ROBERTO RE DAVID A UEFFILO E SPAZIO UNOTRE-foto
“Dall’Orizzonte” di “DottorBlue Art Project”: una finestra sull’universo.
Roberto Re David sceglie il 24 febbraio Uèffilo, suggestiva location gioiese, per presentare in prima assoluta il suo ultimo, originalissimo progetto musicale.
Volte antiche ancor più di quelle di Spazio UnoTre per ospitare una delle più audaci e futuristiche, armonie ed esprimere le disarmoniche dissonanze della realtà.
La provocante intuizione jazzistica testata in “Codex” la settimana precedente, riecheggia perfezionata e ampliata a Uèffilo.
L’antitesi è ricercata, esasperata, pretesa… eppur tra voci esotiche, suoni e risacche sembra quasi nascondersi un’ancestrale preghiera.
Una vibrazione, un mantra recitato a labbra serrate si insinua tra i bassi, viaggia nei meandri di una musicalità incompresa, tesse la trama e l’ordito di uno spartito immaginifico, le immagini e non più le note ricamano arpeggi distorti ad arte per criptare messaggi di amore, odio, gioia e dolore.
Roberto Re David compone musica e versi, programma, suona la sua keyboard, è “software synth, voice”, in realtà – inconsapevolmente o forse no – preme con forza sui tasti emozionali di chi ascolta, distratto dalle immagini in video, smarrito nella ricerca di una costante tra i diversi registri di suono, trascinato nel limbo ipnotico di psichedeliche sensazioni che affinano la sua sensibilità consentendo al musicista di interagire e svelarsi, ispirarsi e nutrirsi di emozioni e a sua volta ispirare ed emozionare
Suo complice e co-produttore Antonio Lo Re (Trumpet – Flugelhorn – Digital Effects Pedal – Kalimba – Cajòn), musicista che Filippo Cazzolla tenne a battesimo in altri luoghi e tempi, serafico serafino che con la sua tromba intreccia divinamente le note in una originale tessitura. Amplifica, sfuma, echeggia, si eleva, velocizza il vibrato per creare effetti sincronici con le immagini per poi abbandonarsi a tribali percussioni quando il ritmo incalza.
Antonio affianca Roberto, lo precede in audaci fughe, interseca sonorità affini per poi riprendere il volo, sfiorare in crescendo il cielo con i suoi glissati ed infine planare negli inferi dei bassi.
Mimmo Galizia “Sound Engineer e Live Electronics” in empatica, tecnologica connessione con i due musicisti, interagisce con creatività intuendo velature, amplificando distorsioni, esasperando suoni, dando alle immagini le coordinate su cui danzare e traendone al contempo suggerimenti.
“Dieci lunghi percorsi sonori” per esprimere e condividere una visione di libertà.
Le riflessioni di Roberto, recitate da Francesco Maria Antonicelli, indossano effetti speciali “…a passo d’uomo… inseguendo le scie di un Creatore”, guidate “da un puro gioco, senza inganni”, per poi raggiungere la consapevolezza che “vi sono tante verità, ma la Verità è una sola, ultima…” e che l’essenza dell’uomo è nella fratellanza.
Spazio e tempo vorticano in elicoidale amplesso nell’esplosione cromatica di un cosmo musicale che si evolve e dissolve, dando vita al DNA di frequenze sonore sconvolgenti per bellezza ed esasperata voglia di esistere.
“Segnali psico-emotivi” trasmessi da una “stazione radio elettro-acustica”, contaminano generi e suoni, circondati da un’aura di energia che rabbrividisce tra scintille scaturite dall’intima connessione tra mente e spirito.
La razionalità compone la partitura “tecnica”, lo spirito la scompagina e la reinterpreta per dar vita ad emozioni irripetibili, imprevedibili, casuali che le video immagini proiettate dal vj EffettoZERO tentano di decodificare imponendo un loro ritmo. In realtà replicano schemi universali, gli stessi cui è ancorata l’evoluzione, utilizzando un diverso “decoder”.
L’intuizione è felice: musica e colori sono gli unici linguaggi attraverso cui l’universo dialoga, suoni e gradienti cromatici ancor più delle parole possono esprimere un’emozione, esplodono ed implodono, corrono sulla lama di mille orizzonti e di un filo di rame o in wireless, sintesi estrema di un impulso elettrico, la stessa chimica che dà vita ad un pensiero.
