SCOMPARSA L’ATTRICE VITTORIA PIANCASTELLI TRACQUILIO
E’ morta sabato, 12 settembre a Roma, l’attrice Vittoria Piancastelli Tracquilio, nata nel 1962 e nipote di Maria Teresa Tracquilio. Sposata, lascia orfano il suo bimbo di dieci anni.
“Vittoria era una carissima ragazza – dichiara Maria Teresa -, era legata alla famiglia, veniva spesso a Gioia ed era nostra ospite. Suo padre è Franco, nostro fratello, pilota dell’Alitalia. Circa un anno fa ha scoperto di avere un tumore ai polmoni da cui non è riuscita a guarire… Il fatto che fosse una attrice famosa non l’ha cambiata, è rimasta una ragazza semplice ed alla mano, discreta e soprattutto davvero innamorata della sua professione.”
Vittoria Piancastelli Tracquilio ha recitato con il trio comico “Aldo, Giovanni e Giacomo” in “Tre uomini e una gamba”, ma il pubblico l’ha apprezzata anche in teatro e sul piccolo schermo.
L’attrice ha lavorato in cinema e in televisione nelle fiction “Valeria medico legale”, “Il giudice Mastrangelo”, dove interpretava il ruolo di Cristiana Mastrangelo, sorella del giudice Diego Abatantuono, nella serie del 2005, ambientata in Puglia, “Un medico in famiglia 6”, “Il bambino della domenica”, “Ultimo”, “Don Matteo 8” nelle vesti di una delle suore e “Ho sposato uno sbirro”.
Sul grande schermo ha recitato anche ne “La cena” di Ettore Scola, “Matrimoni”, “Non ti muovere” e “La scuola è finita”.
Diplomata alla scuola di teatro di Gigi Proietti, ha lavorato sul palco con Anatoli Vassiliev, Giancarlo Sepe e Armando Pugliese.
Questo il ricordo di Flavio Insinna: “Ho avuto la fortuna di conoscere Vittoria, negli anni della scuola. Abbiamo frequentato insieme il laboratorio di Gigi Proietti. Sono stati gli anni dei sogni, delle illusioni e delle speranze più grandi. Eravamo giovanissimi e carichi di passioni furibonde, l’amore per il teatro, gli autori che sognavamo di portare in scena, i palcoscenici che volevamo conquistare, la frenesia di mostrare il nostro talento. Litigi, amori, polemiche e risate, notti interminabili a giocare agli intellettuali, prove infinite per essere pronti al “chi è di scena”… Anni meravigliosi, puri, innocenti. Per questo oggi dovermi convincere che Vittoria non c’è più, mi è impossibile. Chi l’ha sentita cantare o ha avuto il privilegio di ammirarla sul palco, mi può capire. Il talento non può sparire, la grazia, la raffinatezza non devono morire. La sua passione per la vita, per la sua famiglia, per l’arte, sono immortali. Mi ha dato tanto, mi ha insegnato tanto. E non lo sto scrivendo perché “sono sempre i migliori che se ne vanno”.. Lo dico perché è così. È l’artista più sensibile e moderna uscita da quella scuola. E’, non era. Nell’ultimo messaggio che mi ha scritto mi diceva”…Appena mi sento meglio ci vediamo per il nostro caffè …. “. Ti aspetto al bar Vittoria.”