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MIMÍ NOTARANGELO: CANTORE DEI TEMPI CHE FURONO-foto/video

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domenico notarangelo declamaVenerdì 21, nel suo paese natale, Sammichele di Bari, Mimì Notarangelo ha presentato il suo ultimo volume dal titolo: “C’ero anch’io” (Prefazione di Giuseppe Vacca, calicEditori). Mimì Notarangelo, può essere definito non solo uno scrittore dalla prosa feconda ed accattivante, ma anche e soprattutto uno storico delle tradizioni popolari, un antropologo, un fotografo d’arte eccezionale, uno scenografo, un uomo di cultura a tutto tondo e, senza tema di esagerare, un competente meridionalista.

Vive e lavora da mezzo secolo a Matera ed in quella meravigliosa terra che è la Lucania, dopo aver svolto per vent’anni la funzione di dirigente politico e di giornalista nella fila del PCI, si è dedicato anima e corpo a ricercare, narrare e rivalutare le tradizioni popolari di quella, terra, così simile alla nostra, con la passione civile e l’attaccamento straordinario alla cultura della “paesanità”.cero anchio

Non a caso, il volume presentato l’altra sera, parte dalla descrizione della sua infanzia per diventare subito dopo, un enorme affresco di tradizioni, di soprannomi, di abitudini, di proverbi, di figure paesani tanto simili alle nostre. Poi il libro svolta per la curva biografica e Mimì si sofferma a descrivere la sua vita di militate politico e di ricercatore culturale che lo ha portato a conoscere e a collaborare con importanti personalità del cinema e della cultura italiana, come Carlo Levi, Francesco Rosi, Pier Paolo Pasolini e Gian Maria Volontè, tanto per fare qualche esempio.

Mimì, scrittore lieve e gradevolissimo, ha dalla sua una serie di pubblicazioni importanti che vale la pena di elencare: Il Maggio di Accettura (1975); La stampa periodica lucana 1944-64 (1995); Matera promozione (1997); Giornali e giornalisti a Putignano (1999); San Michele e Sammichele (1999); I sentieri della pietà (2000); Tutto in un ricordo (2003); Giornali e giornalisti a Gioia del Colle (2004); Il gioco dell’oca di Matera (2007); Il Vangelo secondo Matera (2008); Con Francesco Rosi nella Matera di Carlo Levi (2011); Da Carlo Levi a Franco Rosi(2011).

Notarangelo-cuscitoLa sua ultima fatica, riassume tutte queste esperienze e costituisce un deposito di memoria storica accattivante che non riguarda solo le passate generazioni, ma soprattutto i giovani che hanno tutto l’interesse a conoscere le loro radici per meglio interpretare il loro futuro. Infatti nelle sue dediche iniziali, Notarangelo riporta una celebre frase di Croce: “Né un individuo né un popolo vivono senza una storia o una leggenda di quel ch’egli potè in passato e può nel presente e potrà nell’avvenire”.

Scatti fotografici a cura della Redazione del periodico “la Piazza” che si ringrazia per la collaborazione.

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