Tra il pubblico tanti amici e Giacomo Eramo. A Spazio UnoTre qualche giorno prima Giacomo, Roberto e Mimmo hanno ripercorso l’evoluzione umana coinvolgendo anche Patà, in bandana e scodinzolante entusiasmo, decisa a partecipare e dar “voce” all’evento.
Mario Pugliese, ispirato dalla loro musica, aggruma volti, crea nebulose, stende colori “musicando” attraverso surreali immagini, surreali sonorità.
Dopo aver sperimentato la mancanza di gravità e punti di riferimento attraverso video proposti dal pittore, non vi è suono esistente in natura che non sia stato cercato, intuito, proposto, dall’esplosione casuale di una supernova al boato di una nucleare, umana follia, dal barrito di un mammut al vagito di una umanità ben rappresentata da camaleontiche macchie di colore che corrono, si inseguono, si insinuano, salgono e scendono muri, strade, palazzi, cambiamo forma, tinta, DNA…
Nel “ritorno” al big bang, naturale implosione di un futuro sempre più incerto e precario, disamorato e irrispettoso nei confronti della natura, Roberto si scatena. Suona ad occhi chiusi, percorre la tastiera alla velocità della luce… non sono sufficienti le dieci dita per dar voce al caos. Gomito e braccia si prestano a questa urgenza, sublimanti, insoliti strumenti per musicare creazione e Creatore. Ne è da meno Giacomo Eramo. Sax e cuore hanno lo stesso respiro, sussurrano, urlano, arrochiti dal fuoco di una vulcanica passione per la musica. Il pathos delle note scaturite dal sassofono esprime e dà “voce” più di mille parole allo spasmo della morte, al travaglio della rinascita.
Pulsano echi lontani nella sua improvvisazione, si rifrangono nell’oceano del tempo, captati da sonar metafisici che scandagliano l’animo in un eufonico silenzio orfano di parole.
Cenni biografici
ROBERTO RE DAVIDFiglio di musicista, inizia il suo sentiero musicale cantando, da bambino, nel gruppo di suo padre. In seguito si iscrive al Conservatorio Musicale N. Piccinni di Bari dove studia contrabbasso e composizione.
Contemporaneamente inizia a studiare privatamente pianoforte (strumento da lui prediletto) e canto lirico. Nel 1999 fonda il Vidread Ensemble, gruppo dedicato all’esecuzione di musica contemporanea, in qualità di pianista e direttore. Nel 2004 si trasferisce a Torino dove studia naturopatia e musicoterapia e collabora presso l’Associazione Culturale Ibn Sina e con il Centro Interculturale Dar Al Hikma per i quali organizza concerti, mostre d’arte e insegna e suona il piano-forte. Approfondisce le tradizioni filosofiche e musicali orientali, in particolare quella indiana e quella islamica di provenienza turca, araba e persiana con l’ex direttore del conservatorio di Stato di Baku (Azerbaijian), Fakhraddin Gafarov ora residente a Milano.Nel 2005, ritornato in Puglia, inizia lo studio della musica elettronica nei suoi diversi aspetti e si interessa al canto e alle musiche della tradizione lamaista tibetana. Successivamente lavora per la MSC Crociere con l’incarico di pianista, arrangiatore e responsabile della Crystal Lounge Orchestra viaggiando per tutto il Mediterraneo. Nel 2006, insieme al compositore Giacomo Eramo, collabora con i Vertere String Quartet come arrangiatore e compositore.
Scrive musica per il teatro e per il cinema collaborando con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, con l’Apulia Film Commision e con la Sattva production di Bologna del regista Michele Fasano. Tra il 2007 e il 2009 si esibisce con il batterista Dante Spada in un progetto di musica improvvisata, collaborando anche con pittori, attori e ballerini. Suona e scrive per diverse formazioni e registra numerosi lavori di musica elettronica tra cui quelli con il trio Blue,Cocktail&Groove. Nel 2010 fonda DottorBlue art project insieme al trombettista Antonio Lo Re con il quale si esibisce, anche in acustico, con un repertorio di brani originali e jazz standard. Successivamente registra il suo ultimo disco di pianoforte solo e collabora in duo, sax e pianoforte, con il musicista-compositore Giacomo Eramo in un progetto di musica improvvisata su stili del ‘900. Nel 2011 registra il disco “Dall’Orizzonte” del duo elettro-acustico DottorBlue art project insieme al trombettista Antonio Lo Re. Successivamente è ospite, nel disco “Zahir”, del compositore Massimo Carrieri.
