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“LA SCUOLA: BENE COMUNE? G. GASPARRE PROVOCA LA SASSO

scula-dibattito-bene-comunepp

scuola-dibattito-centro-storicoNell’incontro tenutosi sabato, 15 settembre in via Barba, inserito nel programma della prima festa organizzata da “Per il bene comune”, si è dibattuto su “La scuola è un bene comune? Realtà e prospettive”.

Il dibattito moderato da Giorgio Gasparre ha visto ospiti l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione Alba Sasso, il dirigente dell’Istituto Colamonico Salvatore Russo Rossi, Maria Marinelli, docente dell’I.T.I.S Galilei, il vice presidente della Confindustria Domenico Favuzzi ed un attivista del mondo universitario, Antonio Zita.

In risposta al proverbio: “Anche in tempo di crisi, nessun contadino rinuncia alla semina”, ricordato da Alba Sasso, Favuzzi ricorda che l’istruzione è un problema di sopravvivenza e formare giovani gealba sassonerazioni che costruiscano il futuro della società, è un imperativo.

“Il 30% dei giovani che non trova lavoro dopo un percorso di studi, rappresenta un problema sociale. Non tornano a fare lavori di basso profilo, dopo la laurea… gli stessi operai e agricoltori sono sempre più specializzati, ma i loro figli sono sempre meno presenti nella classe politica, e questo non è positivo”.

Se la scuola è un bene privato – afferma Antonio Zita -, ci si può investire e trarre profitto. Con meno fondi pubblici e personale precario le università sono destinate a privatizzarsi e questo renderà sempre maggiore il divario sociale, ledendo il sacrosanto diritto allo studio.”

Il ministro Profumo ha affermato che a breve in ogni aula ci sarà un computer – afferma Giorgio Gasparre – mi sono posto il problema, ma a me milano-mimmo-dipmanca anche l’aula! Cosa si può fare per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro?”.

Negli ultimi anni si è costruito un rapporto nuovo, c’è maggiore collaborazione con le imprese locali e meno autoreferenzialità da parte delle istituzioni scolastiche. Occorre che la didattica si apra alla ricerca di base – dichiara Favuzzi -, l’università spesso si pone come unica ambizione la pubblicazione di atti su riviste di cultura, e questo ha portato i laureati lontano dalle esigenze reali di un’azienda, a differenza di quanto accade in Cina e India.”

La Sasso non ha dubbi, è necessario investire nell’istruzione. Accenna alla quarta annualità di “Diritti a scuola” che ha dato lavoro a 7.500 docenti e portato gli studenti pugliesi ai primi posti nella valutazione nazionale delle prove Invalsi.festa bene comune scuola

Dobbiamo puntare alla qualità di ogni percorso formativo, con l’aiuto delle imprese e di figure di raccordo tra queste due realtà. I progetti di alternanza scuola – lavoro interessano tutti gli istituti, non solo quelli tecnici. Oggi anche un maniscalco deve conoscere l’inglese e avere rudimenti di ortopedia. In Fiera – continua Alba Sasso – nel nostro stand abbiamo ferrato un cavallo per promuovere il recupero di antichi mestieri, sviluppato un prototipo di Centro per l’Impiego per la stesura di un corretto curriculum. Un’impresa salentina ha assunto un pugliese consultando una banca dati londinese… di contro una ricercatrice del CNR seguendo un corso di potatura regionale, ha trovato un lavoro molto ben pagato. Abbiamo valorizzato le borse di ricerca, un travaso di competenze con i laboratori dal basso, investito in formazione, master. scuola festa marinelliSiamo ai primi posti anche nella creazione di lavoro con l’export, ma non sempre è lavoro stabile.”

Maria Marinelli, che nella scuola vive quotidianamente e sulla propria pelle le problematiche oggetto del dibattito, afferma con convinzione che molte aziende non sono interessate ad attività di stage e formazione, nonostante nei laboratori gli studenti imparino ad usare strumenti, apparecchi, software applicativi e si punti molto sul lavoro di gruppo.

“La formazione extracurriculare – precisa la docente – prevede progetti pomeridiani per ampliare le competenze di base e professionalizzanti. Abbiamo progettato su fotovoltaico, domotica, robotica. Poi ci sono gli stage per i più meritevoli, anche se sono i meno bravi che potrebbero averne più bisogno. Il tirocinio si salvatore russo rossiarticola in tre settimane estive e una scolastica presso aziende metalmeccaniche, di impiantistica, elettronica e telecomunicazioni. Il 36° Stormo ci ha ospitati, la Bosch ci ha scelti insieme ad altre sole tre scuole della provincia. Negli stabilimenti della Bosch gli studenti trascorrono 8 ore settimanali, per tre mesi sono sulle linee di produzione, apprendono la lingua tedesca e per una settimana sono ospitati a Stoccarda. L’ultima fase è l’orientamento, con “Almadiploma” i ragazzi hanno imparato a costruire un curriculum da inserire in una delle più grandi banche dati di cui si servono le aziende.”

