PADRE PIO DE MATTIA, LE FRONTIERE DEL CUORE
Un futuro senza frontiere, un sogno, un desiderio che stenta a realizzarsi, perché le frontiere le abbiamo nella nostra anima prima che tracciate sui confini di mappe e carte militari. Le frontiere che bisogna abbattere sono i nostri pregiudizi, i nostri privilegi a cui nessuno vuole rinunciare, eppure a sentire un nostro concittadino, le frontiere si abbattono, anzi si sgretolano giorno dopo giorno con la forza della volontà, con l’aiuto di tanti piccoli volontari che non dimenticano mai i più deboli e bisognosi.
Non sto parlando di un grande della storia, di un Nobel per la pace, del fondatore di Amnesty International o di Medici Senza Frontiere, sto parlando “semplicemente” di Padre Pio De Mattia, un missionario di Gioia del Colle, un sacerdote, un uomo di un coraggio senza pari con un animo nobile e una forza sovrumana, capace di abbattere non solo le frontiere della miseria, della povertà, dell’ignoranza, ma addirittura, con le sue opere e il suo carisma frenare una sanguinosissima guerra che da anni si combatte fra le forze governative congolesi e i ribelli del generale di etnia Tutsi Laurent Nkuda, nel Nord Kivu ai confini con il Ruanda.
Padre De Mattia, con l’aiuto di molti nostri compaesani e non solo, ha raccolto i ragazzi di strada di Bukavu, costruendo per loro la Casa di Accoglienza, inoltre ha costruito una scuola materna e una scuola elementare. Ha inoltre provato a costruire una Scuola Superiore nella stessa città, perché ha la consapevolezza che solo l’istruzione potrà affrancare questi giovani, ragazzi e ragazze dalla miseria, dal reclutamento violento che ne fa dei soldati bambini a solo dodici anni.
Don Pio De Mattia continua la sua opera per le strade di Bukavu occupandosi di tanti altri ragazzi di strada, essi sono decine di migliaia che vivono nella miseria nei quartieri di Nguba e di Kadutu. Ci vogliono tanti Padre De Mattia, ci vogliono tante brave persone che devono continuare ad aiutarlo. Ormai sono anni che la comunità della Casa dell’Accoglienza è alle prese con questo dramma umanitario.
Noi non abbiamo nemmeno idea della tragedia di questo angolo di mondo. Un mondo senza frontiere, senza filo spinato a dividere fratelli della stessa lingua e della stessa razza, questo è il sogno di Padre di Mattia, un mondo senza più Tutsi o Hutu, senza bambini soldato, senza donne violentate per pulizia etnica, niente più sfollati e campi profughi, niente più case dell’accoglienza saccheggiate e terrorizzate. Quanti ostacoli ha già abbattuto quest’uomo ormai provato e solo e quanti ancora ne dovrà abbattere per un futuro senza frontiere per le sue migliaia di ragazzi ancora rinchiusi nel filo spinato!
(Simon Vasco, IV B Liceo classico “P. Virgilio Marone”)