ARRESTI DOMICILIARI IN… TENDA, PER GIANNICO-foto
Questa la “geniale” soluzione trovata dall’assessore ai Servizi sociali Filippo Donvito per ottemperare a quanto richiesto dal presidente del Tribunale di sorveglianza, Maria Giuseppina D’Addetta, in una nota inviata all’Ufficio per l’esecuzione penale esterna e ai Servizi sociali.
Condannato a due mesi di reclusione ai domiciliari per ricettazione, il 44enne gioiese senza casa né lavoro da 13 anni, nei mesi scorsi aveva scelto di dimorare con la sua compagna – per altro in dolce attesa -, nel giardino annesso all’ospedale.
Una soluzione a tratti ancor più surreale di quella vissuta per anni nel piccolo locale annesso alla stazione, lo stesso in cui lo intervistammo lo scorso anno, quando in preda alla disperazione minacciò il suicidio (VITTORIO GIANNICO MINACCIA IL SUICIDIO-video/foto ).
Donvito, in dichiarazioni rilasciate all’altra stampa (non a noi), in cui si fa riferimento alla tenda ancor prima che la stessa fosse montata, afferma che il Comune non ha alloggi propri di cui disporre per poter ospitare Giannico e la sua compagna e si appella al buon cuore dei gioiesi che, a suo dire, temono di dare in fitto i propri immobili ad assistiti dai Servizi sociali.
Nella tenda montata nella mattinata di ieri sabato, 5 ottobre, Giannico dovrà trattenersi tassativamente nelle ore notturne, dalle 22 alle 6, per non violare gli obblighi imposti dalla sorveglianza speciale alla quale è sottoposto.
Il problema è stato sollevato nei giorni scorsi dal suo legale, l’avvocato Filippo Castellaneta (VITTORIO GIANNICO, GIOIESE, RITORNA A FAR PARLARE DI SÈ).
“Mi sento preso in giro, qui dentro ci piove pure, la mia compagna non se l’è sentita di restare e se n’è andata via… come si può vivere in questo modo!”
Con queste parole ci ha accolto nella sua nuova dimora Vittorio Giannico, mostrando con una torcia in mano (manca la luce elettrica) rivoli d’acqua e l’interno della sua nuova “casa”, circa 50 metri quadri con finestre e chiusura “centralizzata” e senza l’ombra di un bagno, neanche di quelli da camper. Con espressione perplessa si guarda intorno, nel nulla che lo circonda…
La tenda di colore blu è stata fatta montare nel giardino dal responsabile della Protezione civile Donato Ascatigno, su richiesta dell’assessore Donvito, per consentire l’esecuzione della pena, in attesa di risolvere il problema.
Ci sono casi in cui la soluzione – come recita un famoso detto – è peggiore del problema. Dopo le attenzioni dell’ANSA, che ha riportato la notizia ieri alle 20.59, il ricorso alla tenda potrebbe, infatti, attirare sulla città attenzioni ancora più mediatiche, tanto da finire sui rotocalchi o nuovamente su “Striscia la notizia”, anche perché a due passi c’è una enorme struttura in parte inutilizzata – l’ospedale Paradiso -, che di spazi ne ha in abbondanza, così come la struttura annessa al Convento dei Riformati affidata a Fratello Sole. Persino il noleggio o l’acquisto di un prefabbricato in legno, magari da convertire in postazione di custodia, potrebbe essere una soluzione più dignitosa, ammesso che il Comune abbia alienato tutte le sue proprietà o le abbia tutte assegnate ad altri cittadini assistiti dai Servizi sociali.
Non dubitiamo, infine, che Giannico delle soluzioni “di fortuna” per sopravvivere in questi 13 anni ai rigori dell’inverno e dell’estate ne abbia trovate e forse di migliori, e che l’arrivo di un bebè necessiti ben altre soluzioni.