UNA FONTANA NATA SOTTO UNA CATTIVA STELLA
A distanza di quasi un mese dalla sua “non inaugurazione” sembrerebbe che l’amministrazione abbia deciso di mettere “le croci” sulla fontana di Piazza Dalla Chiesa.
Dopo aver tentato più volte e in tutti in modi, come da noi raccontato in precedenti articoli, di rimediare all’impasse di una fontana che non ne voleva sapere di funzionare come Dio (o San Filippo?) comanda, l’assessore ai lavori pubblici ha deciso, anche se malvolentieri, di soprassedere e far tappare i fori da cui sarebbero dovuti fuoriuscire i getti d’acqua.
L’ultimo tentativo, in ordine temporale, era stato effettuato la settimana scorsa, ma senza alcun risulto concreto. Di lì la successiva decisione di sospendere, “sine die”, e rimandare ogni velleità di soluzione del problema in tempi migliori.
Un’opera, la realizzazione della fontana, se proprio vogliamo dirla tutta, incompiuta, che non ha mai visto le luci dei riflettori, come avvenuto per la statua di San Filippo e le tre facciate dell’omonima scuola elementare.
25.000 euro, tanto è costata ad oggi la sua posa in opera, letteralmente buttati, in assenza di vasca, dalla finestra. Per incompetenza degli operatori, per i materiali scadenti utilizzati, per quelli usurati non sostituiti, o per malasorte?
Ricordate quanto accaduto nel corso dell’inaugurazione della statua? Il telo che si impiglia fra le dita del santo e un operaio comunale che interviene per sbloccare l’esilarante situazione, togliendo da quell’incresciosa impasse sindaco, giunta e clero? Un episodio letto dai presenti come di cattivo auspicio e foriero di avvenimenti poco positivi.
Un pensiero rafforzato dalla successiva mancata inaugurazione di quella fontana che, nelle intenzioni del sindaco Piero Longo, doveva essere la classica ciliegina sulla torta dell’intera operazione di maquillage di parte della piazza, quella cioè insistente nelle immediate vicinanze della statua.
Ebbene, alla luce di quanto accaduto fino ad ora, sembrerebbe che abbiano avuto ragione da vendere nonostante gli estremi e continui tentativi posti in opera dall’assessore competente, Sante Celiberti, che ha voluto seguire di persona tutti gli interventi tesi alla soluzione del problema.
Ma è stato tutto inutile, la sua presenza, più che incitare gli operai a fare di più e meglio, a esorcizzare la malasorte, ha finito per rendere ancora più “punzecchiante” la situazione venutasi a creare a cui, dopo il danno erariale e la beffa finale (chiusura definitiva dei getti d’acqua), si è aggiunto il danno materiale oltre che estetico.
Infatti, sono ben visibili gli ulteriori e negativi risultati di questi interventi di forzata manutenzione (alla straordinaria si è aggiunta quella extra straordinaria) della fontana, che hanno visto impegnati non solo i tecnici (muratori, elettricisti, idraulici), gli operai del comune, politici compresi, ma anche i loro mezzi con cui circolavano come nulla fosse intorno alla fontana.
La piazza ormai è diventata quasi come una tovaglia macchiata e rattoppata. Il pavimento è degno di una tuta mimetica, con numerose presenze di cemento, calce, grate e tombini, oltre ai primi segni di rottura dei convogliatori d’acqua.
Anche la natura della pavimentazione della fontana, vagamente somigliante ad una scacchiera, in assenza dei getti d’acqua, che in qualche avrebbero potuto distogliere l’attenzione, acuisce questa sensazione, purtroppo non solo visiva, di degrado dell’intera zona, rafforzando nei residenti, stante i risultati ottenuti, l’idea dell’inutilità di quella spesa, ferma, ad oggi, a 25.000 euro ma sicuramente suscettibile di ulteriori incrementi.