelli e tufo carparo per delineare le asperità di un territorio contaminato da altre culture.
Suggestivi i dettagli di quotidianità che restituiscono alla Natività una dimensione umana e senza tempo, struggente nei suoi colori, profumi, sapori.
Angurie, uva, carote, limoni, caciocavallo, forme di formaggio, peperoni e pomodori, non ancora conosciuti in Oriente, eppur così a loro agio nella piccola aia destinata a mercato, insieme a stie e gabbiette con galline, pulcini e oche.
Disseminati qua e là prosciutti, carne, trecce di aglio e cipolle appese ai muri, il pane sia cotto che crudo, nella madia accanto al forno ed al suo interno, persino un polipo ed un pesciolino pronti per esser cotti. Quasi che l’umanità si racconti e racconti la sua storia dalla nascita di Gesù ad oggi, attraverso il suo evolversi gastronomico, artigianale e sociale.
Brocche, fascine, ceste, botti di legno, mobili in miniatura costruiti a mano per ospitare statuine minuziosamente decorate, tra cui primeggiano in rarità due centurioni romani che occhieggiano in fuga verso l’alto dalle finestre del palazzo – castello arroccato nel punto più alto e sembrano chiedersi cosa stia accadendo in quella strana, magica notte.
Eppur è in basso la piccola grotta che ospiterà il Bambino, vicina agli umili, lontana dai potenti. Qui rifulge ed arde un fuoco divino che sembra danzare al soffio di un antico vento, mentre l’acqua di un ruscello si immerge in profondità cantillando.
Un presepe – mondo in cui smarrirsi di estrema bellezza che avvince ancor di più quando il suo “creatore”, Leo Giovinazzo, conosciuto come esperto enologo e scoperto come brillante presepista, ne racconta la storia.
Un messaggio di gioia che Leo Giovinazzo diffonde con entusiasmo genuino, lo stesso profuso nei brindisi con il suo vino.
Ogni singolo oggetto è stato rinvenuto in luoghi diversi d’Italia, talvolta per caso e subito “pensato” all’interno del presepe, quel che mancava è stato costruito pezzo a pezzo, dalle tende agli stendardi cuciti a mano, dalle panche alle ante delle porte.
Per Piero Longo un ritorno al passato, a quel mondo associazionistico che lo vide crescere e che proprio attraverso i presepi decretò i suoi primi successi e dette vita a Ezra Pound ed Echi di Gioia, a breve riedito per dar non solo voce ma anche “parole stampate” ai progetti dell’ex sindaco.
In questo luogo, in questo polifunzionale Centro Civico e nei servizi che si andranno ad offrire, Longo si rigenera, supportato dalla solerzia di Lucio Romano, che non ha mai smesso di credere nella forza e nelle capacità di quell’operoso “sottobosco” impegnato nel sociale, sin dai tempi dell’Associazione Persona di cui negli anni ’90 fu attivista.
Un luogo che si svela passo, passo, salendo scale in pietra per accedere alle sale “bonsai” dove organizzare incontri culturali, presentare libri ed autori, nell’aula dell’associazione del garante del contribuente ed ancora nell’ufficio di Media – Conciliazione preposto alle risoluzioni delle controversie civili, sulle pareti, l’una di fronte all’altra gigantografie della Gioia di ieri, fotografata negli anni ’20 nel clamore di un comizio in Piazza Plebiscito e quella di oggi, affollata per ben più futili ed effimeri motivi.
Un’altra sala accoglie i manifesti di tutte le rappresentazioni svoltesi a Gioia sotto l’egida di Longo, il quale confina il suo studio nella “cucina economica” di Palazzo D’Aprile, metaforica allegoria dei progetti che bollono “in pentola”, forse il più umile dei luoghi, denso di memoria con le maioliche usurate dal tempo e un perimetro trapezoidale privo di qualunque simmetria, avendo sacrificato spazi e geometrie per camere di uso più nobile, secondo superstizione luogo prediletto dagli spiritelli.
A pianterreno l’associazione Marinai si presenta in tutto il suo orgoglioso fulgore, scendendo di qualche livello, su scalini a precipizio, quasi in “cantina”, l’associazione “Amici del vino” di cui sono emblema i tre santi bevitori, accoglie i suoi “gioielli”, bottiglie da collezione e pregiati vini.
Ancor più giù, ormai in pieno ipogeo il circolo degli universitari, a onor del vero alquanto angusto e buio, sconsigliabile agli studenti che soffrono di claustrofobia, tecnologicamente avanzato (computer di ultima generazione e wireless assicurati) nonché goliardica location per sedute spiritiche, giochi vari e intriganti serate fuori dall’ordinario.
Per Lucio Romano “Centro Civico 121, posto nel cuore nella nostra Cittadina proprio di fronte alla Residenza Municipale, è un luogo in grado di aggregare e fare discutere, osservare, criticare, socializzare in maniera nuova, costruttiva ed intelligente. Un luogo che ha l’ambizione di radunare al proprio interno intelligenze autentiche, giovani professionisti, intraprendenti imprenditori, uomini e donne di cultura, intellettuali raffinati per un grande progetto che ha come punto di partenza Gioia del Colle e le sue molteplici potenzialità, ancora non del tutto apprezzate e palesate a sufficienza”.
“Al suo interno vi è una sala incontri per eventi culturali e dibattiti, l’Agenzia del Cittadino, la Cantina per giovani desiderosi di ascoltare buona musica e incontrarsi. Un luogo pensato per appuntamenti letterari con autori contemporanei unitamente a dibattiti su politica e società”.
“Punto focale – continua Romano – l’Agenzia del Cittadino per il disbrigo delle pratiche correnti, punto d’incontro con le Istituzioni e gli Enti Pubblici, Assistenza per pratiche ICI, Tassa Rifiuti, Suolo Pubblico, Polizia Urbana, Servizi sociali e cimiteriali e quant’altro”.
“L’attenzione per il cittadino continua con il personale disposto alla raccolta delle segnalazioni su problemi o situazioni esistenti in città ed ancora per iniziative o proposte su problemi di interesse pubblico a livello comunale e provinciale, compreso l’ufficio di Media – Conciliazione preposto alle risoluzioni delle controversie civili”.
Nel Centro – conclude Romano – l’Agenzia delle associazioni culturali e di servizio operanti nel nostro territorio, il Circolo Universitario, i cui ragazzi turneranno per offrire la loro disponibilità circa corsi e lezioni accademiche, gli Amici del Vino, pronti a realizzare accattivanti eventi eno-gastronomici, la redazione del nuovo giornale “Echi di Gioia”, oltre a servizi di consulenza legale e sanitaria: il tutto completamente gratuito e con personale specializzato. Una vera cassa di risonanza tramite la quale plaudire al giusto, ma anche indignarsi per il superfluo e l’inopportuno sovente spacciato paradossalmente per un utile senza senso”.
La serata del 18 dicembre si è, quindi, conclusa, allietata dalla musica di Tony Rossetti al “piano bar”, con uno splendido buffet di tradizionali specialità gastronomiche: pettole salate e dolci, cartellate, calzone di cipolla (fatto da mamma Longo), focacce e una squisita zuppa di ceci e pancetta, una prelibatezza preparata da Lella Longo – i cui raffinati buffet negli anni in cui fu presidente dello Zonta Internationa Club sono passati alla storia – apprezzatissima da tutti gli invitati.
Un sentito grazie lo rivolgiamo a Mario Di Giuseppe per lo splendido servizio fotografico messo a disposizione della nostra Redazione.