DOPO QUELLI LIBICI, A GIOIA I VENTI DI GUERRA SIRIANI?
L’attacco militare contro il regime di Damasco, accusato di aver oltrepassato la linea rossa usando micidiali armi chimiche contro i ribelli e la popolazione civile in Siria, sembra ormai questione di ore e l’allerta nell’Aeroporto “Ramirez” di Gioia del Colle diviene di ora in ora più alto.
Voli ed atterraggi da giorni si susseguono ad un ritmo sempre più serrato.
Il 36° Stormo ha infatti in dotazione l’Eurofighter 2000 Typhoon, aereo su cui volano i piloti del X Gruppo Caccia Intercettori, dal 2010 ospitati nella base.
Gli aeroporti militari di Gioia del Colle e Amendola, nel foggiano – sede del 32° Stormo -, in caso di un intervento deciso dalla Nato potrebbero essere utilizzati come aeroporti di appoggio per far decollare aerei alleati.
Tra l’altro per l’individuazione degli obiettivi sensibili da bombardare in Siria, potrebbero essere necessari proprio i Predator del 32° Stormo, aereo senza pilota con successo usato in Afghanistan.
Secondo i protocolli Nato, gli aerei sarebbero pronti al decollo 72 ore dopo l’ufficializzazione di una partecipazione attiva dell’Italia alle operazioni.
La situazione è particolarmente seria. Il Medio Oriente è una polveriera pronta ad esplodere, la guerra civile siriana ha ormai investito anche il vicino Libano, mentre l’Egitto è tutt’altro che stabilizzato. L’Europa, e i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, rischiano di essere investiti dagli effetti di un conflitto generalizzato ed essere oggetto di attentati o minacce belliche.
Gran Bretagna e Stati Uniti stanno approntando i piani operativi ed una linea interventista che sembra essere condivisa dal presidente francese Francois Hollande.
Russia e Cina – di contro – lanciano il loro veto ad interventi armati, ed in attesa che sia reso noto il rapporto dell’intelligence sull’uso di armi chimiche in Siria, migliaia di profughi, per lo più donne e bambini, sbarcano sulle coste della Sicilia.
La Nbc annuncia in queste ore che l’attacco scatterebbe nel fine settimana e potrebbe avere la durata di tre giorni. Secondo il Washington Post nel mirino di “attacchi chirurgici” ci sono obiettivi di alto valore delle difese aeree, navali e di terra del regime, così come i centri di sostegno logistico e comando delle forze armate.
Damasco, intanto, si mostra pronta a combattere: “In caso di attacco ci difenderemo con ogni mezzo a disposizione”, ha dichiarato il ministro degli esteri Walid al Muallim, minacciando di rispondere con “mezzi di difesa che sorprenderanno”.
Alla luce anche di queste notizie, conforta non poco sapere che l’aeroporto gioiese è in grado di far decollare aerei a pochi minuti dall’allarme ricevuto.