GIOIA VISTA DALLA LUNA. BOTTA E RISPOSTA DE LEONARDIS-FASANO
Pasquale De Leonardis: “Fasano?…non so quale Gioia del Colle abbia visto…”
ho avuto modo, di leggere l’articolo dal titolo “Gioia del Colle vista dalla luna” di Michele Fasano che personalmente non conosco e non credo, di averlo mai incontrato, parlato o discusso. Mi sfuggono quindi, ad oggi, i motivi per i quali ha fatto delle considerazioni sulla mia persona gratuite, spesso imprecise e non veritiere. Mi sono permesso di scrivere questa nota al sol fine di esprimere le mie considerazioni in merito alle dichiarazioni a dir poco infamanti, con preghiera di pubblicazione sul sito di “Gioianet” e sul giornale di cui lei è direttore.
Non entro nel merito, in questa fase, sulle motivazioni del sig. Fasano, che lo portano a sponsorizzare una possibile coalizione per le prossime amministrative a Gioia dando indicazioni, bontà sua, già sul candidato sindaco ed il suo vice, come grande conoscitore di una realtà politica che però mi sa non vive quotidianamente, in quanto questo rientra nella libera dialettica democratica, che io rispetto prima di ogni altra cosa. Ognuno è libero di esprimere il suo pensiero. Però di altro commentatore politico Gioia ne farebbe volentieri a meno.
Al sottoscritto preme soltanto, in questa fase, fare alcune osservazioni sulle considerazioni che riguardano quel periodo storico, forse fatte dal sig. Fasano o nel momento in cui la terra era poco visibile dalla sua luna o forse perché la notevole distanza della terra dalla luna richiedevano la dotazione di lenti adeguate, di cui il sig. Fasano non ne era probabilmente in possesso, di conseguenza non so quale Gioia del Colle abbia visto, perché se avesse visto bene o almeno si fosse ben documentato avrebbe visto e forse capito, che lo scioglimento del Consiglio Comunale del 1993, a detta di tutti, ivi compreso i rappresentanti di tutte le forze politiche di destra e di sinistra nulla aveva a che vedere con infiltrazioni mafiose nella nostra città. La dimostrazione concreta sta nel fatto che nulla venne fuori dalle indagini esperite dalle autorità competenti non confermando, di conseguenza, il teorema posto in essere da alcuni personaggi ai vertici di alcune importanti Istituzioni, alcuni di questi però negli anni successivi sono stati arrestati ed incriminati per reati molto gravi a danno dello Stato ed altri hanno tentato, in considerazione della notorietà acquisita, di ottenere la candidatura per le elezioni al Parlamento nazionale, che si sono tenute di lì a qualche mese.
Per fortuna quella richiesta fatta, indistintamente, a tutti gli schieramenti politici da destra a sinistra, ebbe tante porte chiuse in faccia da non far raggiungere l’obiettivo, probabilmente prefissato, altrimenti per Gioia del Colle si sarebbe aggiunta al danno anche la beffa. A me preme, in questa occasione, far evidenziare al sig. Fasano, se ha smesso di ridere, che in quel quinquennio di cui il sottoscritto è stato un protagonista politico (sempre e soltanto con il consenso di migliaia di cittadini di Gioia del Colle, ebbene ricordarlo sempre) e di cui mi assumo, ancor oggi, tutta la responsabilità politica di quegli anni, che in quel breve periodo, (se paragonato al tempo che altri amministratori hanno avuto e con le leggi dell’epoca che regolavano gli Enti locali molto più restrittive di quelle attuali) sono state realizzate a Gioia del Colle le seguenti realtà: completamento della Scuola elementare di via Eva, della Scuola media “ Carano” e della Pretura (opere iniziate una quindicina di anni prima e mai terminate), la riappropriazione e ristrutturazione del Teatro Comunale (questa notizia deve averla fatto piacere all’epoca, considerato il suo lavoro, ma si sa l’obiettività e mi si consenta l’umiltà, è per il sig. Fasano un optional visto il suo scritto), la realizzazione del nuovo campo sportivo, la realizzazione del mercato coperto, il parcheggio antistante l’ospedale Paradiso, il rifacimento dell’intera rete della pubblica illuminazione cittadina, la costruzione del nuovo cimitero comunale, aver portato a Gioia del Colle la Compagnia dei Carabinieri e la sede dell’INPS e questo solo per citarne alcune fra le più significative, ma potrei continuare, per questo sfido il sig. Fasano o chiunque altro a dimostrare il contrario ed a dimostrare che altre amministrazioni abbiano fatto di più e meglio per la crescita e lo sviluppo di Gioia del Colle.
