NEL SALOTTO ROSA. CINQUE DONNE “SI RACCONTANO”-foto
Nel castello, cornice del salotto “rosa” – scenografia e arredi a firma di Mario Pugliese – cinque giovani donne – Kietty Bassi, Patrizia Nettis, Marica Girardi, Francesca Santoiemma e Daniela Paradiso – si raccontano. La sesta, Elda Renna, non siede con loro… è fuori accanto al camper rosa, la sua è una storia “speciale”, a tinte forti, di quelle che meritano uno spazio a parte.
Le esperienze di Kietty, Patrizia, Marica, Francesca e Daniela sono emblema di scelte coraggiose in tempi in cui nulla è certo ed il futuro va riprogrammato di giorno in giorno, rischiando – talvolta – di rinunciare ai propri sogni.
Piera De Giorgi in loro ritrova quella determinazione che rende tutto possibile.
“La tenacia della donna può costruire tanto… le appartiene il saper fare, il saper essere, il saper creare comunità, il saper recuperare rapporti, relazioni anche in cattività!”
Cristina Di Modugno, presidente della Meters Studi, sintetizza il fattor comune che lega le ospiti: la capacità di realizzarsi nonostante le difficoltà, la fermezza nel governare il timone della vita anche in piena crisi occupazionale e valoriale, tra relitti di fragili contratti e illusioni di stabilità che naufragano negli abissi di un precariato senza fine, cifra del presente, ipoteca del futuro.
Uno stile di vita professionale non scelto ma subito, ancoraggio e retaggio di un dramma che impedisce – anche dopo i trenta anni – di metter su casa e famiglia.
Stretti nella morsa del disagio di dover “dipendere” da un “welfare genitoriale” avvilente e mortificante, si finisce con il lottare contro le brume di una latente e costante insoddisfazione, che neanche l’affetto e le tante piccole comodità riescono più a fugare, pur se consapevoli che di necessità va fatta virtù.
Rompe il ghiaccio Kietty Bassi, 25 anni, laurea in Lingue straniere alla Cattolica di Milano con esperienze nelle relazioni internazionali. Entra in contatto con il mondo della cooperazione attraverso uno stage di sette mesi presso l’Osservatorio per la Comunicazione Culturale e Audiovisiva nel Mediterraneo e nel Mondo, fondato dall’UNESCO nel 1997. Dopo aver conseguito la seconda laurea presso la facoltà di Scienze Politiche in Diritto internazionale, parte per l’Africa a sue spese e raggiunge Mombasa. La sua prima esperienza la porta in un orfanotrofio con più di 200 bambini, insegna italiano a ragazze musulmane presso la Tawheed Girls School di Malindi, segue progetti nelle shamba, piccoli appezzamenti di terra su cui avviare attività di compravendita, scopre il cuore dell’Africa e la sua mission.
“I giorni in Africa sono volati, sarei voluta restare molto più a lungo, ma non potevo permettermi tante spese e dopo un mese ero di ritorno. Prima ancora di andar via sentivo già la nostalgia dei luoghi e delle persone. Oggi – confessa Kietty – sto cercando di intraprendere questa strada, ho fatto domanda per il programma fellowship delle Nazioni unite, la cooperazione internazionale è la mia vocazione ed il mio futuro.”
Patrizia Nettis – giornalista e istruttrice di nuoto 31enne – tra poche settimane per la prima volta “mamma”, accarezza il suo bimbo mentre parla della sua passione per il giornalismo, un “lavoro” che non le permette di vivere dignitosamente, motivo per cui svolge anche cinque diverse attività contemporaneamente. Nel momento in cui sta per “mollare”, giunge il premio giornalistico da sempre atteso, una ventata di energia che la riporta al passo e le consente di realizzare i suoi sogni.
Marica Girardi, 29 anni e tanta grinta da vendere. Dopo la laurea in Lettere colleziona master in Progettazione e Comunicazione multimediale, frequenta corsi in Project Management culturale e consegue abilitazioni varie, a tempo “perso” progetta in teatro con i piccini e “le Ombre”, di cui è colonna progettuale portante.
“Occorre fare rete – afferma Marica -, tenere gli sguardi aperti, abbattere il pregiudizio nei confronti del cambiamento. Noi donne siamo il motore più sensibile dell’innovazione italiana. Il mio percorso formativo mi ha permesso di osservare ciò che mi circonda da più punti di vista. Questo è il momento del fare e non del pensare, del condividere e del costruire assieme lavorando sui contenuti, proiettandoci verso il futuro, puntando sulla partecipazione attiva.”
Francesca Santoiemma, docente di Inglese, sposa e mamma, volontaria presso l’U.T.E. e presidente di “Libera In… fusione”, ritiene che il punto di forza sia la condivisione.
“Ognuno di noi – nel momento in cui traccia le coordinate del suo progetto di vita – fa i conti con i sogni, le passioni… se si condivide il progetto, se ci si crede davvero, tutto si può realizzare. E’ importante far rete anche in famiglia, non solo in associazione o nell’ambito scolastico.”
Daniela Paradiso a 14 anni sa bene cosa vuole fare: il pittore. Poi studi scientifici e laurea in Scienze naturali la portano verso altri “lidi”, partecipa a progetti ambientali all’estero, è tra le fondatrici della “Meridiana Onlus”, segue un dottorato, esplora luoghi in cui arte e scienza continuano a intersecarsi e rincorrersi. Anche per lei, al di là di obiettivi e valori in comune, quel che più conta è costruire rete, leitmotiv della serata.
“Occorre muoversi e non pensare troppo. Se pensi di essere povero, di non farcela, di essere escluso, ti senti straniero fuori e in casa… questo è quello che viviamo oggi.”
“Avete trovato il modo giusto per approcciarvi al mondo attuale – commenta Cristina Di Modugno a fine conversazione -, nulla di quello che si fa si perde, mettendosi in gioco, i riconoscimenti professionali ed economici arrivano. Occorre – nella pluralità di esperienze – saper essere flessibili, mutevoli, restando fedeli a se stessi.”
A fine dibattito i corsisti del’U.T.E. diretti da Mario Vacca, portano in scena “Il figlio dell’uomo”, rappresentazione proposta in marzo nel chiostro (CORSISTI UTE. RAPPRESENTAZIONE DA APPLAUSI-foto ).
La presidente Giovanna Viterbo ricorda e saluta con commosso cordoglio Vito Osvaldo Angelillo, docente di letteratura teatrale, scomparso il 5 luglio (VITO OSVALDO ANGELILLO, UN GRANDE, INCOMPRESO-video/foto).
I protagonisti rappresentano “l’altra faccia della medaglia”, coloro che hanno messo a segno gli obiettivi professionali e familiari e raggiunto stabilità economica o pensione. A loro oggi “tocca” sostenere e incoraggiare le giovani leve.
Lo spettacolo ha inizio, tanta la commozione e l’emozione anche tra gli attori, e nel finale una toccante pioggia di petali rossi che – dietro le quinte – dà vita ad uno dei tanto decantati esempi di “rete e cooperazione”: tutti a ripulire il lastricato del cortile, condizione sine qua non per poter godere, anche nel castello, del suggestivo effetto caduta – floreale.