NICKY PERSICO AL CANUDO CON “SPAGHETTI PARADISO”-foto
Non mi ha molto colpito la sua copertina, sono sincera. Il nero dello sfondo non esalta e non valorizza i colori, la vitalità e l’unicità della bella e a noi cara Bari. Il grigiore delle nuvole e il tetro colore della cornice dai bordi sfrangiati incupiscono notevolmente l’immagine della città. Anche il taglio della foto è molto particolare. Protagonista è il cielo grigio e sempre più scuro, del mare si può intravedere solo uno scorcio e le abitazioni sembrano vecchie e fatte di cartone. E’ probabile, però, che non sia stata soltanto frutto di una scelta casuale. La storia e la cultura ci insegnano che esistono diversi modi di leggere e di interpretare un testo o un’immagine: letterale, allegorico, morale e anagogico. Ecco penso che in questo contesto il più appropriato sarebbe quello allegorico, ovvero quello che si propone di scoprire il senso nascosto di un testo o di un’immagine, attribuendogli un significato non desumibile da quello letterale. Perciò le nuvole, compatte, gravose e sempre più scure potrebbero alludere alla mediocrità e alla grettezza che intorpidiscono il nostro pensiero e la lucidità del nostro intelletto. Ho trovato estremamente originale la scelta di accostare due parole, l’una più semplice e bizzarra, “Spaghetti”, e l’altra più profonda e armoniosa, “Paradiso” insieme creando un accostamento decisamente insolito e autentico.
Questo titolo, così singolare, così curioso,mi ha fatto subito pensare ad un piatto particolarmente buono, di quelli che ti capita di assaggiare raramente nella vita e che hanno la dote di farti tornare indietro nel tempo, il cui profumo e gusto si rivela essere scrigno di emozioni o intensi ricordi. Volevo leggerlo subito, la trama mi aveva incuriosita e poi volevo poter dare un’interpretazione più adeguata a quel titolo e alla foto in copertina, capire cosa volessero significare realmente. Così ho cominciato a leggere. Lentamente, però. Non credo di poter rientrare nella categoria di quelle che chiamano o si autodefiniscono “divoratrici di libri”, mi piace molto leggere, tengo sempre molto a precisare che la lettura e la scrittura sono per me come medicine di vita, che mi fanno sentire più forte e mi aiutano a “sopravvivere” anche quando tutto attorno a me o dentro di me sembra deviare dalla dritta via, ma preferisco addentrarmi in una storia soffermandomi sul significato di ogni sua parola, penetrare in essa e assorbire le cose più belle che essa vuole raccontarmi. E così ho fatto anche questa volta.
Diciamo che si è creato da subito un “feeling” positivo tra me e questo libro. Nel primo capitolo, con uno stile nuovo e originale, l’autore comincia a raccontare mostrando al lettore, in maniera inaspettata e improvvisa, una scena da tipico romanzo giallo o thriller. Ho apprezzato molto questo, è stato divertente sentirmi catapultata in una realtà e condividere la stessa tensione e la stessa adrenalina del protagonista. Ricorrendo all’uso di una modalità e una tecnica nuove l’autore descrive minuziosamente le emozioni e la preoccupazione del protagonista al momento del lancio dell’oggetto di ferro che ha in mano. Poiché egli si ritrova nel vivo di una scena alla quale non avrebbe mai voluto assistervi e né, naturalmente, parteciparvi: due donne uguali , una di fronte all’altra, pronte a difendersi puntando a braccio teso una pistola. Egli è nascosto dietro l’angolo della strada e riesce a scorgere tutto, però sa di essere stato scoperto, perciò deve agire, altrimenti uno dei due killer, dopo aver ucciso la sua vittima, avrebbe indubbiamente ucciso anche lui, in quanto testimone dell’omicidio. Deve però riuscire a colpire la persona giusta in brevissimo tempo, per difendere se stesso e quella che tra le due è la vittima. Una scelta difficile, che richiede precisione, abilità, agilità e prontezza. Il tutto contribuisce a creare una scena quasi irrealistica e fantastica, ma che, invece, si ripeterà alla fine del libro lasciandoci tutti con il fiato sospeso.
La storia viene raccontata con una forma narrativa sempre più ricca di digressioni, flashback, suspance e intreccio di momenti intensi e vicende di vita dei personaggi, ognuno dei quali riveste un ruolo importante in quella che è la missione che l’autore si propone di condurre con fermezza. Quella raccontata dal libro “Spaghetti Paradiso” è una storia diversa dalle altre, una storia di coraggio, di rivincita e di rinascita, mostrando i lati più veri che, a volte, possono essere anche i più crudi e dolorosi della vita. Non sono solo pagine di un libro, ma pagine di vita, in cui l’autore ha voluto inserirvi anche diritto e psicologia. Psicologia, perché si propone di fornire risposte a domande che spesso ci sembrano banali o che abbiamo la presunzione di conoscere. Parole come mafia violenza minorile, violenza sulle donne (stupro, abuso, prostituzione forzata) che vorremmo solo non pronunciarle mai e dimenticarle. Se non siamo mai stati vittime dei terrificanti effetti di cui sono portatrici, non ci interessa neanche ricordarle, considerandole facenti parte di una realtà “a parte”, lontana dalla nostra. Eppure sarebbe molto bello dedicare qualche minuto di silenzio, anche nel nostro pensiero, a persone e a bambini che ogni giorno sono costretti a far parte di un sistema che vorrebbero certamente demolire, ma che non hanno la forza e il coraggio per farlo.
