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AL FESTIVAL DI SANREMO ARTISTI GIÁ OSPITI DEL UEFFILO

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Chiara-Civello-Sanremo2012 prima-serataTra i cantanti in gara ed ospiti al Festival di Sanremo anche alcune “star” ospitate in concerto a Gioia non in fiere e sagre, ma in un contesto molto più raffinato: il Jazz Club Uèffilo.

Le due cantanti cui si fa riferimento sono Chiara Civello – fino a ieri in gara con “Al posto del mondo”, scritta a quattro mani con la cantautrice italo spagnola Diana Tejera – e Sarah Jane Morris, ospite nella serata del 16 febbraio accanto a Noemi.

sara morrisLa Civello si è esibita a Gioia il 10 maggio del 2009 in una suggestiva performance, accompagnandosi da sola alla chitarra ed al pianoforte in alcuni brani autobiografici, la Morris è tornata per ben due volte a Uèffilo, affascinata dal luogo e dal calore del pubblico il 19 ottobre del 2008 e il 23 gennaio del 2011.

Filippo Cazzola, patron del “jazz club”, il suo direttore artistico, il mitico Marco Losavio e Alceste Ayroldi condirettore artistico della rassegna di Jazzitalia, efficientissimo e puntuale con i suoi comunicati, hanno proposto concerti di altissimo livello e consentito ai presenti di incontrare, conversare e interagire con grandi artisti a pochi metri da loro per l’intera serata. E tutto questo in una città di provincia, nella quale ha i natali “jazzitalia” e che a breve, grazie ad un collegamento con Sky potrà condividere i concerti del Uèffilo con il Bluenote di Milano. chiara-civello

“L’amore resta il mio tema preferito – afferma la cantautrice di origini pugliesi raggiunta telefonicamente – questo brano lo porta su un’altra dimensione, verso un coinvolgimento superiore”.

Riguardo alla presenza a Sanremo, non ha dubbi: “Vivo l’emozione di entrare in un pezzo di storia importante della canzone italiana con grande leggerezza, sono una che non ama la routine e questa avventura al Festival mi permette di fare un’esperienza importante”.

Di seguito gli stralci di due articoli pubblicati sul bimestrale “la Piazza” in occasione dei concerti gioiesi.

 

Chiara Civello

civello 2“Donarsi nel silenzio di un accordo, lasciare che le parole sgorghino dal cuore, ancor legate alle emozioni che le hanno generate, crea un’insolita, rarefatta intimità. La voce calda e seducente di Chiara Civello non graffia: accarezza, inebria, incanta…

Un antico, taumaturgico potere vibra tra le sue corde vocali, accende fugaci stelle di consapevolezza negli intarsi di giada e smeraldo del suo sguardo, sa di esser prodigio, magia. Nei silenzi densi di attesa racchiusi nei brani di ‘The space between”, una profetica intuizione: uno “spazio” vissuto come opportunità, libera scelta e dimensione non solo fisica per esprimere il dilatarsi di un pensiero, di un’assenza, di parole non dette, di mantra che ossessivamente si rincorrono nella mente.    

Tra le sue muse l’Amore con le sue albe, i suoi tramonti, la poesia di un incontro, di un addio condiviso, il tepore di un’ardente passione spentasi senza un perché, frammenti di anima spiaggiati nei nuovi inediti brani proposti in concerto a Uèffilo. In italiano, in inglese, cercando una nota sulla chitarra o sul piano, è un offrirsi continuo, totale che possiede e lascia possedere e genera emozione autentica in una sorta di partenogenesi collettiva.civello 3

Quando non canta, incanta scherzando con la sua band italiana: Marco Siniscalco al basso, Fabio Zeppetella alla chitarra, Fabrizio Fratepietro alla batteria contagiati dalla sua aura, brillano ma non di luce riflessa. Si eclissano, sottraendosi a malincuore a un così magnetico talento, solo quando soffia su di loro una virtuale polverina magica e crea dissolvenza per dialogare con il pianoforte cui affida le sue inquietudini di donna.

Nella musica esita l’eco di un tango argentino, si stempera e dissolve ogni affanno nel sortilegio di un canto d’amore. Dei diciotto brani proposti in concerto ben quattro inediti in produzione e l’ammaliante Trouble, scritta con Burt Bacharach in “Laster quarter moon”, incisione di multietnica melodia, contaminata da blues, soul, funky, pop e jazz con incursioni brasiliane e bossa nova distribuita da Verve, casa discografica di Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, Charlie Parker, Duke Ellington e per la prima volta di un’italiana.

