GIOIA DEL COLLE VISTA DALLA LUNA 2 (SECONDA PARTE)
Pubblichiamo la parte conclusiva della seconda delle “puntate” di “Gioia del Colle vista dalla Luna”, disamina ispirata al regista Michele Fasano, residente a Bologna, dalle vicende politiche degli ultimi anni.
Una analisi accurata, nella quale alle denunce si contrappongono le proposte, dedicata a tutti i gioiesi.
Gioia è “vista dalla luna”, ovvero a distanza tale da poter cogliere per intero quel “disegno” che vivendo all’interno di un contesto politico, non da tutti era stato percepito.
La critica a volte aspra ha una sua funzione “terapeutica”: scavare nella ferita per cauterizzarla, tirar via “la crosta”, farla sanguinare, perché su di essa cresca un tessuto sano, quello di una Politica per la comunità che assolva ai suoi doveri e torni ad essere credibile.
Fasano con le sue osservazioni ed intuizioni supportate da fatti inconfutabili, ha scompaginato le fila e “sollevato il tappeto”, svelando la tanta, troppa polvere accumulata in questi anni. Anni in cui non si è mai trovato il coraggio (o forse non si è voluto?) di far “pulizia”, preferendo tacere, facendo finta di nulla, allestendo pantomine ad uso e consumo degli “utili cretini” che l’ex sindaco Povia citava spesso nei suoi post.
Ora la parola passa alla Politica, a chi seriamente si porrà al suo servizio per aprire una nuova stagione, quella del “bene comune” termine tanto abusato e mai concretizzato in azioni vere.
Approfittiamo dell’occasione per ringraziare Michele Fasano che ci ha accordato tempo e fiducia e ha scelto le nostre “pagine” cartacee e virtuali per aprire un dialogo con la città e sulla città. Lo ringraziamo per il coraggio con cui ha denunciato senza mezzi termini comportamenti ed atti, aperto cassetti e sciorinato panni, per le sane provocazioni che hanno aperto un dibattito di cui giunge l’eco, nonostante il tentativo di insabbiare tutto.
La sua “voce” è giunta alle orecchie di chi può e deve avviare un percorso di rinascita, e gli “effetti collaterali”, fortunatamente, sono sotto gli occhi di tutti.
A Michele Fasano che tanti progetti importanti sta realizzando in tutta Europa, va il nostro più sincero “grazie”!
Il 16 aprile – lo ricordiamo – sarà ospite del Lions Club Catania Mediterraneo presso il Palazzo delle Scienze Dipartimento di Economia e imprese di Catania, dove si terrà il “Convegno sulla Filosofia d’Impresa di Adriano Olivetti” a fine dei seminari interattivi organizzati dal regista presso le università di Messina, Catania, Palermo ed Enna. Perché le eccellenze gioiesi, quelle che volano alto, vengono riconosciute tali ed apprezzate in tutto il mondo.
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“Dove conduce il ragionamento fin qui condotto? Mi spiego meglio più che volentieri. Oramai è chiaro, comprendo tra «i miei buoni» anche chi nel PD, pur con degli errori, fu coercizzato a scelte drammatiche. Come già detto,il momento cruciale è quello in cui tre anni fa il partito si orienta su nomi diversi per la candidatura a Sindaco, ma Sergio Povia, escluso dalla rosa, esce dal PD ei due Caporali dei pacchetti di voti lo seguono solidali.
Essi forzarono il Partito Democratico non solo sul sostegno al Povia ammutinato (ricatto n.1), ma soprattutto sul rifiuto delle Primarie (ricatto n.2). A questo punto Cuscito dà le dimissioni da segretario del PD. Venne poi la gestione dell’Amministrazione comunale con mille furbizie; il reclutamento qui e là di disperati colti da impellenti passioni politiche per le primarie interne al PD; fino ad oggi, con il Partito, da loro completamente screditato, basito dalla vergogna per i reati oggetto d’indagine. Lo scempio che torna è l’esito delle loro scelte. Affrontiamo una buona volta la questione apertis verbis, vale a dire politicamente.
I Caporali dei pacchetti di voti neanche partecipano alla vita politica del Partito con un’idea che sia una, tengono all’oscuro il Partito delle informazioni cruciali inerenti all’azione della Giunta, non lavorano per la ditta, ma si fanno gli affari loro. Partecipano solo per controllare il Partito e non mettono nelle condizioni il Partito di sorvegliare l’azione di governo. Miracolosamente per loro poi appaiono 500 voti qua, 700 voti là. Chiedo: 500 + 700 fa 1200? E gli elettori aventi diritto a Gioia del Colle sono o non sono 24.000 e più? E il numero dei votanti PD che preferirebbero votare senza doversi turare il naso quanti sono? Tutti gli altri direi. E a quanto ammonta il numero degli astenuti che non attende altro che di liberarsi da questo giogo? A molto, ma molto di più.
