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DUE GIOIESI OSPITI AD ALTAMURA “OMAGGIO ALLE DONNE”-video

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Un omaggio alle Donneomaggio-donne-tragnipensato” da donne per la ricorrenza dell’8 marzo, in una cornice davvero insolita: la Chiesa di Santa Chiara, un gioiello d’arte e spiritualità incastonato nel centro storico di Altamura. Ad organizzare l’evento il Club Federiciano e la sua vicepresidente Lucia Simone, a condurre la serata con entusiasmo e indiscussa competenza, la mitica presidente Bianca Tragni.

Tra gli ospiti due gioiesi, di cui una “adottata”: la poetessa Hafida Faridi, di recente insignita a Martina Franca del premio “Ignazio Ciaia – Città di Crispiano” per il suo libro “Quando il silenzio parla. Il balsamo dei cuori”, premio che le consentirà di donare 49 libri ad una biblioteca, e la flautista Ilaria Stoppini, per l’occasione “improvvisata” accompagnatrice delle letture poetiche e ancor più imprevedibilmente “improvvisata orchestrale” in uomaggio-donne-hafida-ilariano dei brani dell’eccezionale ensamble che ha accompagnato le cantanti per l’intera serata.

Hafida il 13 marzo, alle ore 18, sarà relatrice nella sala conferenze di Palazzo De Mari nel seminario cittadino “Emigrazione tra asperità ed arricchimento in universali emozioni” con il giornalista Leo Lestingi. Organizza l’evento l’Università della Terza Età di Acquaviva presieduta da Marilena Chimienti, presentatrice della serata, introdurrà la nostra Dina Montebello.

Nella Chiesa di Santa Chiara impreziosita da splendide tele e cornici dorate hanno cantato Angela Lomurno e Antonella Miglionico (soprano), Antonella Nuzzi (mezzosoprano) e Maria Moramarco (cantatrice), accompagnate dall’organista Sara Dambrosio, dalla fagottista Arcangela Lorusso, dalla chitarrista Irene Sardone e dalla violinista Serena Tragni.

Tra i brani che più hanno emozionato e conquistato i presenti, eseguiti con elegante raffinatezza e sorprendente professionalità, “Dulcisomaggio-donne-cantanti Christe” di Grancini, la lauda medioevale “Madonna de Claritate”, “Domine Deus” di Vivaldi, “Ave Maria” di Caccini, “Deh, vieni non tardar” di Mozart, “O mio babbino caro” di Puccini, “Ave Maria” di Mascagni, “Barcarolle” di Offenbach, “Bachianas Brasileiras” di Villa – Lobos, “Habanera” dalla Carmen di Bizet (Bianca Tragni, trascinata dal ritmo, ha letteralmente “diretto” dalla sua postazione orchestra e cantanti), “Non ti scordar di me”, “Torna a Surriento” ed infine “Carusodi Lucio Dalla.

Tra le artiste che hanno “colorato” l’evento, la pittrice Claudia Carlucci che ha donato sue tre opere di cui una dipinta nel corso della serata, raffiguranti tre donne: la patriota risorgimentale Antonietta De Pace (la ricordiamo avvolta nel tricolore accanto a Garibaldi), la marchesa Giulia Falletti di Barolo (ospitò Silvio Pellico e operò a favore della carcerate, tanto da ispirare un progetto di riforma carceraria attuato nel 1821), e Suor Colomba omaggio-donne-nonninaSabini, badessa e fondatrice della Chiesa delle Clarisse di Altamura, nel 1799 salita agli onori della cronaca per aver difeso strenuamente le sue consorelle e il suo amore per Cristo.

Grazie alle offerte dei presenti che hanno acquistato i quadri e apprezzato il concerto, un piccolo ma significativo contributo sarà devoluto alla costruzione di un monastero delle Clarisse in Venezuela, presso cui è missionario padre Matteo, il quale ha ringraziato i presenti nel suo accorato messaggio letto da Bianca Tragni.

All’ottima musica che ha percorso attraverso brani religiosi, classici, canti popolari e moderni, il complesso universo femminile, si sono alternate letture e recitazioni molto suggestive.

Attrice di eccezionale pathos Teresa Dileone che ha interpretato un monologo tratto da “Maledetta guerra”, commedia in vernacolo di Scalera, sincera la sua disperazione nel ricordare il figlio morto in guerra, istante che ha evocato il dolore omaggio-donne-pubblicodi tutte le madri che hanno perso i loro figli – prima fra tutte la Madonna straziata davanti alla croce – tanto da scoppiare in lacrime tra le braccia di Bianca.

Al pari di Teresa, Maria Moramarco ha “esorcizzato” il vissuto di umiliazioni e sudditanza delle donne del Sud con i canti popolari da lei composti e musicati (Rosalia Crispi, Brunett jind a Sanderm, Mannammille), storie radicate nella tradizione pugliese, ispirate da vicende di cui si smarrirebbe memoria e “dialetto” (nello specifico, quello santermano) se “cantastorie” come la Moramarco non portassero artisticamente nelle piazze e nei teatri il vissuto sociale del nostro recente passato.

A registrare fedelmente il tutto l’ingegner Carlo Cardano, “tecnico audio e video” dell’evento che ringraziamo per averci fornito i video in coda all’articolo.

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