“REBUS” INTERESSANTE MOSTRA D’ARTE DI BEPPE LABIANCA-foto
Si è aperta lunedì, 25 novembre, nell’ambito del Prometeo Festival, “Rebus” la mostra dell’artista Beppe Labianca. Le opere del pugliese, ormai famoso a livello internazionale e molto amato niente meno che dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, sono state ospitate nel Chiostro del Palazzo Comunale. Beppe Labianca è un artista che trae ispirazione dalla natura umana e dalle sue emozioni, considerato un pittore “metafisico”, poiché le sue opere spaziano da enigmatiche istallazioni in ferro a sculture che propongono vere sagome “ritagliate” e poi dipinte. Una scultura-pittura senza precedenti che desta stupore per la sua geniale semplicità.
La mostra è stata inaugurata martedì 26 novembre ed ha visto una considerevole partecipazione, nonostante la violenta bufera di acqua e neve di quella sera. A presentare la mostra, la dott.ssa Rosa Maria Capozzi e l’avv. Vito Caiati. Presente anche l’artista che spiega: “Il filo conduttore delle mie opere è il rebus, quegli stessi rebus che mio padre risolveva sulla “Settimana Enigmistica” e che io non ero in grado di risolvere.”
Labianca sembra voler trasferire quel ricordo d’infanzia nella sua arte trasformando tele e sagome in ferro arrugginito, in “misteri, ricerca di incastri, cose da far combaciare, emozioni e sensazioni apparentemente senza senso” come precisa lo stesso artista. Durante l’inaugurazione, trascinanti si sono rivelate le performance musicali del maestro Roberto Piccirilli, che regala pezzi d’improvvisazione, dando prova ancor di più della sua maestria.
Le sue opere sono dense di amore e di sensazioni forti, quasi tangibili. Due amanti nudi, scolpiti e dipinti, che s’abbracciano, oppure l’artista stesso che si ritrae in bicicletta, o in svariati autoritratti. Una bidimensionalità che strizza l’occhio alla tridimensionalità, la pittura che completa ed ammicca alla scultura: in alcune sue opere al soggetto scolpito è accompagnato lo stesso soggetto dipinto, sistemato dietro la scultura, quasi come fosse uno specchio. Tema ricorrente è il ricordo dell’infanzia, il tempo che passa che rivela l’anima malinconica dell’artista. Tra le opere in mostra un quadro con un barbiere che taglia i capelli ad un ragazzino. A proposito di quella opera l’artista spiega: “Odiavo andare dal barbiere e così in quegli interminabili minuti, la mia mente volava altrove.”
Così, a fare da sfondo al bambino e al barbiere, gli oggetti si animano, il pennello per stendere la schiuma, il cappello del padre che lo accompagnava ogni volta, e a cui è dedicata l’intera mostra, e al centro un cuore. Davanti al quadro la sagoma in ferro del barbiere che per l’occasione viene fuori dalla tela. La mostra rimarrà aperta sino al 12 dicembre dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle 20.00.
Scatti fotografici a cura di Mario Di Giuseppe che si ringrazia per la collaborazione.