Archivio Gioianet

La Voce del Paese – Un Network di Idee

Attualità

QUATTRO SUPPLIZI INTERPRETATI DA SPAGNULO E LONERA

supplizi-fibre-parallele

lo splendore dei supplizi fibre parallele‘Lo splendore dei Supplizi’, spettacolo di e con Lucia Lanera e Riccardo Spagnulo, è andato in scena, presso il teatro comunale ‘Rossini’, nella serata di mercoledì 11 dicembre. Uno spettacolo che prende il nome dal secondo capitolo del saggio ‘Sorvegliare e punire’ di Michel Foucault, nel quale si parla di come le esecuzioni e le torture siano scomparse dalle pubbliche piazze per avvenire in luoghi chiusi, al riparo da ogni contatto con il popolo, e, forse, perché spesso il carnefice non è all’esterno, ma può trovarsi all’interno di ognuno di noi.

E, infatti, al centro del dramma la descrizione di quattro castighi esemplari ambientati in quattro interni asettici e comuni: un salotto, una stanza da letto, una sala elo splendore dei supplizi e fibre parallele un sottoscala, che rappresentano per ogni protagonista una cella nella quale scontare le proprie pene. Le loro colpe: la menzogna, l’ipocrisia, l’opportunismo e l’utilitarismo.

Si parte dal primo supplizio simboleggiato da ‘La coppia’: i personaggi confondono il passato con il presente, parlano della divergenza delle loro opinioni, si accusano, si colpevolizzano, ma rimangono fermi. L’uno accanto all’altro su un divano dal quale non possono, ma non vogliono neanche, svincolarsi. “I miei sentimenti cambiano, ma io non ce la faccio a muovere un passo […]”, con queste parole si esprime la giovane protagonista del primo supplizio. O ancora: “L’immobilità è una costante del nostro rapporto … Tutti ci abituiamo per sopravvivere alle cose”. Per arrivare ad affermare che, in fondo, è più semplice accettare dei compromessi che mirare alla felicità, perché come i due protagonisti affermano sull’epilogolo splendore dei supplizi fibre parallele, “la felicità non è tutto!”. I due così sono condannati ad essere legati ad un divano e mangiare come animali la loro torta nuziale.

Il secondo supplizio narra della condanna de ‘Il giocatore’: costui è vittima della solitudine, dell’illusione di poter vincere, ma rimane incastrato in una realtà che non muta mai. Incastrati nella quotidianità rimangono anche i protagonisti del terzo supplizio ‘La badante’, nel quale una badante rumena e un vecchio italiano vivono il supplizio di un rapporto imposto. Non c’è vittima e non c’è carnefice in un gioco delle parti senza fine.

In conclusione ‘Il vegano’ è la storia di due operai che, vittime di un’umiliante condizione economica, rapiscono e torturano un radical-chic di sinistra, costringendolo a mangiare carne, uova e salumi. Emblematicamente è la storia di due parti del nostro paese che non riescono più a comunicare e a dialogare.

I bravissimi Riccardo Spagnulo e Licia Lonera rendono perfettamente i quattro drammi sul palco, riuscendo ad interpretare i vari personaggi con la medesima intensità.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *