Archivio Gioianet

La Voce del Paese – Un Network di Idee

Attualità

ALESSANDRO LEOGRANDE NARRA “IL NAUFRAGIO”-video/foto

leogrande-presentazione-libro-pp

leogrande e scelsi“Fino a quel momento Bardhosh non aveva mai pensato che il mare potesse essere associato alla violenza. Alla disgrazia, sì. All’onnipotenza della natura, anche. Ma non aveva mai pensato di poter associare il moto delle onde […] alla violenza dell’uomo. […] Al sopraggiungere della tragedia”.

Con queste parole Alessandro Leogrande – giornalista e scrittore, nato a Taranto nel 1977 – inizia il suo ultimo libro/inchiesta ‘Il naufragio’, edito Feltrinelli 2011, e presentato a Gioia del Colle, martedì 19 giugno.

L’autore pugliese – accompagnato dal magistrato Giuseppe Scelsi – è ospite dell’ultima puntata di agorà, condotta da Massimo L’Abbate, e organizzata con la collaborazione di Rosario Milano, presso il chiostro comunale ‘S. Domenico’. Durante l’incontro si parla di uno dei più grandi spartiacque della storia dei fenomeni migratori: si parla del Venerdì Santo del 28 marzo del 1997, data nella quale la piccola motovedetta albanese, la Kater i Rades, viene speronata da una corvetta della Marina italiana, la Sibilla. Speronamentopippo indellicati causa di un affondamento avvenuto nel canale d’Otranto, e nel quale molte, troppe, sono le vittime.

In quel periodo in Italia si scatena il terrore dell’esodo, il terrore dell’invasione […]. Vengono per la prima volte attuate delle misure di respingimento dal mare. Non è un evento naturale: c’è una collisione … e c’è una responsabilità morale e politica”, in questi termini si esprime l’autore pugliese.

Alessandro Leogrande definisce il naufragio della Kater i Rades una pietra di paragone, perché, a differenza di molti altri avvolti nel silenzio, è un avvenimento di cui abbiamo memoria storica. “É stato per me importante raccontare il naufragio della Kater i Rades, perché era come dare risposta indiretta a tutti quelli avvenimenti che non possono essere raccontati […]”.

D’altra parte l’autore pugliese afferma le difficoltà delle indagini, e si sofferma sulla manomissione delle prove daleogrande e giulia sabia parte della Marina italiana, su quel vuoto che definisce ‘indecente’. Si sofferma sull’impreparazione e sul provincialismo culturale degli italiani; sulla dimenticanza di quella che è stata la storia del Novecento, e di quello che è stato, nello specifico, il nostro rapporto con il Mediterraneo.

A tal riguardo Giuseppe Scelsi sostiene: “La risposta italiana è stata una risposta di corto respiro … che non ha tenuto conto che noi avevamo una responsabilità in più, non fosse altro perché eravamo l’area di frontiera e quindi eravamo più a diretto contatto”.

Ma – come amaramente sostiene l’autore pugliese – : “La Storia conta, e l’essere stati incapaci di gestire tale situazione, fa si che noi nel Mediterraneo, e anche nei Balcani, contiamo poco … molto poco”.

E alla domanda del magistrato Giuseppe Scelsi sul se ci fosse un filo conduttore nelle leogrande autografo a giuliatematiche trattate ed elaborate nei suoi romanzi, e sul perché lo sfondo sia sempre pugliese, Alessandro risponde: “Credo che vadano fatti dei libri che raccontino delle storie che non siano state raccontate prima o approfondite …”.

E su quella che è a tutti gli effetti una terra di frontiera e di passaggio, aggiunge: “Racconto delle storie pugliesi, un po’ perché mi sento moralmente chiamato per una questione affettiva, un po’ per un motivo geopolitico. E cioè, nonostante la Puglia sia stata periferica, dopo la caduta del muro di Berlino, dopo la caduta della contrapposizione tra blocchi est ovest, è diventata un punto di contatto, un crogiuolo di culture che fa si che il nostro sguardo sia privilegiato […]”. Ed in effetti il cielo della Puglia è il cielo dell’Adriatico, e se da una parte è italiano, dall’altra è comune a tutti gli altri popoli che si affacciano sulle rive di quel mare.

———————————

Nel video “amatoriale” a corredo dell’articolo, le letture appassionate dell’ottimo Pippo Indellicati, voce narrante della disperazione degli immigrati, l’intervento della nostra redattrice Giulia Sabia – profonde, pertinenti e particolarmente acute le sue riflessioni – e di Vito Stano, che ha trattato problematiche quanto mai attuali. Fuori schermo (causa batterie scariche) Franco Ferrara, come sempre incisivo sulle ricadute sociali dell’immigrazione.

(Scatti fotografici e video a cura di GioiaNet)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *