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CUSCITO: “NO BUONI BENZINA, SÍ BUONI PROGRAMMI”-foto

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nigro-sala-de-deoBanditismo sociale, da Robin Hood ai giorni nostri“, una conferenza di allarmante attualità “pensata” nei giorni scorsi da Franco Gisotti a sostegno della candidatura di Enzo Cuscito a sindaco di Gioia, relatore d’eccezione Raffaele Nigro che sulla storia del “banditismo” ha competenze enciclopediche.

Nigro dà sin dall’inizio un utile consiglio alla coalizione “Per il bene Comune” per portare a casa la vittoria: metter su un corposo numero di comitati e di ragazzi “prezzolati” cui affidare anche il compito di rappresentanti di lista. Quindi continua ad ironizzare ricordando il carico di polli arrosto di Corato, a corredo del candidato sindaco, i buoni benzina, gli appalti…

nigro raffaele interventoSi può esser marxisti senza essere atei…- afferma lo scrittore sottolineando con candore l’evidente ossimoro dell’esser stato segretario del PD e docente di religione, evento talmente intrigante da “scritturare” Enzo Cuscito nel suo prossimo romanzo.

Parte quindi una disamina storica ricca di aneddoti sul banditismo…:“Sono cresciuto a pane e Normanni, vino e briganti…”.

Il brigantaggio nasce da Caino e Abele – afferma Nigro – il brigante è un uomo proveniente da classi sociali disagiate, costretto a darsi alla macchia per rispondere a una qualche violenza subita e a farsi giustizia da sé laddove le leggi non si mostrano eque. raffaele-nigro-enzo-cuscitoQuesta immagine eroica nasce in età romantica con Washington Irving, George Byron, Walter Scott, ma pare già diffusa tra cantastorie e poeti. Si narra di figure leggendarie provenienti a volte da famiglie aristocratiche che hanno subito violenze o hanno abbracciato una qualche causa politica come Robin Hood, la Primula Rossa, Fra Diavolo, Il Passatore, Zorro, i tanti corsari della marineria anglo olandese. Dopo il 1861 non è possibile in Italia raccontare alla maniera romantica ed esotica di Dumas o di Washinton Irving e solo un giornalista come Marc Monnier che approda in Italia in età di realismo scientifico introduce un racconto che è cronaca politica, anzi non è lui a introdurlo, perché la prima edizione del Diario di Borjes esce in Francia. Nel 1870 il brigantaggio diviene politico. Un esempio di come esso venne strumentalizzato ai fini del potere ce lo offre proprio un Papa. Sisto V fece radere al suolo i paesi che ospitavano i briganti, nigro-gisotti-cuscito2 pubblicoeppure la Chiesa non ebbe scrupoli nell’armarli contro gli insorti della Repubblica napoletana nel 1799, della Repubblica romana nel 1849 e di sostenerli in funzione antiunitaria contro i piemontesi.”

Di briganti “sociali” che capeggiano nel 1725 la rivolta del pane, di Matteo Cristiano, Angelo Antonio Della Monica, Giuseppe Schiavone e Giuseppe Caruso – quest’ultimo brigante filo borbonico innamorato della bella Filomena Pennacchio – racconta vita e gesta.

Giuseppe Schiavone aveva imparato a leggere e scrivere, non voleva tornare a fare il capraio, ma non lo vollero nella Guardia Civica e si dette alla macchia. Si innamorò nigro raffaele de deoperdutamente di Filomena Pennacchio, alta, bionda, di Sant’Agata di Puglia. Un dipendente dell’Ufficio delle Entrate la sposò. Tormentato dalla gelosia le rendeva la vita impossibile e lei alla fine non ne poté più e una notte lo uccise infilandogli uno spillone in gola. Per non finire in carcere fuggì nei boschi, incontrò Caruso e divenne la sua donna. Quando quest’ultimo cadde in un’imboscata e passò ai Piemontesi, Filomena divenne l’amante di Schiavone, ma la fidanzata di quest’ultimo, inviperita lo tradì, venne catturato e incarcerato. Prima di essere fucilato, chiede di poter salutare per l’ultima volta Filomena, di fatto svelando dov’è nascosta. In realtà agisce così per salvare il figlio che ha in grembo, in carcere avranno cura di entrambi.”

nigro cuscito enzoDelinquenti e romantici, spavaldi e feroci, mercenari e uomini d’onore, i briganti sono tutto questo. Non è però onesto ridurre il brigantaggio a fenomeno delinquenziale, risulta più convincente l’interpretazione di “rivolta anarcoide, risposta selvaggia, priva di regole e di programmi, di un popolo stremato da antiche questioni economiche”.

Una rivolta in cui può accadere che il brigante diventi ciò che Friedrich Schiller, nel dramma “I Masnadieri”, voleva che fosse: Un giustiziere contro la madre di tutti gli inganni: la politica”.

Le riflessioni di Nigro risultano efficaci nel momento in cui insistono sull’uso che del brigantaggio è stato fatto di volta in volta dal potere.

nigro-conferenza-cuscitoNel suo libro “Giustiziateli sul campo – Letteratura e banditismo da Robin Hood ai giorni nostri” pubblicato nel 2006, lo scrittore parte dal Medioevo con Robin Hood e arriva alla Lega Nord ed ai movimenti neoborbonici dei giorni nostri.

Se per Franco Gisotti è insolito “sentirsi un po’ rivoluzionari nel sovvertire le regole stabilite da questi due monarchi a Gioia”, per Enzo Cuscito non ci sono dubbi: “Per il bene comune non servono buoni benzina ma buoni programmi, ci si deve sentire parte di una famiglia, i valori dell’amicizia, della solidarietà sono il vero collante. Non esiste solo la politica distruttiva degli affari, degli interessi personali di pochi a discapito dei tanti, ma anche quella che costruisce, fondata sul bene comune”.

(Un particolare ringraziamento lo rivolgiamo a Maria Castellaneta e a Cataldo Liuzzi per il loro contributo fotografico)

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