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Cronaca

MENUCCIA CURIONE HA FESTEGGIATO 100 ANNI DI VITA-foto

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nonna menuccia 100 anni Menuccia Curione, 100 anni compiuti da poco, con lo sguardo velato, ascolta attenta Chiara, sua nipote. Ne intuisce più che vederne il volto, sente la sua carezza sulla guancia e manifesta, garrula, la sua gioia. Chiara Curione è da lei ogni giorno, le attenzioni e l’affetto ricevuti da bambina sono vividi nei suoi ricordi, a lei il compito di narrarne le gesta da ché un ictus a 98 anni le ha rubato la voce.

Minuta, un vero scricciolo, seduta composta sul divano, Menuccia sorride, sa di essere al centro dell’attenzione e come può partecipa all’incontro, alternando una vivacità fanciullesca a momenti di meditazione, quasi stesse ripercorrendo in un deja vu le gioie, i successi e gli affanni che hanno costellato la sua lunga vita.

Filomena, per tutti Menuccia, nasce il 9 ottobre del 1913. Il suo papà, Francesco, è un fine ebanista, in guerra scolpirà arti in legno per i soldati mutilati. Il destino ha voluto che non restasse in Libia, dove aveva deciso di tentare la fortuna. Tornato a Gioia lavora in bottega con suo figlio Rocco. Marino, il papà della scrittrice Chiara Curione, è il fratello minore di Menuccia, vivrà a casa di uno zio adottivo, Paolo Miraglino che lo educherà ed avvierà agli studi forensi.

Seppur brillante e di vivace intelligenzmenuccia  curione1a, Menuccia dovrà obbedire al suo papà e interrompere gli studi dopo le elementari, non essendole consentito frequentare l’avviamento e studiare accanto ai maschietti. Sua sorella Ninetta andrà sposa a Milano e dovrà esser lei ad accudire i genitori anziani. Allegra, gioiosa, amante del canto, Menuccia non si cruccia ed affronta la vita con serenità.

Dalle sorelle Leo apprende i segreti del cucito, divenendo un’ottima sarta; confeziona splendidi abiti per sé e la sua famiglia, con raffinato buon gusto. Sono suoi vicini di casa i Cirsella, all’epoca titolari dell’Ufficio postale. Notando l’intelligenza della giovane e la sua innata abilità in matematica, le suggeriscono di prendere il diploma e far l’esame di dattilografia, per poter essere assunta nell’ufficio.menuccia curione2

La giovane supera brillantemente ogni prova e viene impiegata nelle Poste.

In estate con sua sorella Ninetta è ospite della famiglia Ninni, in campagna. Isabella le attende trepidante, per godere di tanta gioiosa, allegria. Sono infatti molto ricercate le sorelle Curione per il buon carattere e l’innato e contagioso buon umore

La vita di Menuccia scorre serena, scandita da ritmi tranquilli. Terziaria francescana frequenta Santa Fara, non si concede lussi o divertimenti, sceglie un taglio corto e per i suoi capelli – confermando di aver innato buon gusto e amar la moda che segue e “detta” confezionando a mano modelli di alta sartoria, sobri ed eleganti. Gli stessi, perfettamente conservati, sono con cmenuccia  curione4ura riposti negli armadi, altri sono stati indossati da Chiara durante la presentazione dei suoi libri.

“Io e zia Menuccia abbiamo la stessa taglia, i suoi abiti sembrano confezionati su misura per me. Da piccina io e mio fratello eravamo spessissimo con lei, a casa dei nonni. La mia mamma era di Forenza, in Basilicata. Spesso raggiungeva i suoi per dare una mano nell’emporio di famiglia. Babbo era un avvocato ed era spesso impegnato, per cui zia Menuccia ci accudiva. Con noi era severa il giusto: pretendeva educazione, serietà, attenzione… Guai a non esser composti, seduti a tavola, teneva tantissimo al galateo e non transigeva. Ma sapeva essere anche tanto affettuosa… Ci cantava canzoncine e conosceva una infinità di indovinelli. Quando le ponevamo una domanda cui non voleva rispondere direttamente, ricorreva a uno dei mille, inesauribili motti o proverbi, sempre appropriati al contesto. A volte per non lasciarci soli in casa, ci portava con sé in ufficio e lì facevamo i compiti, mentre lei svolgeva il suo lavmenuccia  curioneoro.”

E’ stata una donna molto bella, sicuramente corteggiata e a suo modo moderna. Amava il suo lavoro ed era molto responsabile. Ha accudito il nonno malato di demenza senile fino all’età di 98 anni e non si è mai lamentata. Quando zia Ninetta da San Filippo alla festa del Crocifisso si tratteneva a casa dei nonni – continua Chiara -, erano spesso insieme affacciate alla finestra di casa, in via Regina Elena. Zia Ninetta amava far valere la sua esperienza di “sorella maggiore”, dava consigli non sempre chiesti e dettava legge. Zia Menuccia non protestava, la lasciava dire, ma poi puntualmente faceva quel che aveva deciso di fare. Era metodica e precisa in tutte le sue cose.”

Tra i ricordi confidati a Chiara, quello del giorno in cui viene dichiarata la seconda guerra mondiale. Mentre tutti, scmenuccia  curione7onvolti, si riuniscono in piazza o tornano a casa per stringersi intorno ai loro cari e ascoltare le notizie alla radio, Menuccia resta sul posto di lavoro. In quegli anni gli Ebrei confinati a Gioia frequentano l’ufficio postale. Sono educatissimi – a suo dire -, tanto che spesso, sapendoli sotto custodia, Menuccia chiede agli utenti la cortesia di non lasciarli attendere in coda. La domenica la dedica alla cucina, è famoso il suo ragù alla bolognese.

Quando viene nominata direttrice dell’Ufficio postale di Castiglione di Intelvi, in provincia di Como, raggiunge quello che per una donna è il più ambito riconoscimento alla carriera, ma non se ne vanta né si disarma. Prepara le sue cose e si reca nel Nord, pronta ad affrontare l’ennesima sfida, da vera donna emancipata.

Menuccia lavora fino ai 65 anni, quindi si dedica agli anziani genitori e a sua sorella, giunta alla veneranda età di 102 anni. Il 9 ottobre ha assaporato la sua torta, accanto i suoi cari… ai ricordi non può dar più voce, ma il suo affetto e la sua gioia trapelano dal suo sorriso, appena, appena un po’ smarrito.

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