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Politica

“RITORNARE ALLA POLITICA, RIPRENDERSI LA COSTITUZIONE”

Gustavo-Zagrebelsky

liberta-giustizia-gustavoIl vuoto della politica ha superato ormai da tempo i livelli di guardia. Nell’imminenza della prossima competizione elettorale la situazione di crisi sta peggiorando grazie soprattutto all’irresponsabilità e all’incapacità dei cosiddetti partiti della Seconda Repubblica che preferiscono fare tattica, piuttosto che regalare agli elettori una legge elettorale degna di questo nome.

Questo è uno dei tanti motivi che determina il logoramento e la nascita di fenomeni deteriori (astensionismo, disaffezione alla politica, ricorso alla demagogia e a forme di proteste qualunquistiche) che mettono seriamente in pericolo il già precario stato di salute della democrazia parlamentare.

Mentre Pd e Pdl, come in un grande reality, spettacolarizzano il loro nulla nella farsa delle primarie, c’è per fortuna chi ancora si chiede se siamo ancora in tempo per riprendere Costituzione della Repubblica Italianapoliticamente in mano la situazione.

Gustavo Zagrebelsky, in occasione della’appuntamento annuale di Libertà e Giustizia, offre alcune riflessioni importanti che meritano di essere condivise e che, a nostro avviso, sono un punto di arrivo e di partenza nel superamento di questa pericolosa fase di stallo.

Ritornare alla politica, riprendersi la Costituzione. Davanti all’avanzare del nichilismo grillino e al proliferare di parole vuote nel dibattito politico, il “ritorno all’antico” indica la via per riprendersi al più presto la politica

La Costituzione, parola svuotata, oggi deve riappropriarsi della sua centralità. Essa non contiene la soluzione dei nostri problemi, ma indica la direzione da seguire per affrontarli.

Il costituzionalista non ha affatto torto. La politica delle parole vuote sembra non comprendere davvero la centralità della Costituzione.

Grillo-antipolitica-638x425Crescono le tensioni populiste e gli insignificanti mal di pancia dell’antipolitica qualunquista e cialtrona. Zagrebelsky nelle sue analisi avverte che la nostra democrazia rappresentativa può diventare un malato terminale se non si torna al più presto a guardare ai valori della Costituzione per permettere alla politica di riprendersi finalmente la parola.

Affinché ciò avvenga è inevitabile che i partiti così come si presentano oggi devono essere superati.

Oggi, parafrasando Ungaretti, la morte della politica si sconta vivendo. All’orizzonte del suo anno zero non si intravepolitici di una voltade nulla di nuovo.

Eppure ci vorrebbe così poco per rimettere a posto le cose. Basterebbe ascoltare chi come Zagbrebelsky propone un intelligente “ritorno all’antico” e una nuova stagione che abbia nella Costituzione e nei suoi valori il punto fermo per “battere i nichilisti e il vuoto della politica”.

Ma le resistenze di chi oggi difende posizioni e privilegi infischiandosene dell’etica pubblica e del bene comune sono ancora forti.

 

 

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