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UN “NATALE IN PIENA CRISI DI NERVI” CON ÀTREBIL TEATRO

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64031 4648948714011 365111375 nIn una serata che ha rievocato gli esordi di Àtrebil Teatro, – tra gli attori di allora anche Giuseppe Procinola compagnia ha ripropostoNatale in piena crisi di nervi”, in una nuova edizione arricchita di testi e voci, sotto lo sguardo e l’attenta regia di Rocco Capri Chiumarulo.

Scenografia e cornice dello spettacolo le foto del concorso fotografico “Lo sguardo delle cose” poche ore prima presentato alla città.

Sugli stessi sgabelli rossi, in nero con sciarpa rossa, gli attori hanno dato voce, attraverso letture di testi scelti, alla frenesia consumistica del Natale, parodiando quotidianità e tracciando profili di personaggi il cui fattor comune è ritrovarsi sotto le feste, per un motivo o per l’altro, in “predestinata” solitudine.

316498 4648949474030 277304321 nUn’ironia ricercata e riproposta con cori di voci e toni enfatici della miglior tradizione, inscenando gustose pantomime, dagli innamorati in procinto di trascorrere una romantica vigilia di fine anno presi d’assalto da orde di amici festanti e invadenti, a regali supertecnologici acquistati alla fiera delle inutilità, dalle ossessioni di chi le feste non sa davvero viverle senza ansie e nevrosi particolarmente contagiose, al presepe – simbolo natalizio per eccellenza -, sconvolto da modernità a tratti aberranti.

Il finale tratto da “Opera sull’acqua e altre poesie” di Erri De Luca, restituisce al Natale i valori più autentici.

“Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmi
ato, due vecchi che si amano.
537531 4648950034044 1242369558 nConsidero valore quello che domani non varrà più niente
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto”.

 

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