ANTONIO LO REInizia lo studio della tromba all’età di sette anni sotto la guida del Maestro Don Pietro, allora direttore della banda di Martina Franca, suonando il flicorno in mi bemolle, come suo nonno Vito Lo Re. Successivamente si dedica a fare il dj e all’ascolto della musica rap ed elettronica e collabora con gruppi rock psichedelici. Nel 1999 inizia un progetto di un anno presso la ST. Pierce School for Special Needs di Lingfield (Londra), nel quale si occupa di musicoterapia. Nel 2000 si trasferisce a Milano dove collabora al progetto Panthalassa con Giovanni Calella e Leziero Rescigno. In inverno viaggia in Africa (Libia, Egitto, Israele, Giordania, Sènegal) partecipando a jam sessions con musicisti locali e tenendo dei concerti come guest presso l’Hotel de la Rèsidence in collaborazione con Braoun Thiam jazz Quartet nell’ambito del festival Jazz di Saint Louis. Nel 2001 si trasferisce a Menorca (isole Baleari) ed inizia a collaborare con varie formazioni locali: Baraka (jazz flamenco), Irauki (son cubano-salsa) A.M.I.C. (jazz), La Vieja Catana (musica latina). Con queste formazioni partecipa a diverse iniziative nell’ambito del Festival Jazz Obert, suonando inoltre in hotels, bar e feste private in tutta l’isola, così come a Barcellona, Palma de Maiorca, Pamplona, Madrid etc. Frequenta i corsi della Escuela de Mùsica de Ciutadella, sotto la direzione del pianista Jesus Gonzalez e del chitarrista Pere Arguinbau. Nel 2005 torna in Italia ed inizia a collaborare con Nicola Masciullo, Angela Iurilli del Teatro Kismet ed altri musicisti al progetto UROBOROS, uno spettacolo teatrale-musicale con il quale si esibiscono al Kismet ed in altri teatri in Puglia. Nello stesso periodo fonda insieme a Govinda Gari, Claudio Chiarelli, Camillo Pace e Antonio Palmisano i Latin Satin. Insieme a Dino Parrotta (Primo Teatro) e Nicola Masciullo realizzano ”Il Pescatore di Radici”, concerto poetico dedicato a Pablo Neruda. Nel 2006 entra a far parte del gruppo Cubana Sonera, collaborando con la cantante Mariblanca Armenteros, Giovanni del Core, Roberto Andrisani, Andrea Cianca. Nello stesso anno partecipa al progetto teatrale AISHA, in collaborazione con attori marocchini, partecipando a spettacoli in Puglia ed Emilia Romagna.
Nel 2007 collabora inoltre con Nicola Masciullo al progetto Pesto Loco, incontro fra elettronica e musica strumentale. Nel 2008 collabora con la Big Band del Conservatorio di Bari, nell’ambito del corso di jazz di Primo Livello partecipando ad alcuni festival, quali Multiculturalità, e collaborando con Roberto Ottaviano, Davide Santorsola, Andrea Gargiulo, Giuseppe Bassi, Pippo D’Ambrosio. Nel 2009 partecipa alla registrazione del disco Hocus Pocus Improvisers Orchestra diretta da Gianni Lenoci. Nello stesso anno partecipa in qualità di road manager alla tournèe del pianista flamenco Diego Amador, con il trio costituito da Julian Heredia e Israel Varela. Nel 2010 fonda il gruppo Mr. Kenyatta, un tributo alla musica di Lee Morgan, in collaborazione con Govinda Gari, Claudio Chiarelli, Andrea Acquaviva e Rocco Zizzi. A giugno nasce il progetto DottorBlue art project con il pianista-compositore Roberto Re David, dedicato alla musica elettro-acustica, utilizzando una pedaliera digitale per processare i suoni della tromba. Registra l’album di esordio “Dall’Orizzonte” del duo DottorBlue Art Project.
Scatti fotografici a cura di Fabio Guliersi (Spazio UnoTre), di Gregory Venere e GioiaNet (Ueffilo Jazz Club) che ringraziamo per la gentile collaborazione.