Il dirigente Salvatore Russo Rossi in riferimento alla posizione “apicale” dell’università, è convinto che la formazione in azienda sia parte della didattica, anche se molte imprese “sbattono la porta in faccia alla scuola”. A suo dire anche i progetti linguistici sono importanti.

favuzzi“Tre settimane in Inghilterra valgono – a detta dei docenti – quanto due anni di lavoro a scuola. Dovremmo puntare di più sul settore turistico, sulla logistica portuale. Taranto – incalza il dirigente – ha un protocollo con Rotterdam, eppure è un settore poco coltivato.”

Favuzzi di contro risponde che le aziende più grandi e strutturate come la Bosch hanno spazi e personale per tutoraggio e formazione, a differenza di quelle più piccole.

La Marinelli torna all’attacco, riportando esperienze progettuali vissute a scuola.

“Sui principi siamo tutti d’accordo. In istituto con gli studenti abbiamo creato una S.p.A. che nella durata di un anno scolastico doveva presentare un scuola dibattito festa bene comunebusiness plain, bilanci, preventivi, marketing del prodotto… La difficoltà non è nella stesura dei progetti, ma nell’organizzazione e nel tutoraggio. Approfitto della presenza del dottor Favuzzi per chiedergli se tramite la Confindustria ci possa fornire un elenco di aziende disponibili ad accogliere studenti.”

Giorgio Gasparre prende al volo l’appello ed invita i presenti a scrivere, costruire, progettare insieme. Quindi rivolge un’ultima domanda: “Per impedire che mio figlio vada a lavorare all’estero (esperienza per altro vissuta realmente), cosa posso fare?

Crearsi se non inventarsi il lavoro parrebbe la risposta più scontata, con l’aiuto della famiglia e impegnandosi seriamente, ricorrendo ad una formazione festa bene comune pubblicocontinua.

“Oggi è molto più difficile trovare un bravo professore di Tecnologia che di Matematica – afferma la Marinelli – non è facile tenere il passo alle innovazioni ed aggiornarsi di continuo, è più facile sedimentare i propri saperi.”

Sperimentare e innovare è la sfida proposta da Favuzzi: “Se continuiamo a contrapporci e a non cambiare nulla, il declino industriale è inevitabile.”

Il dibattito si apre al pubblico, Luigia Grassi, giovane laureata in Economia e Commercio, esprime il disagio dei giovani che pur essendo preparati dal punto di vista teorico, trovano molte difficoltà ad inserirsi nel lavoro, proprio perché privi di formazione pratica che le università non offrono. Mimmo Milano lancia strali sulle banche, che non sostengono le giovani imprese. Vito Angelillo punta il dito contro una economia che obbliga a ruoli subalterni la cultura, in particolare luigia-grassinel settore del patrimonio artistico che non può e deve essere dismesso, ma offrire nuove opportunità di lavoro, quindi conclude con il suo mantra: “La bellezza ci salverà!

“Non deve esserci contrapposizione – afferma Alba Sasso -, la scuola deve formare saperi che servano a tutti. Il problema non è infeudarsi al sistema economico. Molte imprese esportano cultura. Mi sento una piazzista ogni qual volta parlo delle politiche regionali messe in campo che ci fanno apprezzare in tutta Italia. Mi riferisco a Microcredito, Master, a Principi Attivi, progetti di marketing con il distretto turistico, tutte cose che stanno funzionando…”

Russo Rossi suggerisce l’istituzione di banche etiche, anche se per Favuzzi le banche in realtà hanno soccorso lo Stato usando i fondi per sostenere il debito italiano.

festa bene comune caroselloA fine dibattito alcuni spot di Carosello proiettati sullo schermo posizionato sulla porta di Federico II a firma di Mario Pugliese, rievocano musiche e parole in un surreale deja vu, per molti dei presenti “sedimentate” nei ricordi dell’infanzia.

I più giovani affascinati dalla “costruzione pubblicitaria” (in ogni spot una storia) di tali “reperti” archeologici della RAI, cui erano affidate le sorti economiche di un’epoca, hanno con entusiasmo esplorato ed apprezzato questa insolita forma di comunicazione, narrata anche attraverso i pannelli posizionati in un percorso nel centro storico.

L’iniziativa curata da Franco Gisotti in collaborazione con RAI TRE ha riportato tutti indietro nel tempo, negli anni ’60, quando “il bene comune”e gli interessi aziendali trovavano un punto di incontro nella promozione pubblicitaria di un sogno tutto italiano, prima che iniziassero gli incubi della spending review.

Si ringrazia Maria Castellaneta per la collaborazione fotografica.

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