Archivio Gioianet

La Voce del Paese – Un Network di Idee

Attualità

UTE: PARTECIPATA “GIORNATA DELLA MEMORIA”-foto

giornata-della-memoria-ute-pp

Ute-viterboE’ stata istituita ormai tredici anni fa, con gli articoli 1 e 2 della legge n. 211 del 20 luglio 2000, la “Giornata della Memoria”, con il fine di commemorare le vittime delle persecuzioni razziali, il cui scopo ultimo era l’eliminazione di massa della razza ebraica. La pagina nera di una storia che, seppur dolorosa, è necessario e giusto rievocare e far conoscere alle giovani generazioni. Per onorare la memoria di chi, caricato su un treno merci, fu deportato nei lager nazisti, in cui milioni di ebrei persero la vita.

Chi, invece, è sopravvissuto a quell’orrore ha dovuto ricordare e narrare lo scorrere lento dei giorni all’interno dei campi di concentramento, spalancando le porte delle “città della morte” a coloro che, prima di allora, nulla avevano visto e non potevano immaginare quali agghiaccianti atrocità consumassero, lì dentro, milioni di vite.coro ute memoria

Anche quest’anno l’UTE gioiese, in data 27 gennaio – lo stesso giorno in cui, nel 1945, i cancelli di Auschwitz furono abbattuti e i superstiti liberati – ha voluto celebrare la “Giornata della Memoria”. E l’ha fatto riempiendo il teatro Rossini del linguaggio dirompente della musica, con l’evento “Come la neve quando cade”.

Diretto dal maestro Francesco Lorusso, il coro UTE ha dato inizio alla serata intonando magistralmente il toccante inno ebraico. A seguire, la presidente in carica Giovanna Viterbo ha ribadito ai numerosi intervenuti la doverosa necessità di dedicare un pensiero alla memoria delle vittime del genocidio della razza ebraicute memoria pubblicoa.

Nelle parole dello psichiatra austriaco di origine ebraiche Viktor Frankl, sopravvissuto ai campi di concentramento, si leggono al contempo l’angoscia della vita nei lager e la forza con cui, in quel contesto di inusitata ferocia, ci si dedicava ad assistere i propri compagni: “Che cos’è, dunque, l’uomo? Noi l’abbiamo conosciuto come forse nessun’altra generazione precedente; l’abbiamo conosciuto nel campo di concentramento, in un luogo dove veniva perduto tutto ciò che si possedeva: denaro, potere, fama, felicità; un luogo dove restava non ciò che l’uomo può “avere”, ma ciò che l’uomo deve essere; un luogo dove restava unicamente l’uomo nella sua essenza, consumato dal dolore e purificato dalla sofferenza. Cos’è, dunque, l’uomo? Domandiamocelo ancora. È un essere che decide sefranco giannini utempre ciò che è”.

Il professor Franco Giannini, nel ricordare il settantesimo anniversario dalla morte dei nostri concittadini – di cui ha elencato puntualmente nome, età e professione – durante i bombardamenti che nel settembre del 1943 colpirono alcune zone di Gioia, ha invitato i presenti a unirsi in un minuto di ossequioso silenzio, per una serata in memoria delle vittime della follia delle leggi razziali come di ogni guerra.

La voce recitante di Mariapia Leone ha quindi introdotto l’uditorio nei racconti di vita nei lager, alternandosi alla musica di Lucrezia Merolla al pianoforte e Giovanni Loiudice al violoncello, in un ensemble in cui al linguaggio scritto dell’uomo – ove si legge l’angosciante ricordo del ritmo pesante dei passi dei soldati, dei corpi assiderati dei propri compagni, di ferite ute memori musicacorporali e dell’animo, si intervalla il linguaggio della musica. Nitido, tagliente, universale. Perfettamente in grado di esprimere il dolore che fu.

Una giornata pensata per manifestare la presa di coscienza della crudeltà e dell’inciviltà dell’uomo, che ha permesso che il più grande piano di eliminazione di una razza fosse messo in moto e quasi portato a termine. Ma anche la consapevolezza di un acquisito senso critico, che distingua l’Europa d’oggi da un’Europa, indifferente e complice, in fin dei conti non così lontana nel tempo.

Giornata da ricordare anche negli scatti fotografici a cura di Mario Di Giuseppe.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *