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Cronaca

GdF E AQP. SI DIMETTE IL GIOIESE MASSIMILIANO BIANCO

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Massimiliano Bianco int20121116120600-2Si è dimesso 1 agosto il direttore generale dell’Acquedotto Pugliese, il gioiese Massimiliano Bianco, mentre è in atto una indagine della Guardia di Finanza su alcuni rimborsi consistenti in “pranzi, cene, trasferte e acquisti di mobili”, concessi a Ivo Monteforte, ex amministratore unico, sostituito da Gioacchino Maselli, amministratore unico dell’Aqp nominato nel 2012 dalla Regione Puglia.

Monteforte venne rimosso dall’incarico a seguito della conversione illegittima del rapporto di lavoro di Bianco – da otto anni alla dirigenza dell’Acq – passato da tempo determinato a tempo indeterminato.

A disposizione dell’ex direttore una Audi A6 aziendale, una casa in fitto nel Murattiano, pur risiedendo a pochi chilometri da Bari, ovvero a Gioia, ed uno stipendio di 237 mila euro e 900 euro lordi annui, oltre a 48mila euro di premio di produzione.

Bianco afferma di non aver “mai apposto alcun “visto” ai rimborsi dell’Ing. Monteforte” e di “prendere atto con dispiacere di questo tassello dell’ingiustificabile campagna diffamatoria” posta in essere nei suoi confronti. Ma adesso è la Guardia di Finanza ad indagare sulle note spese.

Il direttore in una sua nota dichiara che quelli i213018631-dc2aa044-c433-45ae-bdfe-dc71078da2fan Aqp “sono stati anni di lavoro particolarmente intenso ed entusiasmante, interpretati sempre con grande rigore, correttezza e dedizione, nell’esclusivo interesse della società: ciò – aggiunge – ha contribuito a ottenere importanti successi e il pieno risanamento e rilancio aziendale”, e “sono certo che tutto ciò sarà alla base di nuovi avvincenti traguardi che attendono Aqp”.

L’acquedotto pugliese è la più grande struttura d’Europa, ed una delle maggiori al mondo, per la raccolta, il trasporto e la distribuzione dell’acqua potabile. Numeri impressionanti quelli che caratterizzano l’impianto: la rete idrica si sviluppa su una lunghezza di 15mila km, quasi 25 volte quella del Po, ha una portata complessiva teorica, perché ne perde quasi la metà lungo il tragitto, di 19mila litri al secondo, ovvero 1140 metri cubi al minuto, sufficienti a riempire in un’ora 640 piscine olimpiche, serve 4 milioni di persone in 330 comuni, dispone di 154 impianti di depurazione, 6 di potabilizzazione, 321 serbatoi con capacità di stoccaggio complessiva di 3 milioni di metri cubi. Sono oltre 1700 addetti tra dirigenti ed operai, funzionari e tecnici impiegati presso l’Acquedotto pugliese, 32 sono i dirigenti, di cui 23 dotati di auto aziendale noleggiata a spese dell’Aqp e stipendi superiori ai 100.000 euro annui con important25301774 orta-nova-il-sindaco-calvio-scrive-all-acquedotto-pugliese-per-le-sulla-fornitura-di-acqua-2i premi di produzione.

Nel suo libro “Il buco nell’acqua. L’Acquedotto Pugliese e la privatizzazione che non c’è”, il giornalista del Corriere del Mezzogiorno Michelangelo Borrillo, afferma che l’ente piace più ai politici che agli utenti: per i primi rappresenta una formidabile macchina clientelare per la produzione di consenso elettorale, per i cittadini un onere da sostenere a copertura delle enormi spese di manutenzione e degli interventi di risanamento per ridurre sprechi e perdite per 3,2 miliardi di euro, tutti a carico dei contribuenti.

Per contenere i costi e razionalizzare le spese l’Aqp nel 2001 il governo Berlusconi girò le azioni alle Regioni Puglia e Basilicata senza alcun onere, con l’unico impegno di avviare la privatizzazione entro sei mesi, il resto è storia di questi giorni…

Tra gli stipendi “d’oro” denunciati sui mass media, (http://www.qelsi.it/2013/lacquedotto-pugliese-poca-acqua-tanti-debiti-ma-un-fiume-doro-per-gli-amici-di-vendola/) quello del Monteforte (115.000 euro l’anno, sempre con casa e automobile con autista).

 

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