Questa è la partita da giocare. Davvero sono indispensabili i Caporali? Questa la domanda che le scelte di Enzo Cuscito e Donato Lucilla, lungimiranti e radicali, oggi rendono ineludibile. Perciò li ammiro e dico loro grazie.
GUARDIAMO LE COSE DALLA LUNA
La sottrazione di ricchezze è molto maggiore di quanto eventualmente arraffato con i reati. Sappiamo che cos’è una Comunità nella contemporaneità? in cui il territorio è passato dalla condizione di periferia alla simultaneità globale grazie ai nuovi media? Sappiamo che cos’è l’internazionalizzazione dell’artigianato (ad esempio la produzione vinicola d’eccellenza Polvanera) e che grazie al web si aprono mercati sconfinati adatti proprio a quell’eccellenza artigianale tradizionale a Gioia del Colle? Per non dire delle nuove artigianalità dell’innovazione che il digitale sta inaugurando a impatto ambientale zero?
Sappiamo spiegare alle Partite Iva e agli Imprenditori che oggi la condotta etica è strategica nella competizione globale? Che le filiere internazionali più serie e ricche evitano i partner che risiedono in territori politicamente corrotti come Gioia del Colle? Sappiamo spiegare (ad esempio) in che modo anche solo uno sgradevole dettaglio come l’appalto sul trasporto scolastico a Gioia del Colle condiziona in negativo le analisi del territorio che inibiscono l’appetibilità d’investitori che potrebbero cambiare il volto della città a vantaggio di tutti?
Per non dire del DisMo, il Dissociatore Molecolare che sparge feroci veleni a danno delle persone, delle eccellenze produttive agroalimentari di cui sopra e del cambiamento culturale necessario al futuro, un inceneritore imposto con un ricatto occupazionale ipocrita, perché sostenuto dalla retorica di un’emergenza fatta lievitare senza la saggezza del gioco d’anticipo al servizio della Comunità?
Si sa argomentare così la pericolosità dei maneggioni della politica senza visione, ai quali corrispondono ricchezze sproporzionate di figli che non hanno mai lavorato davvero, patrimoni impossibili senza il giochetto delle tre carte del Piano Regolatore, che riducono l’economia di una Comunità allo sfruttamento dei suoi servizi, invece di fare di essi il volano per la ricchezza di tutti?
Smascherando il Caporalato di cui sopra, Enzo Cuscito e Donato Lucilla con le loro scelte hanno reso più forti anche coloro che nel PD hanno davvero buone intenzioni sul territorio, i quali sarebbero ancora più forti e avvertiti se si giovassero della memoria storica della fu Costituente Democratica, a patto di comprendere il senso che tali esperienze diverse hanno in comune.
Da questo punto di vista tutti hanno bisogno l’uno dell’altro: Pro.di.gio., SEP e il PD «purificato». E allora io dico (sul serio): fu giusto restare nel PD! Anzi eroico. Ma attenzione: a patto di fare i passi giusti e fino in fondo, sennò si diventa complici, nonostante le proprie ottime intenzioni. E tuttavia dico che, nell’attesa, era giusto anche fondare un nuovo gruppo politico, una pianta di certo sana e altrove, come hanno fatto Enzo Cuscito e Donato Lucilla. Per il bene di tutti, anche del PD. Ma anche qui attenzione: aveva senso non lasciare campo libero nel PD ai furbacchioni anti-democratici.
Assurdo dividersi nella disputa sul sesso degli angeli… «voi siete restati…», «tu sei andato…» e viceversa. Le due cose non si escludono! L’inutilità di questa polemica si comprende se nel duello si tiene conto del ruolo ora inadeguato ora cinico tradizionalmente giocato dal vertice barese. Per la stessa ragione sarebbe insensato fondersi. Devono restare distinti e alleati il PD sano, SEP e Pro.di.gio. e coprirsi le spalle l’un con l’altro. Il contesto è tale che nemici di tutti, a Gioia del Colle, sono i Caporali dei pacchetti di voti precostituiti, che non si espongono alla discussione politica, perché comporterebbe per loro figure meschine, ma distruggono tutto quello che si muove per restare indispensabili a chi sta a Bari, in cambio della mano libera sul territorio.
