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DEPURATORE: DENUNCIATO IL SINDACO POVIA. SAPEVA-video/foto

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La bomba ad orologeria del depuratore e campi di spandimento dei reflui fognari gioiesi è scoppiata in tutta la sua gravità. Dalle parole si è passati ai fatti. Dopo il fermo dell’impianto ecco spuntare, nei confronti del primo cittadino gioiese, Sergio Povia, una denuncia alla Procura della Repubblica presentata dal suo collega sindaco di Sammichele di Bari, Filippo Boscia. Povia aveva sempre chiesto ai suoi detrattori, se ce ne fossero stati gli estremi, di farlo. Ora è stato accontentato senza poter dire di non essere stato avvisato. Infatti, il sindaco Sergio Povia era a conoscenza del problema da mesi, come dimostrano i documenti che provvediamo a pubblicare. Buona lettura a tutti.

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Tratti dal periodico “la Piazza” di Gennaio-Febbraio 2013

Denuncia di Legambiente, clicca qui.

Intervista al direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL Bari, Domenico Lagravinese clicca qui.

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Intervista al sindaco di Gioia del Colle Sergio Povia (tratto da “la Piazza di Nov. Dic. 2012″)

Povia e le vasche di spandimento

“Il ruscellamento delle acque interessa anche il territorio di Sammichele

Da qualche anno dai campi di spandimento dei reflui fognari di Gioia, ormai saturi, in occasione di forti precipitazioni e anche in periodo di secca negli ultimi mesi, c’è un ruscellamento di acque che arreca danni ad alcuni appezzamenti di terra di proprietà di alcuni vivaisti di Sammichele. In seguito alle denunce il 17 ottobre scorso la Procura della Repubblica ha disposto il sequestro del depuratore di Gioia del Colle. Abbiamo intervistato il Sindaco, Sergio Povia, ad un mese di distanza.

povia-punti-di-vistaIl depuratore è stato sequestrato in quanto l’ “inefficienza ed il non corretto funzionamento dell’ impianto avrebbe determinato il cosiddetto ruscellamento delle acque non depurate sui fondi circostanti”. La Procura ha concesso circa un mese per trovare una soluzione alternativa. Come intende muoversi l’Amministrazione?

Occorre premettere che io devo ritenere che PURA, la società dell’Acquedotto Pugliese che gestisce l’impianto, che prende soldi dai cittadini per la depurazione, faccia sì che le acque depurate siano in Tabella 4 [Nel Decreto Legislativo Acque n. 152 del 1999 questa tabella indica i limiti di emissione per le acque reflue urbane ed industriali che recapitano sul suolo, N.d.A.]. A Gioia le acque, attraverso una canalizzazione, dopo la depurazione vengono immesse nei campi di spandimento sequestrati dall’Autorità Giudiziaria. Questi campi si trovano in un impluvio, Lama delle Vigne, quella che prelude alla Lama San Giorgio, e quindi per una questione idraulica, accolgono tutte le acque.

E’ notorio che spesso nella rete delle acque nere si immettano anche acque meteoriche, determinando dei picchi di portata ai depuratori…

In una delle ultime note l’AQP ha fatto sapere che ci sono le condizioni perché ci siano acque piovane immesse nella rete; noi abbiamo risposto che non abbiamo mai autorizzato nessuno ad immettere acque pluvie in fogna nera, per questo abbiamo avvisato Polizia Municipale e Corpo Forestale, per avviare un monitoraggio.

Ritornando alla domanda, noi da un anno e mezzo, con AQP, l’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale della Puglia (A.A.T.O.) e Regione Puglia, abbiamo in piedi un tavolo tecnico per giungere alla applicazione della norma nazionale che impone che le acque reflue debbano essere immesse nei corsi d’acqua superficiali o, qualora non ce ne fossero, nelle lame, nel nostro caso in Lama San Giorgio. Il progetto, redatto da AQP, prevede la realizzazione di una condotta che bypassi i campi di spandimento. Nel punto di immissione delle acque [Nei pressi della provinciale Acquaviva – Putignano, sul confine con il territorio di Sammichele, N.d.A. ] ci deve essere la certezza che le acque siano in Tabella 4, si avocherà all’ARPA o alla ASL la verifica.

Il 27 luglio scorso l’Assessore Regionale alle opere pubbliche, Amati, ha annunciando per fine anno la presentazione del progetto esecutivo di questa condotta, del costo stimato di 1,2 milioni di €. Chi sopporterà questi costi?

In seguito agli ultimi aggiornamenti siamo arrivati ad 1,4 milioni, con finanziamento regionale. Si tratta di attuazione di norme nazionali. Ripeto, non potrà essere che si sverseranno acque maleodoranti, con feci. Anzi con il Consorzio di Bonifica faremo la richiesta di riutilizzo per usi agricoli, le acque depurate in tabella 4 sono riutilizzabili, per esempio, per irrigare i vivai.

