ANSALDO E RICONVERSIONE INDUSTRIALE. IN QUALE SI SPERA?
Un’intera città era scesa in strada per manifestare insieme ai lavoratori dell’Ansaldo Caldaie. Quegli stessi lavoratori che avevano dato una lezione su come organizzare uno sciopero. Quegli stessi lavoratori che hanno visto sfilare al loro fianco anche gli studenti dei licei classici e scientifici di Gioia del Colle.
Un presidio permanente davanti ai cancelli, con gli operai che si danno il cambio per non lasciare mai sguarnita la tenda, diventata un vero e proprio avamposto di resistenza pacifica alle decisioni calate dall’alto da parte dell’azienda.
Anche in questo caso, numerosi sono stati gli incontri al MISE a Roma, che quanto meno hanno rallentato le procedure di chiusura dello stabilimento di Gioia del Colle.
Lo scorso 16 febbraio le parti si sono incontrate nella capitale e qui l’azienda ha rivisto la sua decisione, dandosi appuntamento per il successivo 18. In questo vertice si è aperto il tavolo tecnico, durante il quale è stata scartata l’ipotesi di chiusura, sebbene la procedura di licenziamento rimanga ancora aperta.
Per giovedì 26 febbraio azienda e sindacati si incontrano nuovamente al MISE e qui l’azienda presenterà un nuovo piano industriale, focalizzato su un nuovo prodotto sviluppato nel centro ricerche contiguo allo stabilimento di Gioia.
Nell’incontro si proporrà il prolungamento della cassa integrazione per altri due anni e si richiederanno i fondi regionali per lo sviluppo del progetto.
Si tratta di una vera e propria riconversione industriale e per questo i fondi regionali sono necessari. È un progetto a lunga scadenza, che vede il ridimensionamento dell’Ansaldo, che rimane in 4 delle 6 campate esistenti, mentre le altre due sono destinate al centro ricerche, che sta appunto sviluppando questo nuovo prodotto, sul quale vi è il massimo riserbo.
Negli incontri a Roma hanno partecipato anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e l’assessore regionale alle Politiche Lavorative Leo Caroli, che sta affrontando una crisi industriale continua e che lo vede impegnato su più fronti. Da parte della Regione c’è l’impegno formale per lo stanziamento dei fondi, a patto che l’azienda presenti un piano di sviluppo dettagliato e che miri a salvaguardare i posti di lavoro. Del resto è sempre stata la linea politica del governo regionale, in altre parole chi licenzia non riceve nessun finanziamento.
In azienda ci sono ancora delle commesse da consegnare e circa una ventina di lavoratori sono a regime regolarmente. Con il nuovo assetto industriale, si dovrebbe mirare al reintegro di tutti gli addetti.
In questo momento il condizionale è d’obbligo, anche perché di concreto c’è ancora poco. Per venerdì, al rientro da Roma, è prevista un’assemblea dei lavoratori presso lo stabilimento di Gioia, nella stessa tenda che da mesi è diventata il simbolo di tutti i lavoratori in tuta blu.