Per questo rimando al mittente le affermazioni che riguardano il sottoscritto, invitando il sig. Fasano ad informarsi di più su quegli anni considerato, dal suo curricula, che ha vissuto e forse vive fuori dal contesto cittadino, in considerazione del suo lavoro e che comunque auguro, nonostante il suo giudizio sul sottoscritto, sempre pieno di successi. Però se avesse un po’ di tempo, al fine di non passare per quelli che lanciano la pietra e nascondono la mano e che si eclissano o fuggono dai confronti, dopo aver gettato strali a destra ed a manca, a far organizzare un pubblico confronto con il sottoscritto – dichiaro, da subito, la mia totale disponibilità in qualsiasi posto lo si voglia fare – ma un consiglio mi sento di dargli: il sig. Fasano venga preparato su quegli anni e non si trinceri dietro le solite affermazioni come “ l’ho sentito dire” o frasi similari, altrimenti rischia di fare una bruttissima figura.
Con cordialità”.
Pasquale De Leonardis
Michele Fasano: “… la disputa con De Leonardis non è di alcun interesse per la città…”
lascio per un attimo il sentiero che sto percorrendo a favore della città, per ricambiare molto brevemente con questa lettera l’attenzione che il signor De Leonardis ha voluto presentarmi su La Voce del Paese del 28 marzo scorso. Solo la cortesia mi spinge a farlo, perché la disputa con De Leonardis non è di alcun interesse per la città.
Colgo l’occasione allora per correggere un’imprecisione nel mio primo articolo. Come già detto, a quel tempo e già da anni prima, tutti i partiti avevano per segretario un costruttore o un ingegnere. Devo precisare, però, che solo la Democrazia Cristiana poteva vantarne uno per ogni corrente interna. Non ricordo esattamente, ma direi cinque o sei almeno. Tutti possono immaginare quali alti distinguo filosofici li inducessero a dividersi in specificazioni così sottili.
Oltre alla vocazione urbanistica, che poneva al centro delle attenzioni di tutti il Piano Regolatore, le altre grandi tradizionali fonti di clientele, sprechi, corruzione e potere, erano la Sanità e l’Ospedale (e qui potrei concordare con il signor De Leonardis, sullo specifico punto egli ne sa molto più di me).
Un dato visivo: il Palazzo Comunale non era così architettonicamente valorizzato com’è oggi, ma (stenteranno i giovani a crederlo) un labirinto di cartongesso ne faceva un luogo costituito di strettoie e meandri inaccessibili, fitto e oscuro, la cui utilità tutti possono facilmente intuire. Plasticamente era riprodotta, come farebbe oggi una stampante 3D, la struttura mentale della politica di allora, quando De Leonardis era leader della DC. Quei medesimi meandri si sono spostati oggi nel dibattito giornalistico infantilizzato ad arte.
Per il resto, riguardo al signor De Leonardis, ricordo solo il dettaglio non trascurabile della sollevazione generale che si verificò a Gioia del Colle nei giorni in cui si discuteva dell’eventuale riciclo del vecchio politico DC nel PD: un’eventualità che l’intera città giudicava improponibile. Pasquale De Leonardis prese talmente atto della sua impresentabilità che fu poi il figlio Claudio De Leonardis, in sua vece, ad aderire per un attimo al PD.
Un attimo solo perché ne uscì subito, subito in quanto, a soli 25 anni e appena iscritto…, a fronte del pacchetto di voti che portava in dote paterna, non gli era stata affidata la Segreteria del partito come aveva preteso per sé (e con lui suo padre). Ma di che stiamo a parlare?
Concludo, caro direttore, dicendo solo che questa mia lettera resterà un’eccezione, che non argomenterò più su queste pagine se non su un piano strettamente politico e che, per senso civico, non parteciperò ad alcuna disputa polemica di quelle che caratterizzano la comunicazione sociale e giornalistica a Gioia del Colle, funzionale al sistema di potere che la soffoca, perché essa mira a confondere i cittadini e non a illuminarli.
«Le chiacchiere stanno a zero» e, se qualcuno ci prova, portiamole a zero. Si portino argomenti politici per favore, il che significa affrontare punti di vista che precedono di molto il limite dell’illegalità conclamata, per indicare la direzione della ricchezza e della prosperità collettiva. E «di ciò che non si conosce, si taccia» lo dico io”.
Michele Fasano