In questo momento, chiunque si rechi nei pressi dei campi di spandimento si rende conto del tipo di refluo che arriva dal depuratore, oltre alla puzza nauseabonda, presenza di schiume e fanghi disciolti, che le rendono di colore marrone. Acque che, vista la saturazione delle vasche, interessano alcuni campi vicini, fino a raggiungere il territorio di Sammichele, con portate cospicue dopo le piogge.

Se tu prelevi le acque dall’interno delle vasche, forse hai ragione, troverai i colifecali, ma a differenza di quanto dichiarato da qualcuno “dalle trincee escono feci”, in seguito alla tracimazione delle vasche escono solo acque. Detto questo, io non so cosa ci sia a margine dei campi di spandimento, la zona è diventata di scarso rispetto delle leggi, la contaminazione può avvenire fuori dalle vasche. Ieri mattina [Nei giorni di piogge abbondanti, N.d.A. ] con l’AQP e la Protezione Civile abbiamo fatto un sopralluogo: sulla provinciale c’erano 7-8 cm di acqua che scorreva come un fiume in piena. Voglio rassicurare gli amici di Rutigliano, oltre quelli di Sammichele: le vasche sono in un impluvio, raccolgono le acque meteoriche, quindi in occasione delle piogge, continueranno a confluire le acque anche quando non ci saranno più i campi di spandimento. A dimostrazione di questo c’è il fatto che nei pressi della provinciale c’è un canale di drenaggio che è quasi totalmente occluso da manomissioni.

Mi permetto di farle osservare che nelle scorse settimane, in un autunno tra i più siccitosi degli ultimi decenni, nei terreni e in quel canale scorreva acqua.

Ci dobbiamo porre un problema, a chi appartiene quell’acqua? Alcuni contadini della zona hanno realizzato cisterne di accumulo, quale acqua raccolgono? Non vorrei che ad un certo punto Pura o chi per essa, aprisse ogni tanto per scaricare un po’ di acqua e qualcuno ne approfitti.

Ci tengo a dire con forza ai colleghi di Sammichele e Rutigliano, non ho nessun piacere nello sversare le acque in Lama San Giorgio. Per anni abbiamo portato avanti il progetto di canalizzazione intercomunale verso Fesca, a Bari, non ce l’hanno fatto fare. Cosa dobbiamo fare delle acque reflue?

Nell’attesa della realizzazione di queste opere di bypass, che farete?

Se si approva il progetto entro dicembre, al massimo in un anno si realizzano, i soldi sono disponibili.

E nelle more di questa situazione?

Che ci sia il dissequestro dell’area. Non ci sono altre possibilità, non sappiamo cosa fare di quelle acque.

Spesso si collega il malfunzionamento del depuratore a scarichi anomali provenienti da aziende presenti nel territorio gioiese. Non crede che probabilmente questo sia un alibi, visto che in un documento redatto per il Pianto di Tutela delle Acque (P.T.A.) della Regione è scritto chiaramente che l’impianto gioiese è sottodimensionato? A fronte di un carico generato da 35.293 Abitanti Equivalenti Totali, l’impianto è per 27.400.

Nel depuratore, per forza di cose, abbiamo fatto l’immissione sia dei reflui provenienti dalle utenze civili, sia dalla zona artigianale, generando un eccesso di portate. Sono stato sindaco per altri due mandati, negli anni 96-97 abbiamo avuto un finanziamento CIPE per realizzare una struttura per la trasformazione e la depurazione del siero, opera che nei prossimi due mesi sarà completata. Ulteriormente negli anni 98-99 abbiamo chiesto ed ottenuto un finanziamento per l’impianto di affinamento per il depuratore della zona artigianale. Quindi noi abbiamo il depuratore cittadino, di fronte c’è S.I.E.R.A. che trasformerà il siero e convoglierà le acque depurate oltre la Tabella 4 nel vicino impianto nella zona artigianale. Eliminata tutta questa portata, noi torneremo molto al di sotto dei valori equivalenti e avremo risolto i problemi. Noi queste cose le abbiamo programmate negli anni ’90. L’unico problema non a carico nostro era il recapito finale, che non è nelle nostre facoltà.

L’area delle vasche spandimento delle acque reflue, soprattutto negli ultimi anni è diventata “terra di nessuno”, con presenza di discariche di ogni tipo e addirittura animali che pascolavano liberamente all’interno di essa. Perché si è tollerato ciò? C’è la volontà di porre freno a questo scempio?

Vogliamo capire bene, particella per particella, quali sono le aree di proprietà pubblica. Prima di operare le bonifiche bisogna reclamare la nostra proprietà, poi si potrebbero mettere dei massi per bloccare gli accessi ai tratturi. Certo se c’è qualcuno che delinque sapendo di delinquere… Sul discorso degli animali al pascolo, è chiaro che non si trattava di animali allo stato brado, purtroppo viviamo un problema di mancanza di senso civico.

Giuseppe Taneburgo

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