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Cronaca

CHIUSO CASEIFICIO. RILEVATI BATTERI DI ESCHERICHIA COLI

chiuso caseificio infetto da escherichia coli

chiuso caseificio infetto da escherichia coliAvviati i controlli dei Nas nei caseifici pugliesi di Mola, Monopoli e Noicattaro per rilevare la presenza di escherichia coli, batterio responsabile dell’infezione che ha portato in ospedale 18 persone, tra cui 16 bambini, gli ultimi due di cinque e un anno, affetti da SEU (Sindrome Emolitico Uremica).

Le analisi hanno dato esito positivo per i prodotti venduti in un caseificio di Monopoli, nel quale sono state sequestrate otto tonnellate di alimenti tra cui scamorze, formaggi, ricotta, burro e mozzarelle.

Il caseificio – per altro in pessime condizioni igienico sanitarie – è stato chiuso.

Nel dettaglio i Nas hanno verificato la presenza di sporco ovunque, ruggine sulle attrezzature, intonaci sberciati e infiltrazioni d’acqua sui muri.

L’assenza di documentazione che consenta la tracciabilità di fornitori e clienti, chiuso caseificio infetto da escherichia colirende ancora più grave la posizione dei titolari del caseificio.

Infatti, non potendo verificare l’eventuale distribuzione in luoghi di ristorazione degli alimenti infettati dalla cagliata in cui è stato rinvenuto il batterio, le indagini dovranno continuare senza sosta.

Dopo aver verificato l’assenza di escherichia in angurie e verdure, inizialmente sospettate di essere il veicolo dell’infezione, l’attenzione si è spostata sui latticini ed è probabile che altri caseifici, in particolare quelli che riforniscono località turistiche, debbano essere sottoposti a controlli, non da escludere, quindi, anche quelli gioiesi.

Potrebbero essere proprio i latticini consumati dai due bambini residenti a Mola, ricoverati nei giorni scorsi nel reparto di Nefrologia dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, i veri “killer” che hanno causato l’infezione. Tra i pazienti ricoverati anche residenti di Monopoli e zone limitrofe. Numerose, infine, le segnalazioni in tutta la provincia di Bari di persone affette da disturbi simili, ma fortunatamente meno gravi, che non hanno fatto ricorso alle cure ospedaliere.

 

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