OSPEDALE: DOPO LE ATTREZZATURE VIA ANCHE LE STATUE
“Entrando in quello che una volta era l’Ospedale Paradiso, la prima cosa che si nota, a parte la desolazione, è un cambio di statue nella bacheca a sinistra della porta di entrata. In quella nicchia, sino a qualche settimana fa, troneggiava un busto in marmo, del prof. Vito Sante Iacobellis, detto affettuosamente “Cavatìjdd”, valente professore di filosofia e dominus della politica locale negli anni ‘50 e ‘60.
E’ stato infatti segretario della Dc e Amministratore dell’Ospedale, dove per amministratore bisogna intendere il padre-padrone, nella vecchia concezione che i politici avevano e hanno della cosa pubblica. Ebbene, nel febbraio del 1999, quando ancora si faceva finta di non vedere che il futuro per quell’ospedale non era dei più rosei, tutto il gotha della Dc locale, e di quella “sanitaria” in primis, organizzò un affollato ricevimento per scoprire il busto del professore, potente un tempo, ma poi abbandonato e tradito dai suoi stessi epigoni.
L’iniziativa di regime, in parte fu digerita dalla opinione pubblica, perché, anche se tutta la politica locale si faceva in quelle stanze, Iacobellis, barcamenandosi con scaltrezza tra Lattanzio e Moro, contribuì notevolmente all’ampliamento dell’Ospedale, senza però impedire che, le cricche di potere, politiche e sanitarie, iniziassero a minarlo dalle fondamenta.
Ora quel busto non c’è più, essendo stato sostituito dalla statua del Sacro Cuore, “avanzato” dallo smantellamento della cappella del secondo piano. A parte il fatto che in uno stato laico, occorre avere rispetto per tutte le sensibilità religiose, chi ha dato l’ordine di rimuovere quel busto? Nemmeno nell’Urss si procedeva con tanta cinica disinvoltura, dopo il crollo del comunismo.
Molti bisbigliano a mezza bocca il nome di chi ha ordinato questo inelegante gesto: pare che la giustificazione sia stata quella di “bonificare” un ambiente considerato non più ospedaliero (il che non è vero, perché in quei locali verranno collocate le strutture del Distretto).
In realtà il gesto può essere interpretato come una “vendetta” postuma di un dirigente ospedaliero, notoriamente legato alla destra. Perché, è bene ricordarlo, per alcuni anni, anche recenti, la destra gioiese ha avuto un ruolo in quell’Ospedale che, né i digiuni dell’On. Gallo né le fiaccolate del Sindaco Longo possono far dimenticare“.