TEATRO ROSSINI – PANCHINA INVESTITA E DEMOLITA DA TIR-foto
Ed una panchina di Antonio Paradiso… ha fatto un volo!
E’ sotto gli occhi di tutti, in piazza Rossini, il danno causato da una incauta manovra dell’autista che alla guida del camion con le attrezzature necessarie ad un concerto Jazz a sorpresa, annunciato “solo” sulla bacheca facebook del sindaco Povia, ormai factotum della comunicazione istituzionale e non, che oggi si cimenta anche con notizie di cronaca, dopo averci fatto conoscere passo passo, neanche avesse il gps incorporato, ogni suo movimento – dalle abluzioni mattutine alle preghierine serali – oltre che promuovere spot politico-metropolitani, concorsi, promozione di bandi, notizie di economia ed a breve anche veri scoop sul gossip nel Palazzo.
Un concerto offerto alla città (o meglio a chi sapeva della sua esistenza) dalla Mediolanum, in gara con lo spettacolo di cabaret offerto dalla Zurich Bank il mese scorso.
Spettacolo cui era stata invitata mezza città (non la stampa), dimenticando che nel Rossini più di 300 persone non ci entrano. In quell’occasione si è assistito a scene davvero da Zelig! La povera Elisa Barucchieri che cercava con gentile determinazione di chiudere le porte, avvisando gli ultimi arrivati che il teatro era stracolmo e che per motivi di sicurezza non si poteva entrare, ed un’orda inferocita di invitati pronti a passare sul suo corpo pur di raggiungere la platea… e scoprire che aveva ragione!
In questa nuova era in cui i luoghi di cultura divengono salotti di banche e assicurazioni, in barba a chi ci lavora e soprattutto ne ha cura e responsabilità, può stupire la sindacale ciceroniana difesa dell’accaduto?
No di certo, caso mai sarebbe stato strano il contrario.
“Mi rincresce il grave danneggiamento della panchina di piazza Rossini, opera dell’artista Antonio Paradiso e patrimonio della nostra città. Vorrei precisare che – almeno questa volta – non si è trattato di un atto vandalico o di un improbabile scivolamento della struttura in pietra. Non i frantumi di una cultura in declino, come affermato con negatività e oscurantismo apocalittico da qualche consigliere – dichiara il sindaco -, ma uno di quegli episodi spiacevoli, casuali, imprevedibili che non dovrebbero assolutamente accadere, ma per disattenzione e superficialità purtroppo avvengono”.
E per fortuna che oggetto delle manovre non è stato “il volo di Icaro”, magari con qualcuno di passaggio dietro, altrimenti le oscure profezie si sarebbero avverate e nell’entourage del Sindaco qualcuno avrebbe dovuto spiegare perchè ha “spinto” e perorato la causa, ovvero concordato con la Mediolanum o la Zurich “l’ospitata” in teatro, non esattamente una operazione di alto marketing culturale o in “programma”.
Deliziosa la conclusione di Povia, che qualche spinetta (il matitone docet) se l’è tolta: “Mi fa piacere che c’è (ci sia) voluta la distruzione di un’opera perché finalmente in molti ne apprezzassero la bellezza, inclusi i numerosi detrattori che hanno irriso e dileggiato queste installazioni dal primo momento”.
Infine tranquillizza tutti: “….l’Amministrazione Comunale ha perfettamente contezza di chi ha provocato il danno e dell’Organizzazione cui è riconducibile. Questa mattina i responsabili dell’incidente hanno sporto autodenuncia e il Comune di Gioia del Colle avvierà verifiche puntuali dei danni e delle risorse necessarie al recupero. Ovviamente è previsto il rimborso da parte dell’Assicurazione dell’Organizzazione coinvolta e la ricollocazione dell’opera recuperata nel luogo originario o in uno differente da individuare.”
E perché mai spostare dal nido la panchina? Per fare spazio alle manovre che vedranno il teatro al centro dell’attenzione dei tir?
Un atroce sospetto… che vogliano montare qualche gru o delle giostrine anche lì?
P.S.: L’autore del danno era stato colto in “flagrante” da un responsabile del teatro, attirato dal fragore che il botto aveva originato, ampliato dalla successiva caduta della pesantissima pietra. Con nonchalance, come nulla fosse successo, l’autista, dopo aver parcheggiato il mezzo, stava rientrando in teatro. Ma il suo è stato un tentativo ingenuo quanto inutile. Nulla ha potuto di fronte all’evidenza del danno procurato. Ha dovuto ammettere le sue responsabilità, a cui ha fatto seguito la consegna delle generalità e dei documenti assicurativi, con relative foto al mezzo e all’opera ridotta in pezzi. Quella raccontata dal sindaco, quindi, è stata una autodenuncia obbligata, più che volontaria. Un incidente di cui nemmeno la Polizia Municipale era stata messa al corrente, non fino alle 17.00 del giorno dopo.