ENSEMBLE “MUSIKÒSINE” IL CORAGGIO DI OSARE-foto
“E’ bello ritrovare nei giovani lo slancio, la purezza, il coraggio di credere, di osare…”, questo uno dei commenti a margine di un concerto, quello dell’Ensemble “Musikòsine”, contaminato dalla raffinata ricercatezza ossimoro di esasperata semplicità dell’universo espressivo di Heitor Villa-Lobos, una delle personalità musicali più interessanti e originali del XX secolo, “che a seconda dei gusti può suscitare un insopprimibile fastidio o una sconfinata ammirazione.”
Una scelta audace che ha visto alternarsi musicalità tribali, dominate dai suoni della natura a raffinate esecuzioni del periodo più maturo del musicista.
Ed ecco susseguirsi a “Sextour mistique”, la struggente “Bachianas Brasileiras n. 5” per soprano e chitarra, a “Distibucao de flores” per flauto e chitarra, il “Quintetto instrumental” nei tre tempi.
La seconda parte si è aperta sulle note dell’apprezzatissimo “Lost in a square”, brano composto per l’Ensemble e diretto dallo stesso compositore, il chitarrista Giorgio Mirto.
Una vera colonna sonora da film, avvincente e coinvolgente che ha visto esibirsi tutti i musicisti: Lidia Bitetti (sax), Lucia Carparelli (violino), Antonella De Filippis (arpa), Oriana De Rosa (pianoforte), Matteo Erba (clarinetto), Daniele Lamarca (violoncello), Girolamo Laricchiuta (fagotto), Valerio Latartara (viola), Ilaria Stoppini (flauto traverso) ed Edward Szost (chitarra).
E’ quindi seguito il “Choros n. 2” per clarinetto e flauto, “Canto do cygne negro” per violoncello ed arpa e da ultimo “Quatuor simbolico”, forse la più originale delle composizioni che ha visto esibirsi le cantanti Mariagrazia Stridente e Giuliana Devicienti (contralto), Ludovica Melpignano e Olga Shytsko (soprano) nei tre tempi (Allegro con moto, Andantino e Allegro deciso).
L’interpretazione ha rivelato precisione, ritmi sincronici, una trama melodica tesa e coesa anche su ricami e arpeggi distonici, ed una fresca emozione che trapela nei silenzi.
Colto impressionista del suo tempo, compositore geniale nel far coincidere soluzioni strumentali “perfette” con un pensiero musicale “disinteressato”, Lobos invita ad “andare oltre”, a scavare, a trasfigurare anche la tecnica per rendere la profondità di quel “cuore” pulsante – quel cuore che, diceva lui stesso, è il “metronomo della vita”.
Coloro che sono riusciti a cogliere quel battito, a lasciarsi trasportare dai sussurri della natura, dal ruscellare cristallino dell’acqua, dal lamento del vento, ed hanno “gustato” con curiosità le musicalità esotiche che hanno ispirato gli impressionisti del ‘900, melodie composte da Villa Lobos nelle sue peregrinazioni, potrebbero scoprire nuovi orizzonti di armonia.
Durante il concerto gli artisti Valerio Pastore e Ettore Basciano hanno visualizzato immagini riportate in disegni esposti al pubblico nel foyer a fine serata, coniugando arte e musica.
Scatti fotografici cura di Alessandro Capurso che si ringrazia per la disponibilità.