FOLIAS, CARLO BRUNI IMPAZZA AL ROSSINI-video-foto
Dardi concettuali, frammenti di pensieri, schegge di poesia danzano in “Folìas, variazioni di suoni, immagini, parole”, una “Follia” che si esprime attraverso i diversi linguaggi dell’Arte.
E’ corporea, diafana, tormentata nel suo ciclico riavvolgersi nel video-danza. E’ dialogica, assertiva, emozionante nella scrittura di una caleidoscopica ed armoniosa narrazione.
Nunzia Antonino fa sua ogni singola “tessera” vergata da grandi letterati e poeti del passato, la interpreta con passione e compone un prezioso mosaico di riflessioni recitato con logica, coerente e convincente versatilità sulla partitura di musiche barocche, anch’esse in melodica dicotomia temporale, eppur compiute e coinvolgenti.
Geniale intuizione contaminare le armoniche, seicentesche follie sulla viola di Gioacchino De Padova con il respiro elettronico del flauto – complementare e mai invasivo – di Gianvincenzo Cresta ed il canto gioiosamente malinconico di Mama Marjas, in cui una seducente eco raggae, a stento trattenuta, vibra e colora di follia la regia di Carlo Bruni.
Il dialogo tra le luci e la scena disegna un inebriante gioco di ombre e colori, scandisce tempi ed esalta le “soliloquianti” apparizioni di Nunzia Antonino, il concertato ensemble musicale di “Orfeo Futuro” e lo stesso composto silenzio di Mama Marjas.
Un concerto vibrante ed emozionante che scardina la logica del tempo e dello spazio. Nello stupore della follia, la genesi di un progetto innovativo ed avvincente composto a più mani, menti e cuori dal violista Gioacchino De Padova e dal maestro Gianvincenzo Cresta.
L’incantesimo si compie: il pubblico in estatico ascolto si lascia avvincere dalla magia delle note, sedurre dalla carezza delle voci, dalle suggestioni delle immagini, in ogni senso coinvolto e sconvolto.
Mentre “la parola intreccia le sue proprie variazioni, alla ricerca di nessi”, la splendida ed intensa Nunzia Antonino le dà vita. Con fili di seta ricama intarsi di Erasmo, Merini, Cervantes, Gonzalez, Foucault sulla trama dei testi curati da Nancy De Benedetto, riflessioni che “spalancano finestre sul mondo con uno sguardo multi prospettico e rifuggono l’idea della conclusione.”
“Non c’è speranza che la follia trovi soluzione, redenzione… Sopravviverà il rapporto tra l’uomo e i suoi fantasmi […] L’oscura appartenenza dell’uomo alla follia – recita Nunzia citando Foucault – sarà la memoria senza età di un male cancellato nella sua forma di malattia, ma irriducibile come il dolore.”
Ed ancora smarrendosi nei versi di Alda Merini: “[..] Sono un’entusiasta del pensiero/ mi inerpico su teneri arboscelli/ e dico che sono alberi grandi./ Patisco di questi abbagli dolcissimi,/ patisco di questi abbagli,/ ma poiché sono imprecisa/ gravito sempre verso il dubbio […]”
La regia di Carlo Bruni controlla con un tocco di sapiente drammaturgia l’apparente, lucida follia di una geniale rappresentazione.
“Folìas, variazioni di suoni, immagini, parole” nasce da un progetto concepito da “Orfeo Futuro”, cantiere per la musica tenuto a battesimo dal Teatro Pubblico Pugliese e dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia. Debutta al Rossini il 25 ottobre per poi volare a Roma il 27 e proporsi nel Parco della Musica.
Nell’ensemble con De Padova e Cresta musicano Marais, Bonporti, Corelli, Vitali e Merula Alessandro Ciccolini (violino), Andrea Lattarulo (viola da gamba), Pino Petrella (tiorba e chitarra) e Michele Visaggi (clavicembalo). Sulle composizioni di Cresta si innestano tre “collazioni” elettroniche – paradigma di modernità estrema – per coniugare passato e futuro, musica dal vivo, “corporea e malinconica” e “straniamento incorporeo” di suoni registrati.
Le suggestioni scatenate dal “turbinio di corpi frammentati e reiterati”, evocanti una perduta unità imprigionata nel video ideato da Antonello Matarazzo, l’allestimento e le coreografie di ResExtensa, il disegno luci di Franz Catacchio – raffinati dettagli di classe – ingemmano l’idea registica di Bruni, il tutto meravigliosamente “made” in Puglia!