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Cronaca

CAUSÒ MORTE 57ENNE ASSOLTO GIUSEPPE CARBONARA

ambulanza 118

Fine di un incubo per il 41enne Giuseppe Caincidente stradale-9rbonara, il 18 febbraio del 2010 coinvolto in un incidente stradale che causò la morte di un 57enne albanese in transito a piedi lungo la circonvallazione di Acquaviva delle Fonti.

Il gioiese, dopo essere sceso dall’auto ed aver scoperto che l’uomo era deceduto sul colpo, in preda al panico scappò via, lasciando l’auto – che presentava un faro rotto e vistose ammaccature nella parte anteriore della carrozzeria -, in riparazione a Cassano.

Rintracciato dalle forze dell’ordine e sottoposto agli arresti con l’accusa di “Omicidio colposo e omissione di soccorso”, il gioiese rese piena confessione. Essendo incensurato, appurato che non correva e risultando negativo ai test per la presenza di alcol e stupefacenti, l’arresto venne convalidato ai domiciliari.

Nei mesi successivi la giustizia ha seguito il suo corso e Giuseppe Carbonara è stato assolto dall’accusa di “omicidio colposo” in quanto la vittima percorreva di sera una via poco illuminata, vestendo di nero, imprudenza che avrebbe impedito all’uomo a bordo del suo SUV grigio – Kia Sorrento, di evitare l’impatto.

La tesi sostenuta con successo dalla difesa rappresentata dagli avvocati Maurizio Tolentino e Giovanni Orfino dello studio Polis di Bari, è accolta dal giudice, il quale riconosce iCarabinieri-posto-blocco-notturnol non addebito in termini di responsabilità e lo assolve in quanto il fatto non sussiste. Resta, invece, in piedi l’accusa di “Omissione di soccorso” e la condanna alla pena di un anno, contro cui l’imputato ricorre in appello su suggerimento di Orfino e Tolentino.

“La tesi che abbiamo sostenuto in appello – dichiara Giovanni Orfino – è che la vittima fosse priva di vita, e quindi non sussisteva l’omissione di soccorso. Come si può prestare soccorso ad un cadavere? L’imputato si era fermato e se l’uomo fosse stato vivo, lo avrebbe di certo soccorso. Il reato, quindi, non si configura, ma anche se non ci fosse stata la prova, senza certezza, nel dubbio va considerato il favor rei, cioè la tesi più favorevole all’assoluzione del presunto colpevole. A sostegno di quanto affermato, abbiamo portato in aula, presso la Corte di Appello, un caso avvenuto a Milano; si trattava di una sentenza di assoluzione dall’accusa di eutanasia del coniuge che aveva staccato il respiratore alla propria moglie, malata terminale. La Corte si è espressa a favore della tesi e nel dubbio ha considerato il reato insussistente, assolvendo dall’accusa di “Omissione di soccorso” il nostro cliente.

Con l’assoluzione in primo grado da questa seconda accusa, Giuseppe Carbonara il 20 ottobre scorso ha potuto porre la parola “fine” a questa triste vicenda.

 

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