OBIETTIVO GIOIA E CRMG ALLA DE DEO CONTRO IL CANCRO
Il 19 settembre, nella prima “propedeutica” serata dedicata ai successi della ricerca per debellare il carcinoma mammario, nella sala De Deo si è proposto un incontro al quale hanno partecipato i dottori Franco Lillo (presidente della Onlus CRMG), Domenico Milano (presidente del Comitato scientifico della stessa), Michele Favale per l’AMO Puglia e il giornalista Franco Pavone, che ha presentato i relatori ed introdotto il tema.
L’evento organizzato dall’Associazione Obiettivo Gioia e dal CRMG (Centro Clinico per lo studio delle Malattie Genetiche) cittadino, patrocinato dal Comune e dalla Provincia, si articola in due momenti: il primo riservato alla divulgazione scientifica ed il secondo conviviale, presso la Masseria “La Cicerchia” (Contrada Marzagaglia, S.P. Castellaneta, km 4.5) in cui domenica, 23 settembre alle ore 19, si terrà una serata di beneficienza in cui si potranno osservare le costellazioni con il telescopio.
La Società Astronomica Italiana Sezione Puglia curerà l’aspetto tecnico – scientifico di “E quindi (ri)uscimmo a riveder le stelle…”, suggestivo titolo dato alla manifestazione, mentre “Petali di Pietra” delizierà i presenti coinvolgendoli in uno spettacolo su medicina e magia ai tempi di Federico II (http://www.gioianet.it/attualita/5484-obiettivo-gioia-e-serata-beneficenza-per-il-crmg.html).
In leggero ritardo per problemi tecnici ai microfoni, la conferenza ha avuto infine inizio.
Il Centro vanta collaborazioni prestigiose con il Tigem di Napoli, coordinato da Massimo Zollo, con Giuseppe Calmieri dell’Istituto di Genetica delle Popolazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Alghero, Antonio Cossu dell’USL di Sassari e Gianluigi Arrigoni dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano.
L’equipe del dottor Zollo ha individuato nel 2004 una proteina prodotta da h-prune, un gene già identificato in precedenza nel moscerino della frutta, che consente alle cellule maligne di muoversi liberamente nell’organismo e di indurre metastasi.
Una ricerca – finanziata dall’AIRC – cui partecipa anche il CNR di Alghero, che il CRMG gioiese sostiene con iniziative di beneficienza.
Un gradito ritorno quello del professor Lillo – icona dell’ospedale gioiese che tutti ricordano con stima – “migrato” insieme ad altri luminari, presso altre strutture negli anni passati.
Nel suo intervento ha sottolineato che il Centro si autofinanzia grazie alle quote dei soci in quanto lo Stato non offre alcun contributo, a conferma che la Ricerca italiana – “cenerentola” in ogni settore, versa in cattività e senza il sostegno dei privati sarebbe destinata a soccombere per inedia.
Lillo invita nuovi soci ad avvicinarsi al Centro e ne ricorda le finalità.
“Uno degli scopi del Centro e aiutare gli ammalati a raggiungere centri attrezzati in cui si possa intervenire per alleviare le sofferenze e migliorare le condizioni di vita. Il medico più bravo – conclude il professor Lillo – è quello che sbaglia di meno.”
Michele Favale testimonia l’impegno dell’AMO Puglia.
“Dieci anni fa, quando ci associammo all’ANT ci ponemmo il problema di come assistere chi non ha nessuno. Una grande sfida che oggi ci vede operare in 13 comuni, con 13 medici, 13 infermieri e 4 psicologi e un hospice a Monopoli – una struttura “modello” dotata di miniappartamenti confortevoli e attrezzature all’avanguardia – e questo è possibile solo se si è uniti e si assiste col cuore l’ammalato – conclude Favale -, come fanno i nostri amici del CRMG, senza chiedere nulla, dando l’esempio ed essendo credibili.”
Il dottor Domenico Milano relaziona per ultimo e si lancia in una disamina scientifica alquanto complessa.
“La proteina h-prune induce la modificazione cellulare e promuove le metastasi nel carcinoma della mammella. Il gene in questione, battezzato h-prune, è presente anche nelle cellule umane ed è in equilibrio con un secondo gene, l’nm23. In pratica, quando una donna con un tumore al seno sviluppa una metastasi, la proteina prodotta dal gene nm23 dovrebbe fermarne la diffusione, impedendo alle cellule maligne di muoversi nell’organismo. C’è però una proteina “nemica” di nm23, capace di bloccarne la funzione, ed è proprio quella prodotta dal gene h-prune. Una delle linee di ricerca si propone di studiare il meccanismo molecolare alla base dell’induzione della motilità cellulare e dei riarrangiamenti del citoscheletro e la sua associazione ad altri geni noti come soppressori di metastasi. Si è scoperto che le donne che hanno metastasi hanno alti livelli di proteina h-prune e bassi livelli di nm23, esattamente il contrario di quel che dovrebbe accadere. E‘ facile che geni uguali abbiano funzioni simili in specie diverse, oltre che avere la stessa sequenza. Il passo successivo potrebbe essere quello di identificare molecole ancora più specifiche.”
Nel corso della sua relazione, un simpatico “interludio”: una telefonata in diretta di amici alla ricerca della sala per assistere all’incontro, ma … erroneamente recatisi a Bari!
Tra il pubblico il consigliere di Pro.Di.Gio. Donato Lucilla, la presidente dell’associazione Obiettivo Gioia Annamaria Longo e tanti amici.