Soffiategli il posto, tutti insieme, in nome della Comunità. E Bari «cambi verso». Certo la responsabilità più grave ora ricade su chi a Gioia del Colle è rimasto nel PD.
Tre anni fa però la responsabilità più grave crollò sulle spalle di Enzo Cuscito che fu lasciato solo e gli fu dato del pazzo. Diciamogli grazie adesso, forte e chiaro, e avviamo un dialogo, nell’ottica che qui propongo: «Dare tutti insieme ragione al Territorio». Diremo grazie ai riformatori del PD quando convinceranno Michele Emiliano a staccare la spina ai Caporali dei pacchetti di voti.
Il perdono esiste anche in politica e il perdono è possibile (anche in politica) se in nome di un fine superiore si riconosce il valore l’uno dell’altro. Enzo Cuscito riuscirà nella sua impresa in qualche anno, anche senza il PD «purificato», ma è votato al successo sicuro. Fa bene a non avere fretta. La strada è vincente, lui è giovane e la Guardia di Finanza farà il resto. Ma se il PD facesse a meno del Caporalato locale, Gioia del Colle vincerebbe in un anno, quello che ci separa dalle elezioni. Cosa manca? Il senso della Comunità. Un valore superiore che offra criteri di misurazione dei comportamenti politici che precedano di molto il punto critico della scoperta di un reato, perché quando interviene la Guardia di Finanza e la Magistratura (che Dio li benedica) è troppo tardi per la città, il peggio è già accaduto.
E c’è anche il caso che non basti, perché capita che qualche sedicente figlio di puttana trovi la sponda di una generosa madre per farla franca. Ma che argine potrebbe opporre, in un territorio confinante con quelli della Mafia, un personaggio del genere, se per assurdo assumesse ruolo politico cittadino o di partito? Non ci si potrebbe attendere nulla di buono da uno così. E allora? Michele Emiliano risponda! Le sta girando attorno, ma che vuole da lei costui?
SIAMO STATI UN COMUNE VIRTUOSO
Si possono condividere criteri di misurazione preventiva della qualità del comportamento politico? Sono essi oggetto di elaborazione nelle parole e nelle pratiche in città tra soggetti politici diversi? Sviluppare tali criteri utili a tutti e coordinare gli interessi: questa è un’idea di Comunità. E va fatto come respiro quotidiano. Nella gente del PD questi valori ci sono, ma poi sistematicamente, da quando ne ho memoria, c’è sempre un Mandarino del Partito che ordina di sacrificarli, con le buone e con le cattive. La riflessione sull’Amministrazione partecipata proposta da Giovanna Magistro è un’ottima base di partenza.
Tu eri una bambina, Giovanna, questo si faceva durante la prima Amministrazione Povia, anche se non la si chiamava così. Eravamo sui giornali nazionali, ma come Comune virtuoso. Poi Sergio Povia tradì nel modo già detto. Tutti viviamo nella nostalgia di quei quattro anni, gli unici dall’Unità di Italia degni di essere ricordati. Chi ci impedisce di ripetere l’esperienza (senza Povia naturalmente)?
Lo impediscono coloro che vollero la fine di quell’esperienza: i Caporali, i loro referenti a Bari, ma anche l’ingenuità di chi è cascato spesso nel loro gioco. Non mi attardo oltre sulle ragioni per cui i Caporali di pacchetti di voti sono un malanno, se osservati dal punto di vista interno al Partito. Essi sono il sintomo dei mali della città, ma del partito sono evidentemente il cancro. Più interessanti sono le tecniche con cui si riesce a far litigare «le persone per bene», per dividerle, che sarebbero inefficaci se si coltivasse un’idea di Comunità. Questo si deve fare subito, trascendendo i gruppi politici: Enzo Cuscito, Donato Lucilla e i loro da una parte e (in ordine alfabetico) Mariluna Barbera, Nicola Continolo, Piera De Giorgi, Giovanna Magistro, Vito Marvulli, Matteo Mazzaraco, Gaetano Mele, Maria Pavone, Sebastiano Tangorre dall’altra (di certo ne dimentico alcuni). E comunque, sì… i vecchi restino a supporto, un passo indietro; e che i giovani siano nuovi davvero nelle prassi e nelle idee. Allora persino Antonello Bianco potrebbe provare a fidarsi, il quale sposterebbe centinaia voti per la sua nobiltà d’animo, il senso civico e la competenza riconosciuta da tutti.
