POESIA DALLE FORTI EMOZIONI CON ILARIA IRIS PALOMBA-foto
Nella suggestiva cornice del Centro Artistico “Spazio UnoTre” a Gioia del Colle di Mario Pugliese, Ilaria Iris Palomba ha presentato e recitato una selezione di testi poetici tratti dalla raccolta dal titolo “i buchi neri divorano le stelle”, pubblicata da Arduino Sacco Editore nell’ottobre 2011.
Nel dare il benvenuto ai numerosi ospiti convenuti Fortunato Buttiglione, a nome anche dei componenti il gruppo promotore delle iniziative Giacomo Leronni, Giorgio Gasparre e Filippo Paradiso, ha anche presentato gli altri protagonisti della serata: i musicisti alla chitarra classica Massimo Bellomo e Donato Schena che con i loro inserti musicali hanno ricreato delle atmosfere andaluse e mediterranee, cantando in lingua spagnola motivi legati al folclore spagnolo e alla tradizione canora andalusa.
Insieme con loro e durante la recitazione delle poesie scelte ha magicamente reinterpretato i testi poetici il pittore e disegnatore Mario Lozito che, con grande vena artistica, ha saputo riprodurre le magiche atmosfere e le emozioni forti rivenienti dalla recitazione dei testi poetici. La documentazione fotografica del suggestivo spettacolo offerto ai presenti è stata effettuata da Fabio Guliersi che ha efficacemente riprodotto i momenti più emozionanti dell’intera serata.
Ilaria Iris Palomba, giovane ventiquattrenne si è laureata in Filosofia all’Università di Bari e attualmente, grazie alla borsa di studio, frequenta l’Università “La Sorbona” a Parigi. Ha pubblicato nel 2007 il suo primo volume di poesie dal titolo “Incesti sinaptici” e, come già detto, nel 2011 il suo secondo volume titolato “i buchi neri divorano le stelle” dai quali ha scelto alcune poesie proposte al pubblico.
La lettura dei testi ha suscitato nei presenti forti emozioni, coinvolgendoli in un viaggio cosmico, tra gli spazi interstellari, rivelando una proiezione irrefrenabile all’originario iperuranio, laddove rivisitare e riscoprire gli archetipi universali: il tempo, l’amore, il cielo, il mare, l’essere e il nulla. In questo percorso l’Autrice si compiace nel vedersi vivere al di fuori di se stessa, quasi producendo uno sdoppiamento della sua personalità e, come se si trovasse in una torre d’avvistamento sospesa nel vuoto, si lascia ammaliare da allucinazioni galattiche, con l’anima votata a inseguire utopiche concezioni e mirabili illusioni.
Tra queste un posto di rilievo viene riservato all’Amore, inteso come forza rigeneratrice, ma anche demone crudele e spietato carnefice, per cui la vicenda amorosa si dipana in un eterno conflitto, in una battaglia senza esclusione di colpi, dagli scenari e dagli esiti per niente scontati.
Parallelamente a questa vicenda si snoda ed ha una valenza prepotente il suo personale progetto della ricerca della felicità, costituita di sogni terreni, di giorni fatati, di desideri sensuali, di brividi da precipizio, di silenzi da bere, di abbandoni non calcolati, di giochi di bimba… in una parola, nell’eudaimonia.
Con questo sembra, infine, che Ilaria sia riuscita nell’intento di realizzare il suo “Nirvana” sulla Terra, concretizzatosi, contrariamente all’accezione originaria dell’azzeramento di pulsioni e di bisogni, nell’esaltazione accanita dei desideri più gestuali e sensuali, che come “… uragani di emozioni nel vento/ investono templi sacri / della mente” e fanno presagire il rincorrere le insidie e le trappole della gioia estrema, col rischio calcolato di ammalarsene irreversibilmente, per concedere sempre e comunque un’altra possibilità all’Amore.
Scatti fotografici a cura di Fabio Guliersi che ringraziamo per la disponibilità.