IL PUG, VERO COLLANTE DELL’AMMINISTRAZIONE POVIA
Il dado, all’indomani delle dimissioni di Piera De Giorgi – assessore alla Cultura Spettacolo, Associazionismo, Pubblica istruzione, Pari opportunità e Pace -, è tratto e lo strappo all’interno del Pd, insanabile.
A conferma che il Pd non è mai stato in maggioranza ma al “servizio” di Povia, e soprattutto lo è stato, lo è e lo sarà – a nome del partito, in attesa degli auspicati interventi sovracomunali o proprio – fino a quando chi è in consiglio o in giunta ha motivo di esser “devoto” al sindaco e di certo non per interesse dei cittadini.
Questo lo scenario che si presenta oggi – giorno di “Festa” per il Pd – dopo il memorial dedicato a Franco Giannico senza tenere contro della “smemoratezza” anche di suo fratello, il quale parrebbe aver dimenticato di militare nel Pd e non nella “corte” del sindaco.
Ben venga il ravvedimento tardivo di Valletta, Mongelli, Magistro, della stessa De Giorgi che più di chiunque altro avrebbe potuto e dovuto far sentire in Giunta il dissenso dell’elettorato democratico su provvedimenti impopolari invece di firmare e pensare ad altro o soprassedere per quieto vivere! Perché di una cosa va dato atto: è forse uno dei pochissimi politici, insieme a Pino Dentico, Donato Paradiso, Michele Pavone, Filippo De Bellis – per citarne alcuni senza “macchia” che hanno accompagnato Povia nella sua escalation politica – ad aver avuto solo e soltanto interessi culturali e sociali.
Un caso a parte il sindaco Vito Mastrovito, stritolato nel sistema e cannibalizzato dai suoi stessi compagni, una pagina nera che avrebbe potuto essere riscritta solo se con coraggio avesse denunciato alle autorità gli illeciti di cui era a conoscenza.
A volte anche il “perdono” ed il silenzio possono rivelarsi un’arma a doppio taglio, complice e causa di catastrofi politiche nelle quali – checché ne dica qualcuno -, la nave più che solcare i marosi in tempesta si riempie di “zavorra” – ovvero di compiacenti ciambellani e sudditi – in attesa di venti favorevoli e soprattutto di una nave da crociera che batta bandiera “PUG”.
Ma la vera tempesta è altrove, nelle coscienze di coloro che, come giustamente rimarca Andrea Mongelli, credendo “nel partito e nella disciplina di partito, un punto di riferimento che i politici attuali, sbagliando, hanno perso di vista e i danni sono sotto gli occhi di tutti”.
Ad Andrea, Giovanna e altri che in buona fede hanno “sbagliato” chiedo: perché tanto accanimento, allora, nei confronti di Enzo Cuscito, colpevole di aver messo in evidenza l’errore per cui oggi si pagano i danni, al punto di dimettersi?
Cosa mai aveva offuscato lo sguardo di tanti idealisti? E se i “tre componenti arrivati in consiglio comunale dalle liste Pd” sono probabilmente “gli stessi che alla vigilia delle scorse amministrative le sconsigliarono di affrontare le primarie, quindi le fecero abbandonare la legittima aspirazione di correre per la poltrona di sindaco… grazie anche all’intervento degli organismi sovra comunali”, cosa impedirà, oggi, che tutto si ripeta?
Le persone sono le stesse, con umane debolezze e fragili ideali, con progetti “legati” all’amministrazione vuoi per la concessione di una licenza edilizia (per la costruzione contra-legem di un piano in più, di appartamenti in Zona F, di sopraelevazioni e modifiche a palazzi nel centro storico), cambio di destinazione d’uso, di contributo, di una sede, di un incarico….
Può bastare recitare il “mea culpa”? C’è un progetto politico intorno a cui coagulare il consenso? Ci sono i “soldati” per combattere questa battaglia o solo “generali”?
E soprattutto c’è (o ci sarà) il coraggio di “ripulire” e rimuovere “zolle” di fango fertile di voti e rifiutare “cavalli di Troia” camuffati da opinion leader?
Perché sollevare il tappeto e far finta di aver pulito, questa volta non servirà e potrebbe non esserci un’altra possibilità di farlo.
La De Giorgi risponde a Povia ed alla città che “la decisione difficile e sofferta è frutto della intima convinzione che il PD può avere un ruolo incisivo nella vita politico-amministrativa del paese qualora ci siano rispetto, valori ed obiettivi condivisi con le altre forze della maggioranza, insieme a reali condizioni di ascolto ed atti consequenziali”.
Quel “qualora ci siano rispetto, valori ed obiettivi condivisi” insieme “a reali condizioni di ascolto” la dicono lunga sulla reale condizione del Pd. Il rispetto, prima di tutto, per sé e per gli elettori, lo stesso smarrito e svenduto nel momento in cui si è scelto di restar legati “a quel valore di appartenenza che si esercita solo attraverso un processo di coesione e condivisione delle scelte con il partito di cui si è espressione”, che a sua volta ha espresso per un anno consenso e fiducia a Povia su provvedimenti quali Tributi, Piscina, zone F, parcheggi a pagamento ed altro contro ogni buon senso e logica e che a breve, a ranghi ridotti, approverà il PUG, panacea per tutti coloro che a vario titolo hanno perso faccia e dignità pur di non perdere la possibilità di “esserci” e dalla parte “giusta”.
Già, il PUG, una meta, l’ultima meta, da raggiungere a tutti i costi e costi quello che costi. Anche la propria faccia. In tutti questi anni croce e delizia (a dire il vero più croce che delizia) della politica gioiese che continua a procurare più danni e sofferenze che benefici, per il popolo naturalmente. Un colossale affare su cui si sono scontrate per poi affondare nel “mare nostrum” l’amministrazione Mastrovito (annegata prematuramente), seguita dall’amministrazione Longo (stessa sorte). Oggi? Punto e a capo? Forse. Difficile prevederlo. Per il semplice motivo che nell’amministrazione Povia (la terza, due andate stranamente (?) in… porto, nonostante scogli, marosi e rosa dei venti) sono presenti tutti, quasi tutti. Tutti quelli cioè che si sono ammutinati decidendo le sorti (in negativo) delle due precedenti amministrazioni di cui sopra. Quelli che evidentemente hanno un qualche interesse affinchè il PUG venga “VARATO”, alla faccia dei “navigatori” controvento e malpensanti, della coerenza e degli ideali personali, politici e partitici.