Una creatività tutta “mediterranea” in Isola, concepita con Rocco Papaleo nei tramonti di Stromboli. Seagulls nasce sulla spiaggia di Brooklyn, a pochi passi da casa e Night vede la luce nella magia di una notte. Mediterraneo anche il suo DNA, con nonna Bianca di Martina Franca (suo il piano su cui ricama i primi fraseggi), mamma di Bari e papà siciliano. Chiara chiaracivello ueffilo 20090510 001nasce a Roma il 15 giugno del 1975, studia jazz, a sedici anni vince una borsa studio presso il Berklee College of Music di Boston, spiccato il volo non torna più a casa, si trasferisce a New York e debutta con una produzione di Russ Titelman. Sarà lui a portarla a Santa Monica da Burt Bacharach, un incontro karmico da cui apprenderà moltissimo, destinato a cambiarle la vita.

Se le pietre di Uèffilo potessero raccontare la loro musica, ascolteremmo il corale palpito di un cuore, il vibrante respiro dei fiati, gli esitanti accordi di chitarre alla deriva di una tempesta che ha scardinato tasti e percussioni, l’ultima nota, “in cui è dolce naufragar” nelle profondità del basso e la voce di Chiara, alchemico sortilegio che dona alla pietra un pretesto di vita”.

Dalila Bellacicco

[Tratto da “la Piazza” giugno 2009]

Sarah Jane Morris e Dominic Miller

serata 37 672-458 resize“Uèffilo: luci soffuse, pubblico in vibrante attesa ed una voce da brivido, calda, roca, assolutamente in antitesi con i riccioli rosso tiziano che sfiorano impertinenti la candida porcellana di un viso inglese. Sarah Jane Morris ama i colori, fucsia, bianco e nero ricordano velleità d’arte ma non distraggono da una voce davvero unica, in grado di sprofondare negli abissi delle quattro ottave e inerpicarsi in struggenti, intensi vocalizzi. Nei silenzi che accompagnano gli arpeggi di Dominic Miller le sue mani danzano, ad occhi chiusi diviene diapason vivente, la musica la attraversa, le vibra nelle corde vocali e nel cuore. Un sussurro per dialogare con gli accordi, poi la voce si incupisce, si SarahJaneMorris DominicMiller 19102008 01ripiega, si ritempra quindi riverbera e finalmente libera si distende, riecheggia tra archi, nicchie e volte, si rifrange e ritorna in note pulviscolari da respirare trattenendo il respiro. Nelle pause domina il ritmo cicardiano delle corde di Miller, eccezionale l’empatia tra strumento e voce, il reciproco esaltarsi senza mai creare dissonanze di protagonismo, la lettura emotiva precisa e puntuale del brano, sia esso tragicamente impegnato in una disperata denuncia sociale soffusa di blues che stemperato in “ballate” jazz.

Due musicisti di altissimo livello. Sarah negli anni ’80 da Southampton giunge a Firenze in esordio con la Melody Maker e i Panama, la ascoltiamo con Riccardo Fogli nel ’90, e a Sanremo, l’anno successivSarahJaneMorris DominicMiller 19102008 03o con Cocciante… l’Italia nel cuore e nel mondo in tournèe. “Don’t leave my this way” emoziona come la prima volta, “Another little piece of my heart” e “Me and Mrs Jones” scatenano applausi e accendono ricordi, interpretazioni da brivido per “Fragile” e “Toxic”. Non a caso con suo marito, il musicista David Coulter e Otis di tredici anni, Sarah Jane sceglie di vivere in un piccolo villaggio, Walton. Il successo non offusca semplicità e sani valori.

Dominic Miller musicista argentino forgiato alle corde di Sebastio Tapajos non è da meno: chitarrista dei Police e di Sting, collaborazioni con Peter Gabriel, Phil Collins, Rod Stewart, Tina Turner, classe da vendere e tanta umiltà. Di indole classica con Beethoven nel cuore che batte a ritmo Rock, Miller dedica alla sua piccola Misty “First Touch” e a tutti i presenti rari e soffusi accompagnamenti vocali di una dolcezza infinita. Poche parole, una profondità sorprendente e un’insolita riservatezza che pur sfuggendo le luci della ribalta, le cattura suo malgrado. Queste le frequentazioni del Jazz Club Uèffilo grazie all’orchestrale, sinergica, geniale intuizione di Filippo Maria Cazzolla e Marco Losavio con il supporto di Pino Donvito e Alceste Ayroldi e che regalano ad una città di provincia la magia e le emozioni di notti “blue” distanti anni luce”.

Dalila Bellacicco

[Tratto da “la Piazza” dicembre 2008]

 

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