Il protagonista si chiama Alessandro. E’ molto giovane ed è un praticante avvocato. Il suo è un lavoro aspirato da molti, tanto fascinoso quanto oneroso, soprattutto per un “quasi” avvocato. Purtroppo si sa, se si lavora alle dipendenze di qualcuno, molto più esperto ed importante di te, sarai quasi sempre considerato l’ultima ruota del carro e a te toccheranno gli incarichi più seccanti e laboriosi. Ma, c’è una cosa che mi piace molto di Alessandro: il suo ottimismo, la sua volontà di fare e la sua intraprendenza, a volte troppo eccesiva e “fantasiosa”, diciamo esagerata per le sue elementari mansioni. E poi la cordialità e la socievolezza che lo rendono un uomo buono, amico di tutti e anche molto gradito alle donne. In lui sono riassumibili le caratteristiche tipiche del “borghese barese”, o meglio dell’”uomo meridionale”. La mattina non deve mancare un’abbondante colazione al bar più vicino, con mega craphen e cappuccino, la musica in auto e le serate “relax” del sabato sera in un ristorantino romantico, meglio se in compagnia di una donna.
Come tutti, però, difetti ne ha anche lui. Sì, a volte è pigro e superficiale, si pone pochi interrogativi e preferisce sbrigare presto i suoi impieghi per tornare a casa e godersi la tv in tutta tranquillità. Non gli ho perdonato, per esempio, il suo totale disorientamento in materia di violenza sulle donne. Non sapere che in casi del genere si possa ricorrere a cure psichiatriche è assurdo per un avvocato. Che sia giovane e inesperto, d’accordo, ma queste sono cose “basilari” che non penso servi necessariamente la scuola per conoscere. Proseguendo nella lettura ho capito, però, che in lui si nascondono grandi brillantezza e vivacità. Forse il suo difetto è anche quello di avere poca fiducia in sé stesso.
Arriva, però, il momento in cui egli deve mettere a frutto le sue abilità e conoscenze di avvocato: deve difendere due donne vittime di violenza da parte dei loro coniugi, di cui, uno è un conoscente del suo “capo”, Virginia e Maria. Riuscirà con successo. E’ Lara, però, che deve ringraziare. Grazie a lei riuscirà a capire, finalmente, che violenza non è solo quello che normalmente si pensa, ma che è qualcosa di molto più denigrante e doloroso. Lara, donna apparentemente tosta, forte e determinata, in realtà nasconde in sé una personalità fragile, indebolita da una profonda sofferenza: anche lei, ha vissuto la stessa esperienza di Virginia e di Maria. E’ la direttrice di un centro di accoglienza per donne scampate alla brutalità dei loro compagni, sposate, giovani, o con figli. Alessandro e Lara trascorrono dei momenti insieme ed è proprio questa intensa amicizia che gli permette di conoscere il suo vero lato emotivo. Mi ha molto divertita Gennaro. Gennaro è amico intimo di Alessandro, sincero, leale e sempre pronto a farlo sorridere. Naturalmente a fare da sfondo sono sempre la civiltà, la cultura e i luoghi caratteristici della nostra bellissima provincia. Vorrei poter citare ogni personaggio e descrivere minuziosamente tutti i loro aspetti caratteriali ed emotivi, ma mi dilungherei troppo. Tuttavia mi sento in dovere di citare un altro personaggio, bizzarro, ambiguo, silenzioso ma con un cuore grande, il più buono e il più riflessivo di tutti. Alessandro lo chiama Mutolo. E’ un uomo solo, sempre alla ricerca di un luogo o di un amico disponibile a offrirgli un pasto gratis, eppure non è pessimista, né disperato, né affranto. E’ un uomo molto sveglio, sempre pronto ad escogitare soluzioni ingegnose per rimediare alle difficoltà, poiché “solo alla morte non c’è rimedio”.
Insomma, una storia molto bella, intrinseca di temi forti e vicende di vita drammatiche, ma raccontate attraverso uno stile semplice e spontaneo, fluido e genuino, intervallato da sfumature di ironia e spontaneità. Uomini come uno stalker, credono di essere astuti e ingegnosi, furbi e brillanti, ma, in realtà, mancano di molte qualità, di quelle qualità che permettono di apprezzare la vita in tutti i suoi aspetti più belli.
Mariangela Mastromarino