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Cultura

“LA VOCE, UNO STRUMENTO DI CUI INNAMORARSI!”

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P5100235Tra le iniziative di “Maggio di Gioia”, lunedì 3 maggio 2010, c’è stato l’inizio del corso di dizione e lettura interpretativa curato dal maestro Clarizio Di Ciaula.

Il corso è costituto da cinque appuntamenti, il 3, 4, 10, 11, 18 maggio, dalle 16.30 alle 18.30 nella nostra Biblioteca Comunale per un totale di 10 ore. Il maestro fa subito presente che un corso di dizione che abbia l’aspirazione di dirsi completo non può essere contenuto in sole 10 ore, e che, quindi, queste lezioni – nelle quali sono presenti una quindicina di gioiesi di svariate età – sono un’infarinatura. Inoltre, a tal proposito, aggiunge che potrebbe esserci in programma durante i prossimi mesi un corso più completo, dove auspica la presenza di un gruppo più cospicuo di partecipanti.

P5100239Assistiamo alla terza lezione che si è avuta lunedì 10 maggio, durante la quale Clarizio immerge subito i suoi allievi in un nuovo sistema fonetico dove le vocali non sono più cinque, ma magicamente diventano sette.

Di volta in volta i partecipanti a voce alta ripetono le vocali, e Clarizio li invita ad esagerare i suoni aperti o chiusi che siano. “So che vi sentirete inappropriati, ma non ha importanza, vi saranno situazioni ben peggiori in cui vi sentirete in egual modo inadeguati”, così dice Clarizio. E tiene anche a precisare che essendo anche lui pugliese (Martina Franca ndr) conosce bene quelli che sono i nostri limiti, i nostri difetti di pronuncia. D’altronde per il maestro è meno difficoltoso insegnare a qualcuno che in un certo qual modo è una tabula rasa, piuttosto che a qualcuno che ha in sé dei difetti, dovuti a quello che è stato il percorso storico dell’area regionale in cui si trova a vivere.

P5100237“È più facile insegnare il tennis professionale a chi non ha mai giocato, piuttosto che a chi ci gioca da anni non conoscendo bene le regole […]”. La dizione per il maestro altro non è che il non riuscire a capire il luogo di provenienza di chi parla, perché non è né barese, né milanese e né romano, ma è semplicemente italiano.

Interessante è anche il suo modo di introdurre ai suoi allievi quella che è la lettura interpretativa. Per prima cosa iniziano a leggere un piccolo testo, tratto da “Così dice Gerò” dello stesso Di Ciaula, e l’invito è quello di essere il più naturali possibili sostenendo quello che si legge per non essere vittime della nostra cadenza che a suo dire è un po’ pigra. Ma, del resto, non possiamo dargli torto. E continua: “leggere un capolavoro poetico in italiano corretto significa P5100234scoprirne appieno quella musicalità che è intrinseca al verso, significa dargli vita. […] Bisognerebbe incominciare ad innamorarsi della propria voce, sentirne tutte le possibilità, tutte le sfaccettature […]”.

Di certo la voce è un grande strumento, è una delle cose più affascinanti e raffinate che possediamo, ma, spesso, non è valorizzata appieno …

E proprio per questo si giunge al termine della lezione con la speranza di rincontrarci durante un nuovo corso!

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