Non c’è bisogno dei Caporali dei pacchetti di voti (questa la falsa coscienza nel PD). Che facciano gli affari loro con i loro 1200 voti in due, che sono niente senza quelli molto più numerosi che vengono frammentati ad arte. Vorrei vederli da soli… il nulla. Un esempio? Pasquale De Leonardis. Se questi fosse stato fatto rientrare nel giro della politica sponda PD… (aspetta… fammi pensare… a chi venne l’idea?…. Dunque… uhm… Ah! Sì? A Sergio Povia! No, non mi dire! Sì, proprio lui… ebbene, se Pasquale De Leonardis (il Sindaco al tempo della sospensione di Giunta e Consiglio Comunale per infiltrazione mafiosa per decreto del Presidente della Repubblica…) fosse stato fatto rientrare nel giro del PD, anche lui, grazie alla massa critica degli onesti, avrebbe di nuovo il suo bel potere con il suo pacchetto di voti. E come possiamo immaginare che lo avrebbe usato?
Invece non rientrò perché il popolo del PD seppe costringere persino Povia a non permettere un’azione così degenerata. Pasquale De Leonardis ha passato il pacchetto di voti al figlio e costui danni gravi non ne può fare… Amen. Dunque, chi porta davvero potere a costoro? Le clientele o le persone per bene costrette a giocare il mero ruolo di moltiplicatore del loro piccolo potere? Da qui la «purificazione» del PD da me evocata in tre mosse: base unita, più consapevole e coraggiosa; vertice a Bari inequivocabilmente schierato a sua tutela; Forze dell’Ordine e Magistratura all’opera a lungo. Attendiamo fiduciosi il lavoro del sostituto della brava Magistrata promossa e trasferita.
ROMPERE IL GIOCO PER FAR VINCERE LA COMUNITÀ
Vogliamo immaginare una giunta SEP, Pro.di.gio., PD? D’accordo.
1) Nel PD fate fronte unico interno in nome della Comunità; 2) fate subito una sezione del PD itinerante, cambiate sede ogni qual volta i due Caporali dovessero presentarsi. Loro scoprono la nuova sede? E voi notte tempo la spostate. Fate il Partito senza di loro e dite ad alta voce perché. Ha ragione Giovanna Magistro, la partita si vince dentro il PD. Ma ha ragione anche Enzo Cuscito, se sarà possibile farlo dentro il PD questo sarà solo perché esiste l’esperienza Lucilla e l’esperienza Cuscito, con cui dovrete coordinarvi. Se farete a meno dei Caporali anche il mondo di Lucilla e quello di Cuscito potranno fidarsi di voi. Allora vincerà la Città, il Territorio, gli interessi economici di tutti e non solo gli affari di pochi. Ma, soprattutto, vincerà la nostra Comunità e non gli interessi estranei alla città. Al Partito Democratico locale e barese la prossima mossa.
Vuol dare un segno di lungimiranza? Agevoli questo orientamento e sia inequivocabile: lo faccia prima delle imminenti elezioni. Io penso ai nostri FIGLI. Se la politica è l’arte di prevedere e pianificare, ricchi di valori con cui nutrire le prospettive, se essa è l’arte della capacità di prevenire gli eventi piuttosto che esserne trascinati, finché saranno presenti certi figuri la rappresentanza politica non potrà essere scelta tra i migliori, perché costoro, come accade da anni, sarebbero strumentalizzati.
L’offesa non sta solo nelle ricchezze di cui i furbastri si appropriano a danno del Bene Comune; non sta solo nella contrazione della ricchezza diffusa, tangibile e intangibile, perché Gioia del Colle è costretta da costoro a restare una provincia neofeudale del secolo scorso; l’offesa sta ancor prima nella cultura anti-democratica che essi alimentano, con danni culturali ben peggiori all’orizzonte, che già ricadono sulla testa dei cittadini in termini di TASSE, debito pubblico, insicurezza sociale.
IN CONCLUSIONE (PROVVISORIA)
Insomma, non deve interessare la schermaglia tra i sani. Io punto il dito alla radice del male: fuori Masi, fuori Ludovico dal PD! In quanto consapevoli responsabili politici della forzatura anti democratica che portò alla scelta di Povia candidato, alla soppressione delle Primarie, alla lacerazione del PD e perché responsabili politici dell’inaccettabile gravissima situazione di illegalità attuale. Democrazia e trasparenza avrebbero portato oggi al limpido successo degli onesti. Paghino i responsabili. Si liberino le energie positive della città. «Cambiare verso»? Cambiamo verso! Michele Emiliano a lei la parola…” (Continua…)
“GIOIA DEL COLLE VISTA DALLA LUNA” di MICHELE FASANO
GIOIA DEL COLLE VISTA DALLA LUNA 2 (PRIMA PARTE)