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PD. INTERVISTA A GIOVANNA MAGISTRO, GIOVANE PROMESSA

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La Festa del PD si è conclusa da qualche giorno. Attraverso i comunicati pervenuti tempestivamente, talvolta a poche ore dal dibattito o dall’incontro, molto si è detto e scritto, altro si leggerà attraverso i vissuti diretti di chi era presente.

In Redazione abbiamo pensato di dar voce ad una delle giovani promesse del partito, non a caso una donna, Vanna Magistro – ricercatrice presso la “Meters Studi e Ricerche per il Sociale” -, cui è stato affidato il dibattito di apertura della Festa (http://www.gioianet.it/politica/5532-festa-pd-la-carta-di-intenti-non-vende-sogni.html), nel quale si è discusso di Carta di intenti con il deputato Dario Ginefra, il professor Vito Peragine e la sociologa cigiellina Elisa Mariano.

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– Un tuo pagiovanna magistro intervistarere sulla Carta di intenti del PD?

“Abbiamo parlato della Carta di intenti che Bersani ha presentato per la prima volta a Roma a fine luglio. Anche in quella occasione si sono espressi molti a favore, come ad esempio la Segretaria della CGIL, Susanna Camusso. Soprattutto perché il lavoro e l’uguaglianza nella Carta diventano due punti di snodo tra la questione sociale e la questione democratica del Paese. E’ un documento dove in 10 punti il PD afferma un paradigma culturale e politico di cambiamento rispetto a quello della destra berlusconiana. Si dice chiaramente che saranno tre i compiti decisivi del prossimo Governo: guidare l’economia fuori dalla crisi; ridare autorità e prestigio alla politica e alle istituzioni; rilanciare la politica e l’integrazione europea. Ovviamente si parla anche di maggioranza di Governo e di possibili alleanze per un “patto di legislatura”, dove la responsabilità dei partiti viene posta come questione politica fondamentale per superare la crisi e ricostruire l’ “Italia. Bene comune”, si intitola così la Carta. E’ lo stesso punto dove nella nostra serata l’On. Ginefra ha ricordato a tutti che non è più possibile accettare di essere rappresentati da uomini e donne incapaci e dove non è più possibile che un partito lasci deleghe in bianco ai propri rappresentanti. La credibilità della politica la si riporta in auge solo con le scelte giuste e coraggiose che questo o quel partito fa, non ci sono altre strade.”

pd festa 2012– Più efficace un dibattito pubblico in piazza o una conversazione nel chiostro o in luoghi meno “aperti”?

“Personalmente trovo la piazza il luogo del dibattito politico per eccellenza, è da sempre il palcoscenico dell’identità e del senso di appartenenza di una comunità. Sarà forse perché non gradisco molto il concetto di politica “al chiuso”. Però abbiamo a Gioia la fortuna di avere più spazi per dibattere di argomenti diversi e di politica si può parlare in tanti modi. Il Chiostro è adeguato per tanti tipi di iniziative, ma se devo pensare a una discussione politica a trecentosessanta gradi non vedo in una città che nella piazza il grande spazio pubblico, portatore di significati e funzioni collettive.”

– Quali sono i punti di forza e di debolezza di una festa di partito?

“Questa è la seconda Festa democratica che vivo in prima persona, pertanto posso parlare per quel che ho visto sino ad oggi. L’anno scorso si trattava di una festa regionale e le forze attive erano tantissime. Bellissima esperienza. Quest’anno è stato tutto calibrato con l’intenzione di organizzare una Festa in economia ma che riuscisse a coinvolgere comunque gente e che costruisse dibattiti interessanti. Credo che il PD di Gioia ci sia riuscito. Anche gli spettacoli e le 75597 363221573760102 1823883490 nesibizioni hanno raccolto comunque interesse, dalle scuole di ballo, agli arcieri, dalla musica alla pittura. Quando la gente resta solo per le esibizioni di ballo, per esempio, e va via durante i dibattiti politici, allora bisogna porsi un quesito sul cambiamento culturale della politica e degli stessi cittadini, anche in questi momenti di convivialità. Però se ciò non accade, vuol dire che la formula è giusta. Ad avere tante sponsorizzazioni e capacità di finanziamento si potrebbero organizzare tante altre cose, ma quando bisogna puntare sul massimo sforzo con il minimo investimento, non si hanno grosse pretese. Questo è stato un punto di debolezza di questa Festa, se vogliamo. Uno degli aspetti che trovo, invece, più affascinanti è il ricordo di come si organizzavano una volta le Feste di partito, oppure il ricordo di persone che non ci sono più come accade spesso per Franco Giannico. E in questi momenti si creano spunti di riflessione per ricollegarsi con lo spirito di chi è un militante. E, spero di non smentirmi in futuro, di essere militanti dico che non si smette mai. Poi ci sono persone e giovani che durante questi periodi “si sentono chiamati” a partecipare, nonostante vivano poco la vita di sezione durante l’anno. Li ho visti sia l’anno scorso che quest’anno. E’ essere partito anche questo.”

– ”Donna è bello” quanto è vero in un contesto politico che continua a puntare sulle donne “incubando” incarichi quasi sempre declinati al maschile?

10295 363221833760076 1602535989 n“Devo dire che la mia militanza politica breve mi dice comunque che per le donne è vero, non è facile. Ma lo dice anche il contesto lavorativo e lo conferma lo scarto generazionale, in politica e non solo. Quindi è una realtà, la declinazione maschile degli incarichi femminili e la stessa difficoltà per noi donne di arrivare a certi traguardi, allargata a più contesti di vita. Però vedo anche che quando le donne si attivano e mettono in campo competenze ed energie, trovano lo spazio. Aver moderato il mio primo dibattito politico durante l’apertura di questa Festa, per me è stato un riconoscimento delle mie competenze e capacità, non del fatto di essere una donna. Così come aver assunto parte della responsabilità di organizzazione e gestione del banco della pesca, che è una delle fonti per l’autofinanziamento, ha significato assumersi dei compiti. Devo ringraziare l’attuale segretario, Gianni Valletta, perché ha riposto fiducia in me ma lo avrà fatto per lanciare, diciamo così, un messaggio anche politico. Passo spesso, in alcuni ambienti, per essere una femminista come se fosse una discriminante, mentre invece è la trasmissione di una convinzione che ho da tempo. E cioè che le donne possono stringere alleanze oltre ogni immaginazione e contribuire in maniera determinante al riscatto di un paese che ha bisogno di uscire dalla straordinarietà. Ci sono tanti uomini da convincere in Italia… questo è il vero ritardo con la Storia che scontiamo noi donne.”

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