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FESTIVAL CORI CHIESA MADRE. UN SUCCESSO-foto

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corali pubblicoUn successo la prima rassegna di cori gioiesi dedicata a Santa Cecilia e ospitata nella Chiesa di Santa Maria Maggiore ad un mese esatto dal Natale.

Una serata densa di emozioni condivise con sette formazioni corali, sei delle quali gioiesi ed una “esportata” da Noci, la “Novum Gaudium”.

La regia del Festival affidata ad Anna Gallo si è rivelata sin dalle prime “note” molto accurata, grande attenzione alle singole realtà ed un repertorio vario, eseguito con maestria ed emozione.

Questa rassegna – dichiara Anna Gallonasce come testimonianza di fede, un’idea nata nel veder fiorire tanti cori con diverse identità ed un corale chiesa madreloro percorso ben tracciato. Tutti hanno aderito con entusiasmo e tenendo conto delle difficoltà oggettive logistiche e temporali, dato il meglio di sé.”

Il Coro della Parrocchia S. Maria Maggiore è il primo a presentarsi con tre brani: “Nel tuo amore siamo un popolo”, “Ave Madre Maria” e “Aprite le porte a Cristo”, accompagnati da Fabrizio Tigri all’organo e Titti Dell’Orco al flauto traverso e diretti da Anna Gallo.

Quindi si è esibito il Coro de “La Fenice” di recentissima formazione. Tea Baldini Anastasio, maestra di Canto dell’Accademia, ha accettato la sfida e in soli due mesi fatto nascere la corale della scuola. Giovanissimi i cantori, perfetta la resa audio e effervescenti i due brani gospel proposti – “Glory, coro la feniceHalleluja” e “Joshua fit the battle of Jericho” – reinterpretati in chiave jazz e musicati al pianoforte dal presidente dell’Accademia, il maestro Paolo D’Ascanio.

Quindi si sono proposti i ragazzi di S. Maria Maggiore, coro giovanile diretto da Nunzia Vitto, su due brani dedicati a san Filippo: “Vanità di vanità” e “Preferisco il paradiso”, con l’accompagnamento di Fabrizio Tigri e Giuseppe Mastromarino.

Molto coinvolgente l’esibizione del Coro parrocchiale Beata Maria Vergine di Loreto, dell’Aeroporto Ramirez, tanta umiltà ed entusiasmo nell’emozionata presentazione. Il coro composto da 25 cantori di varia età è nato tre anni fa con l’intento di partecipare alla vita parrocchiale e animare la liturgia. cori e danzaLa formazione ha cantato “Mia gioia sei”, Chi ci separerà” e “Ave Maria” accompagnata da Prospero Giordano e Giuseppe Mastromarino.

In una così corale armonia non poteva mancare un momento dedicato alla danza, introdotto dalle parole di Papa Wojtyla.

A voi tutti artisti, innamorati della bellezza, oggi come ieri la bellezza ha bisogno di voi […] non rifiutate di mettere il vostro talento al servizio della volontà divina […] questo mondo ha bisogno della bellezza per non sprofondare nella disperazione!

Sulle note della colonna sonora del film “La finestra di fronte” di Ferzan Özpetek, Francesca Ammaturo, Alberto Curione e Alessia Falcone hanno marisa delia poesiadanzato. Semplice e suggestiva la coreografia costruita sul tema della fede e del rapporto tra creatura-uomo e Dio.

“Cos’è la fede? – chiede ai presenti Marica Girardi – E’ il dono riservato all’uomo, ma è anche conquista da difendere…, la bellezza suscita bellezza… si ha fede nella famiglia. Dov’è Dio? Perché assiste passivo alla distruzione dell’uomo? La fede non serve più, siamo legati a un ricordo. Si tocca il fondo, non vedremo gli altri e noi stessi… ma Lui c’è! La fede si fa speranza, è amore…”

La poesia “Se vuoi” di Marisa D’Elia, letta a fine danza, con versi scanditi da Armonia, Amore, Luce e Pace, ha emozionato il pubblico.

mettere a novum gaudium2L’attesa esibizione dei canti gregoriani “Viderunt omnes”, O Virga” e “Rorate coeli” del Novum Gaudium diretto da Anna Caldaralo, non ha deluso. “Angelico, celestiale, sublime, divino” sono gli aggettivi che più rendono l’idea di quanto siano “nelle corde” del paradiso le voci delle coriste, tra cui quella della soprano Rosalia Schettini cui padre Anselmo Susca – monaco benedettino organista, compositore, musicologo e docente di Storia ed Estetica della Musica con Nino Rota, scomparso il 1 ottobre – ha affidato Novum Gaudium. Tra le coriste Titti Dell’Orco, a Giacomo Eramo il compito di rievocare con la magia del sax l’eco delle voci in alternanza alle stesse, momento di altissimo pathos nonostante l’allegra sarabanda dei più piccini nelle retrovie.

Per il Coro dell’U.T.E. diretto dal maestro Francesco Lorusso – premiato in diversi contesti e concorsi – tre brani che la formazione esegue con grande maestria e affiatamentojubilate deo chiesa madre: “Fratello sole”, Panis angelicus” e “Canto di gloria”.

Chiude la rassegna il Coro “Jubilate Deo” diretto da Angelo Fasano e accompagnato all’organo da Annamaria Longo. Nessuna sbavatura nei pluri-collaudati, sempre suggestivi e coinvolgenti “Canone della pace”, Madre, fiducia nostra” e “Jubilate”.

Una bella iniziativa assolutamente da replicare, magari in teatro!

Di seguito la poesia di Marisa D’Elia, un video del Novum Gaudium e gli scatti della serata immortalati da Mario Di Giuseppe, cui va il nostro più sincero grazie!

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 S E   V U O I

Ogni gesto, se vuoi
è l’espressione di ciò che è più immenso
e sfugge ogni spiegazione,
nel roteare di atomi e sfere, e se proprio vuoi dire un nome
puoi chiamarlo: ARMONIA.
 
Ogni attimo di tempo se vuoi,
è richiamo di un soffio eterno
Ammirare un albero severo, che assiste
Impassibile alla caduta delle sue foglie!
Non odo lamento, mentre un cinguettio di uccelli
si mescola all’ incredulità.
Se proprio vuoi dare un nome a questo scenario,
puoi chiamarlo: AMORE.
 
Come si può, non incantarsi, e fermare lo sguardo,
quando vedi, dopo una pioggia, brillare il verde
delle foglie di primavera!
Il nostro pensiero, è legato
al bagliore degli oggetti, e i nostri occhi ,
sono pieni di stupore, come quando per la prima volta,
conosci la vita.
Come puoi chiamarlo questo miracolo:
Chiamalo L U C E.
 
Ogni respiro, viene dalla sorgente, al di là del tempo,
non è affanno, ma voglia di pacatezza.
Un flusso soave che scorre dolcemente,
t’induce ad amare gli altri, fonderti ai dolori del mondo,
protendere la mano nella gioia e nel dolore,
alla nascita e alla morte.       
Questo progetto è nel grembo Divino,
come l’onda riposa nel mare.
Puoi chiamarlo, se vuoi, P A C E
                                                                                                    Marisa D’Elia

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