VIA ROMA. IL PUNTO DI VISTA DI CHI VIVE FUORI GIOIA
Su via Roma si continua a discutere, c’è chi ne apprezza il nuovo look, chi è scettico, chi si pone con spirito critico e chi con toni più sommessi esprime il proprio dissenso o consenso.
Se il nostro punto di vista, come redazione, è opinabile e quindi indigesto a qualcuno del palazzo, può risultare più interessante il punto di vista di chi questo “scorcio” della città lo ha vissuto da studente ed oggi lo vede a distanza.
Questo il motivo per cui riportiamo alcune considerazioni di Alessandro Bencresciuto, studente in Ingegneria edile presso il Politecnico di Torino, da poco più di un anno lontano da Gioia.
“ […] Penso che sia uno dei casi estremi di spreco di denaro pubblico, visto che in poco meno di 200 metri di strada ci sono così tante cose che non vanno che neppur il peggior urbanista degli anni ‘70 avrebbe potuto fare!
La scelta dell’arredo urbano è soggettiva, però a mio avviso non si sposa bene al contesto; inoltre quelle pseudo panchine davanti al classico sono collocate spazialmente male e sono poco funzionali.
Ma quello dell’arredo è solo un contorno perché ci sono aspetti che danno ancor più sgomento.
Partiamo innanzitutto dal traffico, e dal caos che si è generato dopo l’intervento su via Roma: da anni a Gioia si procede a TENTONI, cambiando e ricambiando e ricambiando ancora i sensi di marcia, generando la confusione più totale negli automobilisti e istigandoli molto spesso a manovre contro il codice della strada. Da molto tempo serve un piano sul traffico, cosa che dagli anni 2000 ad oggi non è mai stata fatta, nonostante i continui ingorghi in diversi punti (vedi piazza Plebiscito e incrocio via Manin, corso V. Emanuele e corso Cavour). Sarebbe tanto bello avere un centro storico non chiuso al traffico e un servizio bus che permetta di raggiungerli lo stesso non a piedi, integrato con un servizio di bike-sharing.
Passiamo poi alla scelta di avere isole pedonali, com’è quella di via Roma, con attraversamenti carrabili fatti in quella maniera; i bambini che possono correre al sicuro negli spazi interdetti al traffico poi improvvisamente si ritrovano nel bel mezzo di una strada carrabile. Inoltre l’utilizzo della pietra bianca come pavimentazione di tratti percorsi da mezzi su ruote è fantastica: guardando dalla stazione si notano nettamente delle strisce nere sulla pavimentazione che sono del tutto antiestetiche, senza contare l’aspetto della durabilità di quelle pietre sotto il continuo passaggio di automobili.
Giungiamo poi a quelle pozze d’acqua fatte davanti alla stazione.. ma che senso hanno? L’utilizzo di fontane e vasche d’acqua è ammirabile nell’arredo urbano, ma deve essere un giusto utilizzo. Nel caso particolare abbiamo delle pozze raso terra che permettono l’ingresso semplicemente camminandoci dentro (guarda caso molto simile all’errore già fatto in precedenza davanti alla scuola San Filippo Neri, cosa che mi fa un po’ riflettere). Oltretutto, penso che sia stato notato da tutti, lo spazio circostante le fontane è continuamente bagnato, generando poi problemi legati al ristagno dell’acqua e all’insicurezza nel camminarci e guidarci sopra.
Mi sono forse dilungato, ma volevo mettere in evidenza che le cose in questo paese vengono fatte, ma vengono fatte male, forse (come dice un detto popolare) per ‘buttare fumo negli occhi’ o forse perché vengono assunte persone poco competenti. Il problema è che il denaro è pubblico, quindi anche nostro. Per cui, visto che l’assessore Masi mostra sempre quello che viene fatto e cerca il parere della gente, faccia un’attenta analisi e cerchi di migliorare, anche se dubito che questo avvenga, visto che le poltrone nel palazzo San Domenico sono occupate da anni sempre dalle stesse persone tra cui lo stesso assessore”.