STORIE DI TEMPLARI A GIOIA CON RAFFAELE LICINIO-foto
“Il naso del templare”, un titolo decisamente insolito per un’opera composta da “sei saggi storici su templari, corsari, viaggiatori, mastri massari e monstra medioevali” a firma di Raffaele Licinio e Franco Cardini, due prestigiosi e accreditati storici divergenti per scelte culturali e politiche ma affini e rigorosi nel metodo di ricerca.
Grazie ai due luminari, il primo presente ed il secondo evocato attraverso aneddoti e letture, una “ventata” di Medioevo rende la serata del 12 luglio meno afosa e incandescente.
Elvira Pedone, presidente dell’Associazione “Petali di Pietra”, accoglie gli ospiti nel Chiostro del Comune. Con contenuta emozione saluta il suo professore, Raffaele Licinio, ringrazia Pasquale Cordasco, direttore del Centro di Studi Normanno Svevi e Giuseppe Losapio con cui condivide l’esperienza di docenza di Storia e letteratura italiana in Friuli. Al tavolo dei relatori l’assessore alla Cultura Piera De Giorgi e nelle vesti di moderatore Lucio Romano.
Elvira invita tutti alla IV edizione della Festa Federiciana, di cui l’incontro è preludio, e ringrazia quanti collaborano alla sua riuscita, valorizzando e promuovendo il territorio. Un unico cruccio: non poter fruire a pieno del Castello, simbolo dell’evento eppur “realtà ormai aliena” per i gioiesi.
Vano, purtroppo, il suo accorato appello alle istituzioni, in quanto il sito verrà – a differenza degli anni passati – inspiegabilmente “negato” a danze, spettacoli e mostre di artisti gioiesi.
Le stesse splendide opere di Gino Donvito, in bella mostra nel Chiostro, non sono “ammesse” nell’atrio del cortile ma vengono relegate accanto all’ingresso, sulla piazza, così come non è possibile offrire gratuitamente agli avventori la visita guidata in costume.
Lucio Romano – moderatore dell’incontro – definisce la Festa Federiciana “non occasione di svago e curiosità, ma di ricerca storica, attenta ed appassionata… un modo privilegiato per far vivere alla città interessanti escursioni, non solo per immaginarla con gli occhi di ieri, ma per renderla un importante e ricercato evento che spaziando dalla storia alla tradizione, fa sentire tutti protagonisti del proprio passato.”
Saluta Licinio, ospite nel novembre del 2010 nella rassegna “Righe d’autunno” da lui ideata (http://www.gioianet.it/cultura/2061-un-viaggio-affascinante-tra-i-castelli-del-sud-foto-.html), quindi passa la parola a Piera De Giorgi che sottolinea il valore dell’iniziativa e l’impegno dei “petalini” e saluta con cordialità i relatori, ricordando i fasti dell’incontro organizzato con Cardini al Liceo Scientifico (http://www.gioianet.it/cultura/2892-europa-e-islam-in-dialogo-al-canudo-.html).
Pasquale Cordasco – legato a Gioia da ricordi, amicizie e trascorsi giovanili – porta il saluto del suo Centro Studi all’Associazione, sottolineando come l’attività di “Petali di Pietra” si svolga nella stessa direzione perseguita dal Centro: ricerca seria e documentata ma senza chiusure nelle “torri di avorio”.
“Possono i particolari modificare gli eventi storici? Questo il filo conduttore dei sei saggi di Franco Cardini e Raffaele Licinio – a detta di Giuseppe Losapio che ne ha curato la presentazione nel libro – un dialogo speculare e indiretto tra due storici che raccontano il passato, un tesoro fatto di parole, immagini, storie e frammenti di vita che hanno un compito preciso, quello di produrre pensieri e meditazioni. Un libro impensabile negli anni ’70, nel quale i due autori denunciano i propri limiti.”
“Historia facit saltus… La storia – scrive Cardini nel primo saggio – a differenza della memoria è il regno della discontinuità… Alla fine di qualunque storia, permane sempre qualcosa di incompiuto e irrisolto!”
“Il naso del templare”, allegoricamente mutuato dal “Naso di Cleopatra” di Blaise Pascal, è il titolo scelto da due storici davvero unici per temperamento, incisività e capacità di relazionarsi con i media.
“Il loro – dichiara Losapio – è un dialogo implicito tra due diversi modi di vedere la storia europea e mediterranea su sponde politiche differenti, attraverso un comune metodo storico. Si incontrano per la prima volta nell’83 a Bari, nel Centro Studi Normanno Svevi diretto da Giosuè Musca, insieme terranno esami nel carcere.”
Cardini, toscano “intellettuale disorganico” con un passato nei movimenti della destra italiana, insegnerà dall’85 all’89 Storia Medioevale nell’ateneo barese. Licinio animatore del ’68 barese, gramscianamente intellettuale organico, militerà nel PCI ed insegnerà nella stessa Università fino al 1999 Antichità e istituzioni medioevali, quindi e a tutt’oggi Storia medioevale.
Nel 2002 le loro due firme sono le prime ad essere apposte sulla petizione per bloccare la creazione di un parco esoterico su Federico II nelle vesti di “ultimo dei faraoni”, con tanto di piramide e chiesa templare nella periferia di Bari, una battaglia civile che vedrà raccogliere 1.082 firme in tutto il mondo. La vicenda per Licinio si concluderà in tribunale a seguito di una denuncia penale per aver ostacolato il “faraonico” progetto.
I due storici divengono amici e iniziano a collaborare per il recupero del patrimonio storico e archeologico pugliese e italiano, nasce l’esperienza di Puglia in-difesa (www.pugliaindifesa.org) ed infine questa opera.
Nel primo dei sei saggi “Due ragazzi in aeroplano, ovvero il senso e il nonsenso della storia”, Cardini considera il ruolo dello storico in continua ricerca di certezze puntualmente smentite dalla stessa storia.
“Il romanzo del templare che si fece corsaro” narra di Ruggero da Flor, un templare pugliese davvero insolito. “Le strutture del viaggio-pellegrinaggio in Terrasanta alla fine del trecento. Un modello toscano ed altri testi” illustra i viaggi di quegli anni.
Licinio riparte specularmente da questo punto per scrivere “Le strutture del viaggio-pellegrinaggio nel Mezzogiorno normanno e svevo. Ostelli, locande, taverne e masserie come luoghi di comunicazione”, segue “Agralisto di Bari, un massaro del Duecento”, insolito ed umoristico dialogo nel quale il protagonista attraverso la microstoria e i suoi innesti nella storia, traccia un indimenticabile affresco di pugliesità.
Infine un’antologia di “tanti piccoli non luoghi storici semantici e concettuali, che vedono l’aforisma pascaliano divenire un monstrum. Il sottotitolo è ironicamente accattivante: “Monstra: tutto ciò che sul Medioevo non avreste mai voluto sentir dire o leggere…”.
“Sarebbe stato facile cadere nell’esaltazione acritica di Federico II, contrapporre il mito alla storia… La battaglia è contro gli stereotipi, luoghi comuni dogmatici che modificano la realtà. Il Medioevo – continua Licinio – soffre di due stereotipi che lo riconducono ad un’ètà in bianco e nero, negativo e positivo, buio e illuminato… una visione della storia elementare (e non lo è mai).” Il professor Tramontana definisce il Medioevo “un’età a colori, ogni colore è un Medioevo possibile. Il bianco e nero è u’invenzione. Nel Medioevo colorato ci sono elementi, personaggi, fenomeni positivi e negativi. Partendo da questo presupposto, si comprende meglio il senso dell’operazione culturale di questo libro.
Due professori – l’uno di destra, l’altro di sinistra – costituiscono uno stereotipo, ma la cultura non è di destra o di sinistra, un esempio è nel saggio di Cardini.
“I cavalieri hanno una missione da compiere – afferma Licinio -, combattono contro gli infedeli. Ma è davvero così? Cardini dimostra che l’idea esoterica del templare è un falso storico, è il prodotto di una cultura di destra che è sfociata nel nazismo. Nel mio racconto del templare Ruggero de Flor viene meno lo stereotipo, il templare è un contadino. Diceva Bernard Shaw: “Se io ho una mela e tu hai una mela e ce la scambiamo, ognuno di noi rimane con una mela. Se io ho un’idea e tu hai un’idea e ce le scambiamo, ognuno di noi avrà due idee.” Si impara da chi è diverso, non da chi è uguale. Se non c’è questo, c’è solo erudizione. Cultura è confrontarsi su ciò che non siamo noi. Cardini nel suo primo saggio sostiene che la storia non ha un senso, per me è qualcosa che ha senso. Abbiamo ragione tutti e due. La raccolta di mostruosità presenti nell’ultimo saggio ne è riprova. Quello che troverete è stato raccolto in 40 anni di esami e nel corso di conferenze di colleghi, nel cinema, in TV, nei romanzi…”
Raffaele Licinio conclude citando a memoria alcuni “monstra” tra l’ilarità dei presenti: “Per fabbricare le pergamene si usavano le pecore, la femmina e la maschia. I raggi ultravioletti fanno venire i tumori alle pergamene. Nella guerra di Troia si salvò solo una donna: Enea. Gli Ungari furono gli ultimi invasori seri. Federico ebbe molte mogli, ma non le sposò tutte. Federico fu tradito dai suoi più fedeli avversari. Carlo Magno si erse dalla cintola in su. Eresia vuol dire scelta, se non era quella giusta, si finiva sul rogo. I Catari predicavano la povertà, si astenevano dal cibo e dai sacramenti e si suicidavano l’un l’altro. Carlo Magno era basso ma intelligente, fu l’ultimo re di Foggia”.
A conclusione della serata in scena “Federico II in musical”, tanto movimentata quanto apprezzata esibizione di Sissi Clemente e la sua “gang”, per questo replicata più volte nel corso della “Festa Federiciana”. Scatti fotografici a cura di Mario Di Giuseppe che ringraziamo, ancora una volta, per la sua puntuale collaborazione.