INTERESSANTI RIFLESSIONI SUL “TEMPO” CONDIVISE DA POCHI
Una riflessione sul “Tempo ai nostri giorni”, in particolar modo sulla gestione dei tempi di vita e di lavoro è questo il tema centrale della Tavola Rotonda, tenutasi giovedì 5 luglio presso la Sala Javarone di Gioia Del Colle, proposta dalla Banca Del Tempo “Kairos”.
A moderare l’incontro la Dott.ssa Antonietta Cimmarrusti, coordinatrice del progetto BDT Kairos, ospiti protagonisti Franco Ferrara, presidente del comitato scientifico Centro Studi Erasmo, Annunziata Rinaldi, psicologa cooperativa Itaca, Bianca Maria Pepe, esperta in conciliazione vita-lavoro e banca del tempo Centro Studi Erasmo, e Rosanna D’aprile presidente del Centro di Ascolto “Dal Silenzio alla Parola”.
Una tavola rotonda al “femminile” che vede protagonista la donna e le difficoltà che spesso incontrano, nel gestire il proprio tempo, dovendosi dividere tra vita familiare e vita professionale. A riportare la propria esperienza di moglie, madre e donna che lavora è l’avvocato Antonella Vasco.
Le riflessioni hanno inizio il primo a prender la parola è il Dott. Franco Ferrara, il quale, spiega che nella società attuale ci sono solo due beni gratuiti: il tempo e il sangue, quest’ultimo non si può produrre artificialmente, non si può comprare, ma insieme al tempo si può donare. Ciascuno dovrebbe imparare a donare gratuitamente il proprio tempo, del resto come ha scritto il poeta americano Carl Sandburg “Il tempo è la moneta della tua vita. E’ l’unica che possiedi e che puoi decidere come spendere. Stai attento non permettere ad altri di usarla al tuo posto”.
A prender successivamente la parola è la psicologa Annunziata Rinaldi, che evidenzia come la percezione del tempo sia soggettiva, nel corso della storia, infatti, ci sono stati diversi modi di concepire il tempo, pensiamo alla società rurale, il tempo era scandito dai ritmi lenti della natura, nella società industriale bisognava rientrare nei tempi di produzione e infine nella società postmoderna, siamo portati a gestire il tempo nel modo più ottimale.
Quello che manca nella società attuale, in cui tutti corrono, si affrettano e sembrano non avere più tempo per se stessi e per la propria famiglia, è una valorizzazione dei “tempi morti” la cosiddetta noia, che afferma la dottoressa è fondamentale per i bambini, infatti, non serve riempire le loro giornate con svariate attività, ma è anche utile farli annoiare perché in tal modo i bambini si reinventano e cercano nuovi stimoli. La dottoressa concentra l’attenzione sulla famiglia, in particolar modo sulla figura della donna, che vive una costante tensione tra la voglia di lavorare di affermarsi professionalmente e la responsabilità di prendersi cura della famiglia.
L’immagine stereotipata della donna come madre e moglie casalinga addetta alla cura del focolare domestico, spiega la psicologa, crea un appesantimento psichico nella donna, per evitare ciò bisognerebbe, creare una situazione di benessere e di equilibrio, fondamentale è l’aiuto del partner che deve andare incontro alla propria compagna, e il supporto dell’eventuale famiglia allargata, perché salvaguardare l’interesse di una singola persona significa salvaguardare l’interesse della comunità.
Ed è proprio questo il fine della banca del tempo, spiega la dottoressa Cimmarrusti, coltivare i rapporti umani, recuperare il senso degli altri, avere tempo per sé e tempo da donare e condividere, aprire nuove strade per salvaguardare il benessere di tutti.
Bianca Maria Pepe, riprendendo il discorso della psicologa, afferma che oggi assistiamo, per fortuna, a una maggiore presenza della donna nel mondo del lavoro, nel suo discorso Bianca Maria si richiama al concetto di “Doppia presenza”, della sociologa Laura Balbo, che indica proprio l’idea della duplice responsabilità di cui si fa carico la donna, sia verso la famiglia e sia verso la propria indipendenza, rappresentata dal lavoro, che chiaramente viene penalizzato. Sarebbe l’ideale trovare la giusta conciliazione tra la vita professionale e la cura della famiglia con una più equa ripartizione degli incarichi familiari con il proprio partner. Conclude il suo intervento affermando: “È da noi che deve partire il cambiamento, perché deve essere prima di tutto un cambiamento culturale”.
Come testimone di quanto affermato in precedenza l’avvocato Antonella Vasco, fiera della sua vita familiare e professionale ribadisce l’importanza di organizzare in maniera meticolosa le proprie giornate per poter raggiungere un equilibrio tra vita domestica e professionale, è necessario creare un rapporto basato sul dialogo e sulla collaborazione tra i due partner, in modo tale da non rinunciare alle proprie aspirazioni lavorative. Chiaramente quello dell’avvocato Antonella Vasco, è un esempio positivo, ma purtroppo ci sono ancora molte donne, che vivono in situazioni svantaggiate, e non riescono ad avere una vita lavorativa soddisfacente, perché imprigionate nel ruolo di madri e mogli è a queste donne che bisogna maggiormente porgere il proprio aiuto, e la banca del tempo potrebbe essere un punto da cui partire.
Un pomeriggio intenso e ricco di riflessioni importanti, che ha permesso ai pochi (purtroppo) presenti, tra cui l’assessore alla cultura Piera De Giorgi, che si è mostrata fiera della neonata associazione, di meditare sulla corretta gestione del proprio tempo.