REFERENDUM. COMITATO: “POVIA DÁ FALSE INFORMAZIONI”
Riceviamo e pubblichiamo.
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Il sindaco Sergio Povia ha tenuto un comizio il 1° giugno in cui aveva promesso di parlare di problematiche, risultati e verità che riguardano l’azione amministrativa della attuale maggioranza. Il Comitato Promotore per il Referendum cittadino ha ascoltato con attenzione le parole del sindaco che riguardano l’esternalizzazione del servizio di riscossione dei tributi e di tutte le entrate comunali. Le sue verità, sebbene non condivise, sono rispettabili. Diventano meno rispettabili quando sono supportate da false informazioni e da accuse infondate lanciate anche attraverso la stampa locale nelle interviste che ha rilasciato.
Il sindaco dice che un Referendum universale c’è già stato, un anno fa, con la sua elezione a sindaco.
Poi dice che, forte di quel mandato egli può decidere tutto quel che ritiene sia giusto per la città, informandone la maggioranza che lo sostiene. Dice anche che non si può tenere un Referendum abrogativo di un atto che prevede il potenziamento di un servizio perchè è una contraddizione formale. Infine sostiene che il Comitato Promotore del Referendum cittadino raccoglie consensi basandosi su illazioni, ignoranza e bugie quando diffonde la falsa notizia che a Gioia sono stati spediti 1600 precetti ai cittadini morosi.
Analizziamo queste verità del sindaco una per una e vediamo di smontarle, giusto per capire, insieme, con chi abbiamo a che fare.
Il Referendum universale, come chiama lui le ultime elezioni, non è stato tanto universale se, come è stato, si è dovuti andare al ballottaggio per la sua elezione e al ballottaggio ci è stata una forte astensione. Dimenticare queste cose a distanza di un anno la dice lunga sull’idea di universalità che il sindaco ha della sua persona. Idea che ribadisce quando dice di poter decidere tutto, magari da solo e informando la maggioranza di quel che sta facendo. Non è così.
Le decisioni che riguardano la città e il suo benessere vanno discusse in Consiglio Comunale e, in democrazia, chi detiene il potere si sa, è tanto più democratico e giusto quanto più è il tempo che dedica all’ascolto della minoranza e accettarne la critica e la proposta. Cosa che il sindaco di Gioia non fa. Ma andiamo avanti.
Il quesito referendario viene presentato da un Comitato che nasce secondo le regole stabilite dallo Statuto Comunale. Lo Statuto prevede che la formulazione del quesito deve essere precisa nell’indicare l’atto amministrativo che si chiede di abrogare. In quell’atto c’è appunto scritto che l’esternalizzazione rappresenta per l’amministrazione un potenziamento del servizio. Ma è proprio su questa rappresentazione che migliaia di cittadini la pensano diversamente dal Sindaco. Non è quindi una contraddizione ma una affermazione di volontà, espressa anche dai consiglieri comunali di minoranza inascoltati, di cambiare quella opinione del Sindaco.
Ma l’ultima verità del Sindaco è quella più offensiva per la città. Tutto il resto fa parte del bagaglio naturale di un politico che cerca consensi ma dire il falso due volte davanti a platee non politiche ma di comuni cittadini è grave. La notizia dei 1600 precetti è stata diffusa dalla sola Gazzetta del Mezzogiorno. Sia il Sindaco che il Comitato all’indomani della pubblicazione hanno chiesto la rettifica di quella notizia. E a entrambi è stato risposto, simultaneamente, che si era trattato di un errore del titolista dell’articolo e ci sono state date tante, ma tante scuse.
Questo avvenimento è stato ripetuto al sindaco in occasione di una manifestazione recente nel chiostro, e gli è stato detto che continuare a mentire non giova a nessuno. Nonostante ciò lui continua su questa spinosa strada che non fa ben sperare sul proseguo del percorso referendario. Per lui, non per noi.
Franco Gisotti
Presidente comitato Promotore del Referendum Cittadino